Scoppia clamoroso uno scandalo doping in Olanda. La Federazione ciclistica olandese KNWU non ha reso pubblico un test antidoping positivo nel 2011, lo ha fatto anche su richiesta del ciclista in questione, che ha subito concluso la sua carriera dopo il test positivo.
La notizia è stata pubblicata ieri sera dal sito Wielerflits, che è riuscito anche a scoprire il nome del corridore, di livello internazionale, anche se volutamente non lo pubblica: «Pensiamo che spetti a lui e/o alle autorità uscire allo scoperto».
Il test positivo sarebbe datato 4 maggio 2011 durante un cosiddetto controllo “fuori competizione” ed il farmaco in questone è l'Epo. Il corridore ha spiegato al giornalista Raymond Kerckhoffs: «Il presidente del KNWU Huib Kloosterhuis ha accettato la mia richiesta di non rendere noto il risultato del test positivo, per questioni familiari: ha potuto farlo perché mi sono immediatamente ritirato. Secondo Kloosterhuis, i regolamenti lo permettevano».
Thorwald Veneberg, attuale numero uno della KNWU e all'epoca direttore tecnico (è succeduto proprio a Kloosterhuis, scomparso nel 2016, ndr) è d'accordo con questa lettura e spiega: «La KNWU non era obbligata a rendere nota la positività di un atleta se il corridore non partecipa ad alcuna competizione e questa certezza c'era».
Oltre a Kloosterhuis e Veneberg, anche il consiglio direttivo della KNWU era a conoscenza di questo test positivo all'EPO. Resta ancora da chiarire se l’Uci Fosse stata o meno informata all’epoca dei fatti.