Ciao a tutti,
purtroppo la Roubaix è stata rimandata ad ottobre. La pandemia ci ha costretto ad una attesa ulteriore per la prima storica edizione della regina del pavè dedicata a noi donne.
Anche se, come vi avevo raccontato nella prima puntata di questo blog voluto da Machining meets Cycling by CERATIZIT, già mi sfregavo le mani all'idea di disputarla da quando il covid-19 si è infiltrato nelle nostre vite ci siamo allenati ad avere pazienza e a essere resilienti.
Dopo oltre un anno io e i miei colleghi abbiamo fatto quasi il callo alla nostra nuova routine, agli innumerevoli tamponi a cui dobbiamo sottoporci e all'isolamento, surreale soprattutto alle gare. La mancanza dei tifosi si avverte forte così come la distanza che dobbiamo mantenere tra le diverse squadre. Ci si incontra e mischia solo in gara, per il resto non è ammesso nessun contatto. È tutto molto strano e spero che grazie ai vaccini non dovremo farci l'abitudine. Il bello dello sport è proprio lo stare assieme, trascorrere il tempo con gli altri bambini è ciò che mi ha fatto innamorare del ciclismo quando da giovanissima sono entrata a far parte del GS Fiorin, le esperienze condivise con i miei coetanei mi hanno reso la persona che sono oggi.
Ai ragazzi e alle ragazze che stanno affrontando un periodo non facile tra didattica a distanza e attività ludiche azzerate voglio dire: non smettete mai di sognare. Gli ostacoli si superano, le cose cambiano e con determinazione potete arrivare dovunque. Una pandemia mondiale non era nei piani di nessuno di noi, non nei miei che desidero con tutto il cuore meritarmi la convocazione per i Giochi Olimpici rimandati di un anno, né per voi che state studiando e crescendo praticando sport. Non fatevi abbattere, restate concentrati sui vostri obiettivi.
Non sono nessuno per darvi lezioni di vita, ma nel mio piccolo sono arrivata a tagliare traguardi importanti e, non essendo una campionessa extraterrestre come quelle con cui ahimé devo confrontarmi, sono la prova che il duro lavoro unito ad una testa dura paga. Io ho vinto un mondiale in pista, senza aver mai vinto una gara su strada. Sono in lizza per andare a Tokyo2020 e gareggiare nella prova madison, che fino a pochi anni fa, al femminile non esisteva nemmeno, proprio come l'Inferno del Nord.
In attesa di solcare in gara il mitico pavè della Roubaix, sono tornata a casa con le gambe piene di acido lattico ma anche un bel carico di soddisfazioni, a partire dal 2° posto conquistato alla Ronde van Vlaanderen dalla mia capitana alla Ceratizit-WNT Pro Cycling Lisa Brennauer. Niente Classiche delle Ardenne per me, di “specorate” ne ho collezionate a sufficienza in questo inizio di stagione.
Ricaricate le pile e festeggiato il 169° anniversario della Polizia di Stato, di cui sono orgogliosa e onorata di far parte, sono già tornata in Belgio. Da oggi con il resto della Nazionale Italiana sarò impegnata alla Tre Giorni di Gand, una delle pochissime manifestazioni nei velodromi che si sono salvate dalla pandemia. A poco più di tre mesi dall'Olimpiade giapponese tornare ad attaccare un numero in pista è un segnale importante, uno di quelli a cui aggrapparsi per non perdere la rotta nella tempesta.
A presto
MG
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