Peter SAGAN. 100. Fa un numero, poi dà i numeri, nel senso che ce li dà involontariamente ma sono tutti da giocare, se volete e se potete. Era da 461 giorni che il fuoriclasse slovacco non vinceva: da Colmar a Tortoreto Lido. 114 le vittorie in carriera. 12 quelle al Tour, 4 quelle alla Vuelta, 1 oggi al Giro per completare la sua personalissima collezione di vittorie di tappa. Peter è il centesimo corridore a vincere tappe in Grandi Giri. Numeri da giocare, anche se oggi a giocare come un bimbo sulle montagne russe è stato lui, e noi ci siamo divertiti come pazzi. Per il Giro che riparte con le gomme sgonfie e il morale sotto i pedali, uno come Peter non solo è prezioso, ma provvidenziale: clonatelo!!!
Brandon MCNULTY. 8. Vi avevo detto già dal via di Palermo di tenere d’occhio questo ennesimo bimbo di 22 anni di “stanza” in UAE Emirates. Ottimo secondo posto di tappa, è in ogni caso 13° nella generale. È qui per imparare, noi impariamo a conoscerlo.
Joao ALMEIDA. 8. Cosa vuoi dire a questo ragazzino portoghese che corre con la leggerezza dei suoi 22 anni, ma con la sicurezza di chi è consapevole di che pasta è fatto. Seguito per anni da Andrea Morelli del Centro Mapei Sport di Olgiate Olona, è diventato corridore all’ombra di uno dei più attenti “talent scout” mondiali: Axel Merckx. Il ragazzo di Davide Bramati è in rosa non per caso. Chi lo crede, si ricrederà.
Ben SWIFT. 7,5. Tappa tutta d’attacco. Tutto il giorno in fuga con Dario Cataldo (Movistar), Simon Clarke (EF), Filippo Ganna (Ineos), Davide Villella (Movistar) e Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli). Alla fine è l’ultimo a resistere allo strapotere di Sagan: non è poco. Non è poco per niente.
Pello BILBAO. 7. Il 30enne corridore spagnolo della Bahrain ci prova, e lo fa bene. Non è un attacco dimostrativo, ma dimostra di potere essere molto pericoloso. Non viene quasi mai menzionato, diciamo pure ignorato: sbagliano.
Filippo GANNA. 7,5. Sta facendo un Giro strepitoso, forse lo sta facendo anche provando a osare per verificare fino a quanto può arrivare e fin dove può arrivare. Io resto incantato e spero proprio che la sua asticella possa salire in maniera esponenziale alla sua altezza e alla potenza espressa. Se così fosse: che spettacolo.
Jakob FUGLSANG. 17. Ci sarà anche chi avrà esultato, non io. A me non piace vedere un corridore perdere terreno per una foratura a meno di dieci chilometri dal traguardo quando la corsa è in piena “bagarre”. Peccato per il danese della Astana, ma non fatevi illussioni. Jakob forse avrà gli zebedei che sfiorano terra, ma in squadra ha uno come Beppe Martinelli che sa come tirar fuori motivazioni anche a chi sembra rassegnato. Rassegnatevi: il danese ve lo troverete sempre tra le ruote.
Jhonatan RESTREPO. 7. Il 24enne colombiano dell’Androni Giocattoli Sidermec ci prova ancora. Con tempismo e abilità. Il ragazzo di Savio e Ellena quest’anno ha giù vinto sei corse e dimostra di aver ritrovato fiducia in se stesso. Passato professionista appena 20enne alla Kastusha, forse aveva bisogno di tempo per maturare, per prendere confidenza con la categoria. Certo, è molto probabile che non si stia parlando di un campione, ma forse Savio ha dato l’opportunità ad un corridore di diventare “un buon corridore”. E non è poco.
Domenico POZZOVIVO. 7,5. È pazzesco il corridore bionico della NTT. Fora in discesa quando mancano all’arrivo 22 km. Rientra in un amen in salita, poi già che c’è prova anche ad attaccare. È minuto, ma ha davvero il gambone. Ma è più grande la sua determinazione o il suo cuore? Il dibattito è aperto.
MITCHELTON SCOTT. 10. Alla fine decidono di togliere il disturbo non per mancanza di rispetto nei confronti del Giro, ma per proteggere la corsa rosa. Troppi casi in casa Mitchelton e Brent Copeland, il grande capo, fa la scelta giusta. È un segno di responsabilità, responsabilità sociale per dirla con Brent.
JUMBO VISMA. 4. Con tutto il rispetto, non è bello che la formazione olandese sia letteralmente scappata dal Giro. Non è bello accampare scuse sul fatto che negli alberghi c’era troppa promiscuità, troppi persone estranee alla corsa, quindi non coerenti alla “bolla”. Al Tour – dove hanno fatto un grandissimo lavoro e noi l’abbiamo evidenziato più volte (i giornalisti, per esempio, in Francia erano testati e quindi inseriti nella bolla) – negli alberghi non tutto è andato come doveva. Quindi, gli amici olandesi sono pregati di non fare i fenomeni. O meglio, il sospetto è che lo facciano perché considerano la nostra corsa di serie B. Al Tour, perché erano lì con Roglic in giallo, un “dream team” e pensavano anche di aver vinto, non hanno proferito parola. Qui hanno pensato bene di alzare i toni, di andare via in maniera molto antisportiva. È probabilissimo che alla partenza da Palermo - nel quartier generale di Isola delle Femmine - qualcosa effettivamente non sia andato per il verso giusto, ma al Tour sin da Nizza ci sono state situazioni analoghe (noi di tuttobiciweb avevamo, come del resto al Giro, una nostra inviata): nessuno ha proferito verbo. Sarà stato solo un problema di lingua?
P.S: Leggo che la stampa internazionale ci sta lettaralmente togliendo la pelle, con concetti tipo: italiani campioni solo di apparenze. Potrà anche essere vero, ma se la cosa era così scandalosa, perché non denunciarla subito? Perché attendere che si infettassero tutti? Complimenti per la tempestività.