L'Unione Ciclistica Internazionale ha deciso di aggiornare il proprio protocollo sanitario per le gare di ciclismo su strada nel 2021. Saranno aumentate le norme che regolano le bolle e tra le novità c'è anche l’introduzione dei test salivari, mentre non saranno più accettati, per gli atleti e lo staff, i famosi test rapidi antigenici.
Il documento è stato redatto dal gruppo guidato dal direttore medico dell'UCI, il professor Xavier Bigard, riportando sostanzialmente le stesse regole del 2020 ma con alcune modifiche, aggiunte dopo gli sviluppi della situazione sanitaria internazionale. L’UCI nelle sue decisioni ha tenuto conto dei rapidi progressi scientifici (la creazione di vaccini), ma anche delle nuove caratteristiche della pandemia con la mutazione del virus e la rapida diffusione delle varianti.
Come menzionato nel protocollo precedente, l'UCI e i suoi partner nel direttivo desiderano sottolineare che le disposizioni del protocollo aggiornato non hanno la precedenza sulle leggi, le misure locali e nazionali. Le nuove norme si applicano prima di tutto alle squadre (atleti e dirigenti) e saranno rapidamente aggiornati con l'evoluzione della situazione sanitaria globale e delle conoscenze scientifiche.
In questo momento e in risposta alla diffusione delle varianti del coronavirus, l'UCI e i suoi partner desiderano sottolineare l'importanza cruciale di osservare le misure di prevenzione individuali, in particolare l’importanza dei tamponi PCR e dell’uso corretto delle mascherine, che dovranno continuare anche con l’arrivo dei vaccini.
L'Unione Ciclistica Internazionale sta monitorando da vicino lo sviluppo dei vaccini, sottolineando che le strategie vaccinali attualmente in vigore in numerosi Paesi non collocano gli atleti di alto livello tra i gruppi prioritari. Inoltre attualmente non sono disponibili dati scientifici sulla riduzione della trasmissione del virus da parte delle persone vaccinate. Ecco perché uno degli obiettivi principali è il mantenimento delle bolle di sicurezza delle squadre, con la continuazione dei test PCR per tutti i membri della bolla, comprese le persone che hanno beneficiato di una vaccinazione anti-COVID.
Viene sottolineato nel nuovo regolamento l’obbligo di effettuare tamponi PCR nei Paesi che ospitano una gara per chi viene da un altro Stato. Anche per l’ingresso nelle bolle ci sarà l’obbligo dei tamponi PCR: due test negativi prima di ogni gara per UCI WorldTour, UCI Women’s WorldTour e UCI ProSeries maschile e femminile, da eseguire agli atleti e al personale dirigente delle squadre. Inoltre viene fatto presente che il test per entrare nel Paese della gara sarà valido come test pre-gara.
Per quanto riguarda invece i tre grandi giri, i tamponi PCR saranno eseguiti nei giorni di riposo, con la possibilità di eseguire anche i test salivari, mentre non saranno consentiti i test rapidi antigenici, per mancanza di prove sull'efficacia di rilevare le nuove variantie.
Infine, per consentire un veloce rientro dei corridori nei loro Paesi di origine, gli organizzatori devono aiutare le squadre ad eseguire i test PCR all'uscita dal Paese.
Il presidente dell'UCI David Lappartient ha dichiarato: «Sono stati compiuti progressi nella lotta al Coronavirus, soprattutto con l'arrivo dei vaccini, che ci hanno fatto sperare di poter tornare presto a una vita più 'normale'. Tuttavia, dato che gli atleti ei giovani adulti non sono tra le priorità dei governi per la vaccinazione, abbiamo deciso, in collaborazione con il gruppo direttivo - che comprende rappresentanti dei corridori, squadre, medici di squadra e organizzatori - di mantenere gli standard altrettanto elevati dell'anno scorso, cercando di fare al massimo l’interesse di tutte le parti e in attesa di giorni migliori per il futuro. Il ciclismo ha dimostrato nel 2020 di saper organizzare grandi eventi in caso di pandemia, grazie soprattutto ad uno spirito esemplare di unità da parte di tutti gli stakeholder. Alla luce di quello spirito e dell'esperienza che abbiamo acquisito, sono convinto che abbiamo le carte in regola per continuare a dare continuità al nostro sport, nonostante tutte le continue incertezze».
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