I VOTI DI STAGI. IL CARISMA DI GANNA, LA FORZA DI TAO, LA BRAVURA DEL DOTTOR TREDICI E LE SCUSE A PELLO...ZOTTI

I VOTI DEL DIRETTORE | 25/10/2020 | 19:33
di Pier Augusto Stagi

GIRO d’ ITALIA. 9. Non gli do dieci solo perché i francesi non ci hanno fatto passare e così ci siamo giocati l’Agnello e l’Izoard. Non do dieci perché Morbegno non è stata una bella pagina di ciclismo per nessuno. Però Mauro Vegni e tutto il suo staff, nessuno escluso, hanno fatto un lavoro pazzesco. Non era facile e non era nemmeno scontato: bravi tutti! Per la prima volta nella storia del Giro, nessun italiano nei primi 5: non è un bel record. Non è il caso di abbattersi, forse è sufficiente cominciare a pensare che i numeri qualcosa ci dicono ed è il caso di saperli leggere per correre ai ripari.


Filippo GANNA. 10 e lode. Sfreccia anche oggi, ancora una volta, tra grida e applausi, tra gente incantata e tanto incanto. Sfreccia e spinge, Filippo, senza scomporsi in un esercizio solo apparentemente banale. Qui siamo di fronte a qualcosa di immenso e di sublime. Ogni superlativo è superfluo perché è lui un superlativo su quell’anti-cavallo d’acciaio che oggi è in carbonio e di nome fa “Bolide”. L’uomo e il mezzo, in mezzo un altro uomo: Fausto Pinarello. Non so chi sia più o meno grande, so solo che la vita è magìa, chimica, incontri di geni e genio: carisma. Ecco, il prossimo “bolide” Fausto lo chiami carisma. Ganna non è solo un uomo che sfreccia più veloce su una strada che sembra non esserci tanto è sospeso nel nulla, ma ha presenza, fisico e carisma: grazia elargita da Dio.


Tao GEOGHEGAN HART. 10 e lodePerde oltre due minuti all’Etna, ma non si perde d’animo: né lui né tantomeno il suo “dream team”. Ragazzo di talento, lo sapevamo fin dai tempi del Tour of the Alps. Ragazzo di testa, sapevamo anche questo. Ragazzo di tenuta, fisica e mentale. Ha tutto per proseguire il suo cammino, la sua crescita. Se per chi è un po’ in là con gli anni è consigliata la maglietta della salute, lui è un po’ in qua e si mette la maglia rosa, solo come segno identificativo: è solo l’inizio. Come a dire: d’ora in avanti farete i conti anche con me.

Jai HINDLEY. 9. In salita ci ha impressionato fino alla fine. Se solo i Sunweb avessero puntato subito su questo ragazzo australiano, non so come sarebbe andata a finire. Finisce come era logico che finisse. Con Kelderman che il prossimo anno andrà a piazzarsi in maglia Bora, si spera che sappiano guidare Jai adeguatamente. Consiglio spassionato: nel dubbio, faccia di testa sua.

Wilco KELDERMAN. 6. Regolare. Regolarissimo, senza picchi e senza acuti. Il momento più fulgido? Sull’Etna, quando fa il fagiano e va a rosicchiare qualche secondo a tutti. Poi sempre aggrappato. Sempre a subire la corsa. Gli do la sufficienza perché un podio è sempre un podio, soprattutto per chi non ne ha mai fatti, ma è chiaro che corridori di questo tipo non mi incatenano il cuore. A quelli che dissentono, come hanno fatto ieri con Gatti, rivolgo il sentito invito a firmarsi con nome e cognome e a usare un linguaggio adeguato: si può dire tutto, senza offendere. Grazie.

Joao ALMEIDA. 8. Quindici giorni in maglia rosa, vive solo una giornata di rallentamento sullo Stelvio senza sprofondare. Chiude molto bene: ragazzi, questo è un corridore.

Pello BILBAO. 7,5. Chiude al 5° posto con nelle gambe anche un Tour de France corso in nome e per conto di Mikel Landa. Tiene in piedi la baracca alla grande. Come dice Loretta Goggi: chapeau! 

Ma a questo punto corre l’obbligo di scusarmi con voi, amici di tuttobiciweb e, soprattutto, con gli amici del Team Bahrain. La fretta o chissà quale altro diavoletto gioca brutti scherzi. Ieri sono stato ingiustamente duro con il povero Pello, e Franco Pellizotti (Pello...zotti), bravo tecnico e amico da una vita, ci ha scritto con assoluto garbo rimarcando la delusione per la mia pagella eccessivamente tranchant. Ha ragione Franco. Ci sono momenti in cui si va in corto e con Pello ho letteralmente dimenticato che si era fatto un mazzo tanto in Francia (dici niente…). Quindi, mi scuso con Pello, con Franco e con tutti gli amici di tuttobiciweb. E per quanto mi riguarda, mi appello alla vostra clemenza. A voi il diritto di voto: siate buoni. 

Jakob FUGLSANG. 5. Era venuto per giocarsi finalmente il Giro, non ci riesce.

Vincenzo NIBALI. 5. Sperava di poter lottare almeno per il podio, invece chiude nella top ten. Può sembrare poco per chi è abituato a ben altro, ma intanto è ancora lui il migliore della truppa italiana.

Fausto MASNADA. 8. Arriva nono, ma il suo Giro è davvero ottimo. Lavora come un forsennato, tirando come pochi e nessuno. Pensa ad Almeida, ma anche a se stesso. D’ora in poi potrebbe pensare anche a osare di più: ha tutto per provarci.

Domenico POZZOVIVO. 7. Arriva a Milano e già di per sè questa è un’impresa.

Rafal MAJKA. 5. Ad un certo punto sembrava essere sul punto di poter fare qualcosa di molto buono, poi è scivolato indietro.

James KNOX. 7,5. Fa un Giro di grandissima qualità, d’altra parte corre per un team come la Deceunick, che con la Ineos è qualità allo stato puro.

Matteo FABBRO. 6,5. Primo Giro di grande fatica, perché si sbatte come pochi per la causa. Se fossimo nella Bora, però, con questo ragazzo proveremmo a fare qualcosa di più: diamogli spazio, lo merita. 

Jacopo MOSCA. 7. Diventa uomo squadra e lo fa benissimo. 

Rohan DENNIS. 9. Nelle crono ha in squadra l’uomo dello spazio, ma lui diventa spaziale dove nessuno se lo aspetta, su vette che puntano il cielo e lui è una stella.

Andrea VENDRAME. 7. Fa un Giro di grande continuità, nel quale forse meritava di raccogliere qualcosa di più.

Diego ULISSI. 8. Si vince due tappe, alla grande, e poi onora tutto il resto del Giro, senza risparmiarsi mai: si diverte come pochi, e ci diverte. 

INEOS. 10. Non è un caso che abbiano vinto la classifica a squadre precedendo Deceunick e Sunweb. Sono stati qualcosa di straordinario, per come hanno assorbito il colpo di una perdita importante (Geraint Thomas) e per come si sono rimessi in gioco riprendendosi il gioco e continuando a giocare con incantevole regolarità. Sette tappe vinte, quattro con Pippo, l’8° sigillo non è una tappa, ma è il Giro: giusto così. Tutto. 

Arnaud DEMARE. 9. È stato il campione nazionale francese l’uomo più veloce di questo Giro, il dominatore incontrastato, sorretto da una squadra votata alla causa e forte di un ultimo uomo – Jacopo Guarnieri (voto 9) – capace di mettere sempre il capitano nella posizione giusta per non sbagliare. Perfetti, lui e tutti i suoi. Uno per tutti, tutti per uno.

Peter SAGAN. 7. La vittoria ottenuta di forza sul traguardo di Tortoreto ce l’abbiamo ancora negli occhi e ci resterà per sempre nel cuore. Grande la vittoria del tricampione del mondo su un percorso tutt’altro che semplice. Vince campione e da un senso al suo Giro, ma anche al Giro stesso che l’ha fortemente voluto. Peccato solo per la maglia ciclamino: non si può dire che gli sia sfuggita, perché in pratica non l’ha mai vista (solo due giorni).

Simon PELLAUD. 8. Lo svizzero della Androni Giocattoli si porta a casa la classifica dei traguardi volanti precedendo di 22 punti Thomas De Gendt. La formazione di Savio ed Ellena piazza tre corridori nei primi cinque: bravi quindi anche Mattia Bais e Jhonatan Restrepo.

Mattia BAIS. 8. L’ennesimo ragazzo dell’Androni Giocattoli si vince la classifica degli indemoniati. Mattia ha vinto la speciale classifica “Fuga Bianchi”, precedendo di 30 punti Marco Frapporti della Vini Zabù. A Gianni Mura questa classifica sarebbe piaciuta un sacco, perchè considerava il ciclismo uno sport unico. L’unico sport dove chi fugge non è considerato un vigliacco.

Thomas DE GENDT. 7. Vince il premio della combattività “Continental” e se lo merita eccome, perché il belga, in ogni caso, onora tutte le corse, senza distinzioni (il battuto è Pellaud dell’Androni). Ha anche il grande merito di chiedere scusa immediatamente dopo essere stato ingiustamente duro con l’organizzazione che secondo lui aveva messo in atto una “bolla” piena di falle. Il belga poi ritratta. Ammette di essersi fatto prendere la mano. Buone gambe. Buona testa. Buono tutto.

LE PROFESSIONAL. 8. Perchè sono professionali. Caro Mauro, inteso come Vegni, gran capo del Giro tutto, le Professional invitate e spesso bistrattate, derise e vilipese sono una vera risorsa, spesso anche una scialuppa di salvataggio. Spesso appese ad un filo di un’economia senza fiato, le Professional fanno la loro parte. Anche questa volta con dignità, rigore e senso di responsabilità. W tutte? Si, viva tutte! W Bardiani CSF Faizané! Viva Androni Giocattoli! Viva Vini Zabù Ktm! Viva loro più di certe squadre World Tour che vengono qui con quel senso di sufficienza a dir poco fastidioso, magari anche creando problemi e mettendo sotto scacco tutti, organizzatori compresi. Battiamoci, battetevi cari “stockholder” a mutare le regole del gioco. Meno squadre di World Tour e più Professional, più “wild card” per gente che ha voglia di correre, di mettersi in gioco senza rovinare le regole del gioco come a Morbegno. Un anno fa, caro Mauro, dicevi: è l’ultimo anno che do una mano alle squadre italiane, devono fare un salto di qualità. Io penso, e ne sono fortemente convinto, che il salto lo dovete fare voi: indietro, per provare ad andare avanti. Tutti assieme.

GROUPAMA-FDJ. 9. Non solo sono la squadra più veloce, ma anche la più corretta, per questo si aggiudicano anche il premio “fairplay” Polizia Stradale per mezzo punto sulla Androni Giocattoli e 20 sulla Sunweb e la Ag2r La Mondiale. Ultima, ma guarda un po’, la EF ovvero quelli che volevano interrompere il Giro. A volte il caso. 

Giovanni TREDICI. 10. Un lavoro pazzesco, svolto prima, molto prima e, poi, la messa in opera in queste tre settimane complicate. Un protocollo contro il Covid-19, elaborato dal professor Tredici, dal 1982 medico della corsa rosa, coadiuvato dal dottor Massimo Branca, ormai un fratello e dal dottor Stefano Tredici, un figlio. Un protocollo rivoluzionario che potrebbe diventare paradigma e oggetto di studio. Oltre ai tradizionali tamponi molecolari Pcr, per la prima volta in una manifestazione sportiva di alto livello sono stati utilizzati anche quelli antigenici veloci, che danno una risposta in 5’ e permettono di effettuare uno screening immediato. Più di ottomila tamponi effettuati, grazie alle undici squadre del Centro diagnostico italiano di Milano. Un lavoro immane, monumentale. Il minimo che si possa fare e ringraziarli.

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COMMENTI
Due pesi due misure
25 ottobre 2020 20:17 FrancoPersico
Wilco KELDERMAN 6. Jacopo MOSCA 7. Me la spiega? Il primo ha fatto 3 sul podio finale.

Squadre Professional
25 ottobre 2020 20:31 max73
..... giusto il commento sulle squadre Professional e l'invio a Vegni e a chi governa il ciclismo a riconsiderare il regolamento... meglio le squadre Profess. che si battono ogni giorni con corridori in fuga che molte World Tour che partecipano al Giro solo perché sono "costrette" a farlo... e poi magari lo lasciano.....

Confronto
25 ottobre 2020 21:12 Alex85
Premetto di aver iniziato a scrivere alcune di queste righe ancora prima della partenza della cronometro che decreterà il vincitore di questo Giro d’autunno, nella speranza che tra sette mesi potremo tutti essere sulle strade come sempre è stato ad applaudire i ciclisti: al di là delle polemiche, a mio avviso dovute di fronte alla brutta scena di due giorni fa, sarò il primo a godermi lo spettacolo che sanno sempre dare.
Chiunque sia tra Hindley e Geoghegan Hart a vincere, una questione balza agli occhi in quest’anno disgraziato ed è il ricambio generazionale in atto: non sono certo il primo a far notare queste cose e non rivendico alcuna esclusiva sulle cose che dirò ma mi piacerebbe discutere riguardo a qualcosa che a mio avviso ha dell’inspiegabile con chi legge questo bel sito.
Entro quindi nella questione: fino a qualche anno fa (5 o 6, non di più) si diceva che per vincere una corsa di tre settimane servisse l’esperienza. Spulciando i dati dei vincitori dei grandi giri dell’ultimo decennio si evince quanto segue (dati Wikipedia): indico la data di nascita, gli anni di professionismo, primo podio e prima vittoria in un grande giro e anni trascorsi dall’inizio del professionismo alla conquista di un grande giro.
CHRIS HORNER, nato il 23/10/1971, professionista dal 1996 al 2019, primo podio e prima vittoria Vuelta 2013 (41 anni, quasi 42!) alla diciottesima stagione da pro.
CADEL EVANS, nato il 14/02/1977, professionista dal 2001 al 2015, primo podio Tour 2007 (30 anni) e prima vittoria Tour 2011 (34 anni), alla undicesima stagione da pro.
ALEJANDRO VALVERDE, nato il 25/04/1980, professionista dal 2002, primo podio Vuelta 2003 (23 anni) e prima vittoria Vuelta 2009 (29 anni), alla ottava stagione da pro.
BRADLEY WIGGINS, nato il 28/04/1980, professionista dal 2001 al 2016, primo podio Tour 2009 (29 anni) e prima vittoria Tour 2012 (32 anni), alla dodicesima stagione da pro.
RYDER HESJEDAL, nato il 9/12/1980, professionista dal 2004 al 2016, primo podio e prima vittoria Giro 2012 (31 anni), alla nona stagione da professionista.
ALBERTO CONTADOR, nato il 6/12/1982, professionista dal 2003 al 2017, primo podio e prima vittoria Tour 2007 (24 anni), alla quinta stagione da pro.
VINCENZO NIBALI, nato il 14/11/1984, professionista dal 2005, primo podio Giro 2010 e prima vittoria Vuelta 2010 (25 anni), alla sesta stagione da pro.
CHRIS FROOME, nato il 20/05/1985, professionista dal 2007, primo podio e prima vittoria Vuelta 2011 (26 anni, in tribunale), alla quinta stagione da pro.
ANDY SCHLECK, nato il 10/06/1985, professionista dal 2005 al 2014, primo podio Giro 2007 (21 anni) e prima vittoria Tour 2010 (25 anni), alla sesta stagione da pro.
GERAINT THOMAS, nato il 25/05/1986, professionista dal 2007, primo podio e prima vittoria Tour 2018 (32 anni), alla dodicesima stagione da pro.
PRIMOZ ROGLIC, nato il 21/11/1989, professionista dal 2013, primo podio Giro 2019 e prima vittoria Vuelta 2019 (29 anni), alla settima stagione da pro.
NAIRO QUINTANA, nato il 4/02/1990, professionista dal 2009, primo podio Tour 2013 (23 anni) e prima vittoria Giro 2014 (24 anni), alla sesta stagione da pro.
FABIO ARU, nato il 3/07/1990, professionista dal 2012, primo podio Giro 2014 e prima vittoria Vuelta 2015 (25 anni), alla quarta stagione da pro.
TOM DUMOULIN, nato l’11/11/1990, professionista dal 2012, primo podio e prima vittoria Giro 2017 (26 anni), alla sesta stagione da pro.
SIMON YATES, nato il 7/08/1992, professionista dal 2014, primo podio e prima vittoria Vuelta 2018 (26 anni), alla quinta stagione da pro.
RICHARD CARAPAZ, nato il 29/05/1993, professionista dal 2017, primo podio e prima vittoria Giro 2019 (26 anni), alla terza stagione da pro.
EGAN BERNAL, nato il 13/01/1997, professionista dal 2016, primo podio e prima vittoria Tour 2019 (22 anni), alla quarta stagione da pro.
TADEJ POGACAR, nato il 22/09/1998, professionista dal 2019, primo podio Vuelta 2019 (20 anni) e prima vittoria Tour 2020 (21 anni, un giorno prima dei 22), alla seconda stagione da pro.
Vi è poi un altro gruppetto di atleti considerati delle promesse delle corse a tappe che hanno collezionato piazzamenti e podi senza però essere mai riusciti a farle proprie. Senza pretese di esaustività citerei:
JOAQUIM RODRÍGUEZ, nato il 12/05/1979, professionista dal 2001 al 2016, primo podio Vuelta 2010 (31 anni), alla decima stagione da pro.
RICHIE PORTE, nato il 30/01/1985, professionista dal 2010, primo podio Tour 2020 (35 anni), alla undicesima stagione da pro.
RIGOBERTO URAN, nato il 26/01/1987, professionista dal 2006, primo podio Giro 2013 (26 anni), alla ottava stagione da pro.
STEVEN KRUIJSWIJK, nato il 7/06/1987, professionista dal 2010, primo podio Tour 2019 (32 anni), alla decima stagione da pro.
THIBAUT PINOT, nato il 29/05/1990, professionista dal 2010, primo podio Tour 2014 (24 anni), alla quinta stagione da pro.
ROMAIN BARDET, nato il 9/11/1990, professionista dal 2012, primo podio Tour 2016 (25 anni), alla quinta stagione da pro.
Alla luce dei risultati del Giro appena concluso aggiungiamo all’elenco:
WILCO KELDERMAN, nato il 25/03/1991, professionista dal 2012, che ottiene il primo podio al Giro 2020 alla decima stagione da pro.
TAO GEOGHEGAN HART, nato il 30/03/1995, professionista dal 2017, vincitore del Giro 2020 (quarta partecipazione ad un grande giro) alla quarta stagione di professionismo.
JAI HINDLEY, nato il 5/05/1996, professionista dal 2018, secondo al Giro 2020 (terza partecipazione ad un grande giro) alla terza stagione di professionismo.
E mettiamo pure JOAO ALMEIDA, nato il 5/08/1998, professionista dal 2019, quarto in generale alla prima partecipazione ad un grande giro.
Al di là di certi record di longevità come quelli di Horner o di Valverde, gli atleti che hanno dominato i grandi giri tra la fine degli anni 2000 e tutti i 2010 sono arrivati alla maturità agonistica dopo la quinta/sesta stagione in poi mentre sono quelli nati tra il 1995 e il 2000 che stanno dimostrando una precocità assoluta… non credo che sia solo una questione di essere “fenomeni”: penso che fenomeni lo siano (stati) anche Contador, Froome e Nibali, senza pensare a Roglic che non metto ancora sul piano dei precedenti tre ma che per la storia sportiva che ha alle spalle è altrettanto “fenomenale”.
Campioni precoci ci sono sempre stati: Felice Gimondi vinse il Tour 1965 a 22 anni, Eddy Merckx il Giro 1968 pochi giorni prima del ventitreesimo compleanno, Fausto Coppi addirittura il Giro 1940 a 20 anni! Ma sappiamo tutti che non si possono fare paragoni con una situazione tanto diversa rispetto ad oggi.
Che cosa è allora che rende questi atleti di 22/23 anni così competitivi?
Va bene che per restare a Nibali e Froome la carta d’identità conta nella perdita di competitività, ma manca quasi completamente all’appello la generazione dei trentenni come Aru, Dumoulin, Quintana, Bardet, Pinot, Uran, Van Garderen etc. (escludo solo Roglic): alcuni hanno vinto, altri non ancora ma da qualche anno non sembrano più in grado di competere sull’arco delle tre settimane pur essendo ormai ciclisti di grande esperienza e nel pieno della loro maturità.
Si tratta semplicemente di un’infornata di talenti eccezionali? oppure dipende dalle tecniche di allenamento sempre più accurate e capaci di dare la massima competitività anche ad atleti giovanissimi e “inesperti”?
Vediamo anche come finirà la Vuelta con il duello annunciato tra Roglic e Carapaz, ma Giro e Tour di questo biennio 2019-20 hanno davvero sovvertito tutte le gerarchie logiche… È anche per questo che il ciclismo è tanto bello!

Kelderman
25 ottobre 2020 21:21 runner
Non sono d'accordo con il 6 striminzito a Kelderman, giunto terzo. È evidente che la Sunweb sullo Stelvio (quando lui in classifica aveva quasi tre minuti si Bart...) lo ha letteralmente abbandonato. Avessero fermato Hindley, all'arrivo non avrebbe perso più di un minuto e a Milano si sarebbe giocato la cronometro a suo favore, probabilmente vincendo il Giro.

Il voto a Stagi
25 ottobre 2020 21:29 Vindime
Stagi voto 10, soprattutto per aver ammesso di aver sbagliato, dote più unica che rara in un mondo malato di egocentrismo

Ciclismo italiano
25 ottobre 2020 23:07 Nico85
Al ciclismo italiano manca la quantità di corridori passati al professionismo. La scarsa qualità non è che il frutto di un minor numero di corridori pronti a gettarsi nelle volate, a scattare in salita o a battagliare nella classiche del Nord. Il ricambio generazionale purtroppo non c'è stato, ma da questo Giro escono 5 note positive: 1)Ganna, 2)Masnada, 3) Fabbro, 4)Ballerini 5)Vendrame.

ragionevole dubbio
25 ottobre 2020 23:18 Fondriestbike
mi viene un dubbio: ma non è che nell'ammiraglia Sunweb sedevano quest'anno i medesimi "grandi tattici" (mi si perdoni l'ironia) che due anni orsono fecero perdere il Giro a Tom Dumulin..?
Se ciò fosse vero appare chiaro che Kelderman non meriti 6, ma forse meriti 2 o 3 "l'ammiraglia"....

Un bel tre alla RAI
26 ottobre 2020 00:09 pickett
Tralasciamo le interruzioni pubblicitarie,sempre + numerose e insopportabili.La regià é pessima;continui ,inutili e fastidiosissimi replay;immagini caotiche,corridori ripresi male,telecronisti che non seguono la corsa ma parlano d'altro.Bugno imbranatissimo,stralunato,quando parla sembra che abbia un bocca una cucchiata di risotto bollente.Oggi quando Demare , Nibali e altri corridori hanno tagliato il traguardo,non é neppure apparso il tempo in sovrimpressione!Come ai tempi di Bitossi e Dancelli.Siamo nel 2020!Cairo vendi i diritti a Sky!

pagelle condivisibili
26 ottobre 2020 07:51 AleC
condivido il seino stiracchiato a Kelderman, nella tappa dello Stelvio ha dimostrato il gap di personalità fra lui e il connazionale, ex compagno di squadra Dumoulin. quest'ultimo riuscì a gestirsi benissimo dopo il ben noto attacco di caghetta, mentre Kelderman è andato a strappi, segno probabilmente di un alternarsi di stato d'animo.
ma se un 6 va dato a Kelderman, molto meno lo merita la sua ammiraglia, che ha deciso di non decidere lasciando Hindley con Tao ma senza fargli provare nemmeno uno scattino per togliersi l'inglese di ruota. probabilmente non avrebbe raggranellato tutti i secondi persi fra Cernusco e Milano, ma magari non sarebbe partito così spacciato come ieri.

alex 85 ; confronto
26 ottobre 2020 08:09 bernacca
molto interessante il tuo post! avrei piacere che qualche esperto (magari qualche ds ) analizzasse i tuoi dati

Considerazione
26 ottobre 2020 08:26 Maurone
Quelli dell'ammiraglia della Sunweb sono gli stessi di 2 anni fa, quelli di Demoulin, detto da Magrini

Considerazione
26 ottobre 2020 08:29 Maurone
Mi sarebbe piaciuto che qualcuno, sempre pronto a dare voti a destra e manca, si fosse ricordato di dare un voto all'Androni Giocattoli e a Gianni Savio.........

alec??
26 ottobre 2020 08:32 kristi
non so che tappe hai visto , sullo stelvio se hindley non è scattato evidentemente non ne aveva , anche perchè non so se hai notato ma dennis andava come una moto . infatti a sestriere quando davvero si è trovato da solo con tao , ha provato 5 volte a scattare , e 5 volte tao lo ha francobollato addirittura irridendolo facendogli la "mezza ruota" , tao e la ineos hanno meritato di vincere . PUNTO . con i se e con i ma potremmo ripartire da palermo per un altro giro .

voti mancanti
26 ottobre 2020 10:37 fransoli
non sarà politically correct dare i voti ai colleghi però essendo RAI una parte importante nell'economia del Giro perché non dare i voti anche a lei? D'altronde Gatti si è espresso più vole su Genovesi riducendolo al ruolo di inutile macchietta, pur non avendo né il ruolo di commentatore né quello di telecronista né quello di opinionista tecnico.
De Luca: 5.. non so perché, ma non vale Pancani (7) quindi non può essere sufficiente
Bugno: 2.... dispiace, ma non è adatto ai microfoni
Saligari: 7... a me non dispiace, sa quello che dice e lo dice con chiarezza
Rizzato: 5... sapere molte lingue non basta, forse si è montato un pò la testa e come dice Costa vuole imitare Genovesi
Genovesi: 8... quando le storielle di contorno sono migliori della telecronaca
Cunego: 5... ha più dimestichezza con il microfono di Bugno ma non dice niente che non sia evidente
Orlando: 5
Mecarozzi, Sgarbozza: 8.... Mecarozzi ci sa fare ed è bravo nei siparietti, vedi le telecronache del nuoto con Luca Sacchi
Processo alla Tappa: sv... non l'ho mai visto, tanto mi sa che non mi sono perso niente

professional team
26 ottobre 2020 11:13 alerossi
su 24 corridori solo uno era buono: visconti, forse anche un secondo wackermann. il resto erano impresentabili contro squadre wt. di 9 fughe arrivate al traguardo e avendo le 3 pct sempre uomini in fuga sono arrivavati sempre ultimi. sarà un caso che fenix, sponsor italiano, al posto di costruire una squadra forte incentrata su un grande nome italiano abbia scelto roodhooft in un progetto estero? ci sono tante professional competitive con i wt team, ma non le italiane, con i loro gm capaci solo di parlare contro wt e uci, ma non di crescere. la alpecin in 3/4 anni è passata da continental a quasi wt, le italiane sono decenni a quel livello senza migliorare.

commenti offensivi
26 ottobre 2020 11:37 Leonk80

A fatica sono andato a rivedermi i commenti dell'art. di Gatti, non li ho trovati particolarmente maleducati, immagino che i commenti offensivi non siano stati pubblicati altrimenti siete un po' permalosi e mi stupirebbe.
A fatica perchè i commenti spariscono quando l'articolo finisce tra le rubriche ( "gatti e misfatti" "voti del direttore"), ho dovuto cercare tra la mia cronologia.
Quanto all'ennesimo invito a firmare i commenti lo trovo un po' paternalistico e mi fa sorridere. Primo perchè non potreste comunque sapere se un nome e cognome verosimile è vero o falso. Se pensate che è un modo per evitare commenti offensivi sappiate che i social sono pieni di haters imbecilli che usano il proprio nome vero e ciò nonostante continuano a fare gli imbecilli, per questo avete un moderatore che prima di pubblicare i commenti li legge.
Secondo, e molto piu importante, un nome verosimile non rende un commento più intelligente. Se può servire come spunto per una discussione prendetelo così com'è senza ergervi a maestri di galateo.

rai voto 0
26 ottobre 2020 15:58 kristi
per continuare a tenere a capo della redazione sportiva burbarelli . condivido in toto voto ed impressioni di fransoli al riguardo . d altronde vado denunciandolo ( ops francesismo ma io non sono certo rizzato ehee) ormai dalla seconda tappa : squadra rai al giro IMPRESENTABILE .

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Una bravata, qualcuno parla di spregio, sicuramente un furto e comunque un gesto deplorevole. Una mano ignota ha portato via la piccola statua raffigurante un ciclista in bici poggiata sul basamento in pietra con tre bulloni (vedi foto) presso il...


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