UN ARTICOLO SPECIALE IN TEMPO DI COVID

TUTTOBICI | 27/12/2020 | 08:10
di Gian Paolo Ormezzano

Mio Covid con polmonite doppia, tan­to tempo da isolatissimo per seguire alla televisione lo sport e dunque percorrermi una sorta di se­conda vita giornalistica, in mezzo ad orrori vissuti personalmente che non terrò per me ma scriverò, anzi da giornalista vero e pazienza se all’antica soprattutto descriverò (sempre Co­vid permettendolo, permettendomelo). Adesso voglio scrivere di ci­clismo, il mio primo sport di lavoro grande, ciclismo alla televisione, ciclismo vecchio e ciclismo di attualità, registrazioni di pellicole piovose e splendide riprese di oggi, dal vivo. In questi giorni ho, si capisce, visto, rivisto, stravisto tanto. Una precisazione: sono stato nuotatore agonista, l’unica volta che ho tentato una garuccia ciclistica per giornalistucoli stracchi e velleitari sono caduto dopo po­chi metri, alla presenza il­lustre di Nino Defilippis det­to il Cit (credo si fosse a Pi­nerolo, un luogo sacro della bicicletta biancoceleste), lussandomi una spalla e amen col ciclismo praticato.


Alcune notazioni, in quello che è il casino organizzato in cui sto vivendo questi tempi orrendi e speciali, con alla base la giustificazione massima, l’alibi perfetto (Covid 19 con polmonite doppia!) più grande che possa esserci se straparlo, se scrivo da matto. Ap­punto. Trattasi comunque di un articolo speciale, unico credo: questo.


Primo: i ciclisti sono davvero bravi grandi attori, hanno un co­pio­ne antiquo e producono pure il giusto di commedia dell’arte. Il passaggio vittorioso del traguardo ha un ri­tuale di gesti (e di non  gesti, anche: Coppi mai alzò le braccia, un braccio da vittorioso, e dire che vinse tanto, e vinse grosso) che possono sembrare sempre eguali ma sempre offrono qualcosa, qualcosina di nuovo.

Vasti o liofilizzati segni di cro­ce, occhi al cielo a dedicare sa­lutare commemorare rin­graziare (Dio, dei e uomini e sponsor), baci, gesti per la fol­la anche se non c’è, sem­plicità anzi essenzialità da Actor Stu­dio o invenzioni clownesche, guittesche  alla Peter Sagan, sempre qualcosa di speciale, all’opposto del calcio in cui ogni festa di gol è eguale all’altra, e l’emozione casomai è te­mere (o sperare?) che, saltando addosso a chi ha segnato, una volta o l’altra non gli si rompa una vertebra.

Secondo: davvero mentre il calciatore che fe­steggia mi fa pensare che il suo cervello (o cosa che ancora c’è nella testa) stia al­lineando i guadagni conseguenti, il ciclista che festeggia mi fa pensare so­prattutto a lui, il pedalatore felice, che sta “parlando” con gli amici del bar al paese, con la don­na sua ed i figli suoi, magari persino con papà e mamma, e pensa alla rata del mutuo superata.

Terzo: per me è un mi­racolo permanente che dopo il traguardo il vittorioso non cada, con quello che fa dimenandosi sulla bicicletta, zigzagando, schivando i fotografi, cercando e toccando chi gli pedala accanto, andando a puntare il direttore sportivo, l’amico, o voltandosi per aspettare il compagno di squadra in arrivo e ringraziarlo de­gli aiuti. Ma a proposito di mi­racoli: ogni volata di massa per me è la paura che accada qualcosa di balordo, una su­percaduta di molti con sangue sull’asfalto, sento sempre il ghiaccio nella schiena, di solito va tut­to bene, alla prossima.

Quarto: l’importanza del paesaggio, del fondale è somma. Chiunque siano quei ciclisti, vanno sempre per strade straordinarie in posti straordinari. Il paesaggio per i calciatori è lo stadio, pie­no o vuoto non importa, sai che squallore

Non hanno assolutamente senso logico (oh Bulbarelli) le proposte anzi le imposizioni di vecchie gare di cui a priori non frega più niente a nessuno, ri-ri-rivedere Pan­ta­ni ad Oropa, una corsa nelle Fian­dre, quel pavé brutto e cattivo, Bartali e Coppi a Brian­çon. Però ci sta sempre qualcosa di magico, lo avevo già rintracciato e goduto pri­ma del mio Covid. In qualche gara mi accade eccome di frequentare addirittura quello che il mio fratello maggiore e maestro in giornalismo Bruno Raschi definiva “il mistero dell’attesa”, tipico del ciclismo d’antan non anticipato dalla bestiaccia televisiva che tutto fa sa­pere in anticipo: chi sbuche­rà per primo da quella cur­va? Magari è un Van Kual­cosen, un Van Piri­pak­kien bel­ga qualsiasi, ma mi sta be­ne e mi dico “toh, ma guarda un po’”.
E ci scappa un articolo (articolooo?) come quello che finite qui di leggere.

da tuttoBICI di dicembre

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il trentaseiesimo memorial intitolato a Vincenzo Mantovani laurea vincitore Lorenzo Anniballi. Il portacolori della Solme Olmo si è aggiudicato la corsa svoltasi oggi pomeriggio sulle strade mantovane di Castel d’Ario, precedendo Antonio Bonaldo (Sc Padovani) in seconda posizione. Mentre l'atleta di casa...


Guillaume Martin conquista la vittoria al Tour du Jura e bissa il successo ottenuto ieri nella Classic Grand Besançon. Il 31enne della Groupama – FDJ si è presentato a braccia levate  sul traguardo posto in cima a Mont Poupet dopo aver raggiunto...


Dall'alto del suo cristallino talento Jarno Widar trionfa nella Liegi Bastogne Liegi under 23. Il belga della Lotto Development è il magnifico vincitore della classica delle Ardenne giovanile che si è conclusa a Blegny dopo 174 chilometri. Widar conquista la...


Una condotta di gara perfetta quella dello scatenato e imbattibile Team Hopplà, protagonista fino a poche centinaia di metri dall’arrivo Matteo Regnanti, poi una volta tornato compatto il gruppo, ecco il suo compagno di squadra, la “freccia” Marco Manenti davanti...


Chi va piano va sano e va lontano, ma nel ciclismo, come in tutto lo sport, è la velocità il fine primo e ultimo. Nel ciclismo di oggi si va velocissimo: ragazzi impazienti di affermarsi che si mettono in modalità...


Formula vincente non si cambia. Il Tour of the Alps - ormai da diversi anni - si fa riconoscere per caratteristiche chiare e idee ben precise. Tappe corte, trasferimenti brevi, altimetrie mai banali, nessuna passerella, nessuna volata, nessuna cronometro, attacchi...


Una bella conferma e una “sorpresa” nella gara juniores che ha aperto di buon mattino la due giorni di “Pasqualando” sul pianeggiante circuito della zona industriale di Ponte a Egola per la regìa organizzativa della Ciclistica San Miniato e di...


Dal IX Osservatorio Heliocare condotto da Cantabria Labs Difa Cooper è emerso in modo evidente quanta strada ci sia ancora da percorrere per una consapevolezza adeguata sui rischi causati dal sole. La prevenzione è fondamentale: un terzo della popolazione mondiale...


Jai Hindley è nato guardando l’oceano, a Perth, in Australia, ma è sulle montagne che ha trovato sé stesso. Per uno scalatore che si è rivelato e consacrato sulle cime del Giro d’Italia, con il secondo posto del 2020 e...


Crollò a soli 500 metri dall’arrivo. Quel giorno, l’8 giugno 1956, Giro d’Italia, tappa del Bondone, aveva sopportato 241 chilometri e altri 500 metri con quattro montagne, aveva resistito a pioggia, nebbia, freddo e infine neve, aveva indossato la maglia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024