Tanti giovanissimi italiani faranno il primo assaggio di professionismo nel 2021. Tra questi anche Tomas Trainini, classe 2001, che con la maglia della Bardiani-CSF-Faizanè sarà il più giovane rappresentante del Bel Paese in gruppo, battendo di qualche mese Andrea Piccolo e Antonio Tiberi.
«Rincorrevo questo sogno da quando ero bambino, sono veramente grato ai Reverberi per l'opportunità che mi hanno dato e ai miei procuratori, i fratelli Carera, che sono riusciti a crearla – ammette Trainini a tuttobiciweb, bresciano di Gussago -. Non mi sarei mai aspettato di passare così presto, ma la squadra crede nelle mie potenzialità e vuole portare avanti un progetto a lungo termine. Sarò il più giovane del team e sono sicuro che questo sia l'ambiente giusto per intraprendere un percorso di crescita. Il 2021 sarà sicuramente un utile apprendistato».
Non si tratta del classico doppio salto, da juniores a professionista, ma è come se lo fosse, visto che nel 2020 in maglia Colpack-Ballan il 19enne bresciano non ha praticamente mai corso su strada, lasciando più spazio alla pista. «Ho corso poco ma, nonostante ciò, mi rimarrà un ottimo ricordo della Colpack-Ballan. Ho fatto una sola apparizione su strada e poi ho fatto un po' di gare internazionali su pista a Pordenone. Mi sono testato per la prima volta anche con l'Omnium, divertente ma tutt'altro che facile». Fin da quando era allievo, infatti, alterna l’attività su strada a quella su pista, arrivando ad indossare la maglia della Nazionale in entrambe le discipline. In pista è stato convocato per i mondiali junior del 2019 a Francoforte, mentre su strada, nello stesso anno, ha preso parte alla Corsa della Pace in Repubblica Ceca e ai Campionati Europei di Alkmaar. «I miei ricordi più belli sono legati alla maglia azzurra. Quando ho indossato per la prima volta quei colori e quando ho vinto la seconda tappa della Corsa della Pace in volata».
Trovarsi di fronte i grandi campioni del ciclismo dopo che fino a qualche mese fa correva con gli junior, però, non lo spaventa, ma anzi lo carica: «No, non mi preoccupa aver corso pochissimo tra gli U23. Mi alleno quotidianamente con Alessandro Tonelli e Andrea Garosio, che mi stanno dando le giuste dritte per subire il meno possibile il salto coi grandi – continua Trainini, che come tanti ragazzi della sua età nel tempo libero si diverte con la PlayStation e con Fifa -. Sono curioso di scoprire l'organizzazione di un team professionistico e conoscere i miei compagni. L'unica preoccupazione che avrò è quella di arrivare pronto alle gare, sia fisicamente che mentalmente».
Il calendario è ancora tutto da scoprire, soprattutto dopo la cancellazione della Vuelta a San Juan e l’ex Colpack è in attesa di scoprire dove avverrà il suo debutto nel mondo dei grandi. Il 2021 sarà sì un anno di apprendistato, ma il nuovo innesto della Bardiani-CSF-Faizanè ha la ferma intenzione di testare subito le sue caratteristiche di uomo veloce: «Qualche piazzamento qui e lì vorrei riuscire a portarlo a casa e, nel mentre, mettere chilometri nelle gambe e adattarmi alle corse a tappe. Sono un corridore veloce, o almeno lo ero tra gli junior, e sono curioso di vedere se riuscirò a difendermi in salita».
Da buon sprinter il suo sogno è quello di arrivare a braccia alzate sul traguardo della Milano-Sanremo. Nel frattempo, guarda e ammira un suo “vicino di casa”: «Mi ispiro a Sonny Colbrelli, è delle mie zone, non ho mai avuto l'occasione di parlarci ma spero un giorno di incontrarlo per conoscerlo meglio». Colbrelli che, proprio come spera di fare lui, è diventato grande alla corte dei Reverberi.
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