Nella vita di ognuno di noi ci sono giorni che non si dimenticano mai. Per Davide Cimolai il 25 settembre è uno di quei giorni speciali. «Quando la mia compagna Alessia ed io abbiamo scoperto la gravidanza, durante il mio ultimo giorno di ritiro a Livigno, è stata un’emozione grandissima e difficile da spiegare a parole. È stato un momento unico. Non sappiamo ancora se sarà maschio e femmina - a breve Alessia entrerà nel quinto mese - ma lo sapremo intorno a Natale e sarà il regalo più bello. Se dovesse essere una bambina, il nome c’è già ma adesso è ancora presto per svelarlo. Se invece dovesse essere un maschio le cose iniziano un po’ a complicarsi perché siamo davvero in alto mare» ha raccontato Davide a tuttobiciweb.
Quella in arrivo sarà una stagione molto importante per il corridore della Israel Start-Up Nation: «Sono contento di essere a casa in questo periodo, così posso aiutare Alessia che ora sta molto meglio ma ha passato un mese difficile. Quanto a me, il prossimo anno vorrei essere competitivo con i migliori anche perché sarò in scadenza di contratto. Il primo obiettivo per il 2021 sarà quello di arrivare nella miglior condizione possibile alla Milano-Sanremo e poi essere al via del Giro d’Italia, anche se questo probabilmente mi costringerebbe a non essere presente alla nascita del mio primogenito, che dovrebbe avvenire a metà maggio, ma il lavoro chiama e credo sia più che comprensibile».
E ancora: «Il Tour de France? Mi piacerebbe tornare ma credo che con l’arrivo di Chris Froome la squadra voglia portare una formazione tutta votata al suo servizio, ma questo è solo un mio pensiero, non ne abbiamo ancora parlato. Chiaramente questo è un discorso che vale solo nel caso in cui Alessia stesse bene, altrimenti dovrei rivedere un po’ i miei programmi, ma non voglio pensarci ora e mi auguro che tutto possa andare per il meglio».
E alla domanda se sarà figlio/a d’arte... Davide risponde: «Se dovesse essere una femmina mi piacerebbe farle fare un po’ di sport ma non a livelli esagerati, sarà comunque lei a decidere. Nel caso invece fosse un maschietto ammetto che mi piacerebbe vederlo correre in bici, ma non sarà certamente una cosa che gli imporrò, è giusto che sia lui a scegliere. Vorrei fare come ha fatto mio papà Lindo con me, che mi ha fatto provare vari sport, tra cui calcio, tennis e nuoto, prima che mi avvicinassi in modo casuale al ciclismo, sport che mi ha cambiato e mi ha formato come atleta ma soprattutto come uomo».
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