Alex DOWSETT. 10. Non è un ragazzino, perché ha 32 anni, ma il britannico dell’Accademia Israeliana piange come un bimbo per la commozione. Primatista dell’ora nel 2015 a Manchester (52,937), poi battuto poco più di un mese dopo da sir Bradley Wiggins, questo ragazzo ha dovuto combattere anche con l’emofilia, e questo anno di Covid non è stato senz’altro facile per lui. Al Giro aveva vinto la crono di Saltara, oggi fa il bis con una vittoria in solitaria. È un uomo abituato a lottare da solo, ma merita l’abbraccio di tutti.
Salvatore PUCCIO. 6,5. Il siciliano della Ineos Grenadiers ci riprova. Dopo la Sila eccolo all’attacco sulle vette abruzzesi con Simone Ravanelli (Androni-Sidermec), Joey Rosskopf (CCC), Matthias Brändle, Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation) e Matthew Holmes (Lotto Soudal). Tanta strada davanti al naso, sperando che quelli dietro su tutto quel mangiaebevi lascino fare. Alla fine sono loro che si giocano la tappa, ma il siciliano che ha davvero la gamba dei giorni migliori, getta alle ortiche l’occasione della vita. Parte Dowsett e lui cincischia troppo. Perde colpevolmente l’attimo e arriva secondo. La sua sarebbe una tappa da 10 con lode, ma per come gestisce il finale, purtroppo, è appena sopra la sufficienza. Conoscendo Salvatore, lui con se stesso sarà anche più severo.
Matthew HOLMES. 6. Il 26enne britannico completa il podio di oggi. Buonissima la sua prova, ma anche per lui vale il discorso fatto per Puccio.
Joey ROSSKOPF. 6. Si è fatto il mazzo per tutto il giorno con tutti gli altri, poi raccoglie quello che può.
Simone RAVANELLI. 7. Perché a lui sette? Perché il 25enne bergamasco è il meno titolato, e l’unico di un team Professional. Per dirla con il Manzoni, è un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. Se la cava, e anche bene. Sesto, tra cotanto senno.
Michael MATTHEWS. 6. Vince la volata per il 7° posto. È un passettino.
Fernando GAVIRIA. 5,5. Perde anche una volata che valeva poco, ma per la convinzione di un corridore che va alla ricerca di conferme valeva parecchio.
Elia VIVIANI. 5. Ci ha provato, ma anche in questa occasione le gambe non erano esplosive. Non vi nascondo che mi aspettavo un colpo di scena: un Viviani in fuga oggi. Per la serie: perdere per perdere, do spettacolo. Quindi 5 anche a me.
Simon YATES. 19. Andava piano, e forse qualcosa già aveva. Sintomi leggeri, dicono. Però più che sufficienti (37,3°) per non essere al top. Almeno abbiamo una spiegazione.
ANDRONI. 8. Cosa vuoi dire ai ragazzi di Gianni Savio? Niente. Sette tappe, sette corridori che entrano nelle fughe di giornata. Mattia Bais (due volte), Jonathan Restrepo, Simon Pellaud (due) Josip Rumac e oggi Simone Ravanelli. Squadra che attacca e osa. Dai e dai qualcosa porterà a casa. L’Androni fa giocattoli, loro si divertono: noi anche.
Arnaud DEMARE. 7. Voleva il terzo successo consecutivo che non succede al Giro dai tempi di Saronni 1980. Dopo aver aggiornato il record di tappa, cercava anche questo record, che invece resta a noi: tié! Ah, dimenticavo: il campione di Francia supera Sagan nel traguardo volante, così, tanto per non perdere l’abitudine.
SPINACI. 10. Erano gli Anni Novanta e la Gruppo (Columbus e Cinelli) di Antonio Colombo e Paolo Erzegovesi, aveva ideato gli “spinaci” (all’epoca di questo progetto se ne occupò tanto e bene anche Luciano Fusarpoli), piccole protesi da mettere al manubrio. Furono cancellati con un colpo di spugna dalla commissione dei materiali dell’Uci perché giudicati pericolosi. Oggi i corridori vanno regolarmente in fuga poggiando gli avanbracci sul manubrio, senza l’ausilio dei famosi “spinaci”. Domanda: così è sicuro? Non è il caso di riproporre queste piccole protesi che erano comode e i corridori userebbero in tutta sicurezza?
Mauro VEGNI. 8. «La bolla ha retto, è il primo caso dopo 10 giorni. I test rapidi hanno una loro valenza, perché ci hanno permesso di fermare Simon Yates in maniera veloce: se avessimo dovuto utilizzare il protocollo dell'Uci, questa mattina avremmo dovuto inviare a Milano i suoi test e aspettare una risposta. Il corridore, dunque, sarebbe potuto partire. Con il nostro test veloce, invece, siamo riusciti a bloccare la situazione e a salvare la 'bolla'». Il resto son balle.