Grazie alla tecnologia il sogno di Tristan Bangma potrebbe finalmente realizzarsi. Olandese di 23 anni è un campione paralimpico e alle olimpiadi di Rio nel 2016 nella categoria riservata agli atleti non vedenti ha conquistato la medaglia d’oro nel Km Time Trial B. Quel giorno a pedalare con lui c’era il campione mondiale di pista Teun Mulder che, dopo il bronzo ai Giochi di Londra 2012, ha deciso di aiutare nel tandem gli atleti con disabilità visiva. Oggi in pista gli occhi Tristan sono quelli di Patrick Bos de Fries, che lo ha guidato lo scorso anno al titolo Mondiale.
Una vita in simbiosi la loro, perché quando corri in tandem uno è la forza dell’altro. Ma la tecnologia fa miracoli e uno è appena arrivato grazie ad uno speciale sistema di onde sonore che avvisano il pistard quando si sta avvicinando troppo al bordo della pista. Così Tristan Bangma ha iniziato ad avvicinarsi al suo vero sogno, correre da solo su una pista.
Il sistema è particolare e per il momento può essere utilizzato solo in allenamento, ma in futuro potrebbe rivoluzionare la corsa in pista per gli atleti non vedenti. Il tutto è stato raccontato attraverso un video della televisione olandese, che ha ripreso Tristan Bangma mentre si allenava.
«Sento una specie di ronzio, è così che lo chiamo – ha spiegato il giovane olandese - un suono ondoso. Riesco a sentire quando mi sto avvicinando al bordo o mi sto spostando verso il centro della pista. Riesco a sentire anche se qualcuno è davanti o dietro di me. In teoria potrei pedalare in mezzo a molte persone, perché adesso posso fare affidamento sulla tecnologia, su ciò che sento ed è incredibile».
Grazie a un computerino che porta sulla schiena e un sistema sonoro nel casco che trasmette le onde, il giovane olandese ha potuto correre da solo in pista.
Bos e Bangma, però sanno che continueranno a correre insieme nel tandem e si stanno preparando per le Olimpiadi di Tokyo, per conquistare l’oro. Bos de Fries ha spiegato con parole semplici il significato del tandem e quel rapporto speciale che ha con Tristan: «Lui è bravissimo, vede solo le ombre, ma ha veramente bisogno di pochissimo aiuto, in curva mi segue perfettamente ma ad esempio non può servirsi del computerino per vedere il wattaggi e io devo sempre dirgli di rallentare. Poi sta dietro ed è comodo per me, perché può alzare le mani dal manubrio e aiutarmi a togliere la mantellina quando corriamo su strada. Siamo perfetti insieme».
I due pistard corrono insieme da diversi anni e adesso in vista dell’impegno olimpico hanno deciso di vivere vicini per facilitare la preparazione. Si allenano ogni giorno sulla pista ciclabile di Alkmaar per diverse ore, ma Tristan lavora anche da solo a casa. Il momento in cui il giovane olandese potrà correre solo è ancora lontano, ma la tecnologia fa passi da gigante e tra qualche anno potremmo vedere tanti atleti non vedenti tagliare il traguardo da soli.
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