Arnaud DEMARE. 10 e lode. È straripante. Altro che freccia tricolore, è un razzo. Un missile. Un proiettile terra terra che non lascia scampo: quattro su quattro. Squadra perfetta, con un Guarnieri ispirato come pochi, che tira volate “no look”, come il miglior Pirlo (il calciatore). Schemi rodati, sorretti ormai da entusiasmo ed euforia che autoalimenta l’autostima. Il vero problema per Demare, oggi, non è provare a vincere, ma è farlo cercando di restare a terra, perché ormai è prossimo a spiccare il volo. Dimenticavo, contabilità recente: 14a vittoria stagionale, quinta vittoria di tappa al Giro in carriera, quarta nello stessa edizione. L’ultimo a farlo un certo Bernard Hinault. Lo so, non è la stessa cosa, ma aiuta in ogni caso ad inquadrare la questione. Se per tutti noi questo è un anno di… lui ha ben più di un motivo per ricordarselo con piacere.
Peter SAGAN. 9. Trentaduesimo secondo posto nei Grandi Giri, ma lui anche quando perde è un grande. Cosa volete che vi dica: Sagan Presidente? Di che cosa? Fate voi.
José HODEG. 7. Alvaro si posiziona anche bene, Davide Ballerini (voto 7,5) lo porta lì in rampa di lancio, ma contro l’Arnaldo c’è poco da fare, se non pregare che un giorno si dimentichi di fare lo sprint, e temo che non accadrà.
Simone CONSONNI. 6,5. Fa il vice Elia Viviani dopo che una moto dell’assistenza (voto 2) ci tira giù come un birillo il campione olimpico. Per la volata il veronese si adopera per lanciare il 26enne bergamasco che ottiene in ogni caso un buonissimo quarto posto.
Rick ZABEL. 6. Il figlio d’arte della Israel Start-Up Nation si butta nella mischia e ne esce con un piazzamento nei cinque che comunque non è da buttare via.
Fernando GAVIRIA. 4. È lì, ben messo come pochi, poi accenna a partire, ma si risiede. Fine.
Stefano OLDANI. 7. È un ragazzo, che sta prendendo le misure e confidenza con volate di un certo tipo. Guarda caso anche lui ha 22 anni, insomma, se questa non è una buona annata… E lui è buono. Non perdetelo di vista.
Jacopo MOSCA. 7. Fa di tutto e di più, oggi si butta anche nella volata e arriva 9°: bravo!
Elia VIVIANI. 17. Va bene, l’ha capito anche lui: non è la sua annata, ma non accanitevi. Se lo vedete, non prendete la mira, anche perché è pericoloso, non è bello finire tamponati da una motocicletta. Lo stesso avvertimento ad autisti, piloti di elicotteri e sportivi affacciati al balcone: quest’ultimi evitino di tirare giù vasi con fiori annessi. Per il resto, Elia l’ha capito: è un anno da dimenticare. Proposta alla Strega dai denti verdi: si dimentichi di Elia. Ha già dato.
Joao ALMEIDA. 9. Per il nono giorno in maglia rosa e visto che l’appetito vien mangiando il portoghese non ha nessunissima intenzione di mettersi a digiuno proprio ora. Domani arrivano papà e mamma. Lui ha la Nove Colli da superare, difatti se la supera va a 10: maglie rosa.
Mattia BAIS. 7. Il ragazzino dell’Androni va per tutto il giorno in giro per il Giro. Non ci va da solo, ma accompagnato da Fabio Mazzucco, Francesco Romano (Bardiani-CSF-Faizanè), Sander Armée (Lotto Soudal) e Marco Frapporti (Vini Zabù-KTM). A tutti un bel 7, perché in una tappa così era più consigliabile starsene tranquilli in gruppo. Mattia, però, impari la lezione: qualche “trenata” in meno, per provare a fare qualcosa di più. Con meno smania di stare davanti, forse ci restava in compagnia del 34enne belga Sander Armée, l’ultimo a cedere.