Arnaud DEMARE. 10 e lode. Veloce in arrivi lenti, velocissimo in arrivi veloci: è il più forte di tutti. Punto. Non c’è partita con nessuno, il campione di Francia sembra essere davvero di un altro pianeta, invece viene da Beauvais, 90 km a nord di Parigi: Francia. Ci consoliamo solo con il prosecco Astoria che gli piazziamo tra le mani. Altro che champagne, almeno che festeggi con qualcosa di italiano. Dimenticavo: fenomenale Jacopo Guarnieri (voto 9). È l’ultimo uomo, ma il primo a complimentarsi. Vive l’Italie!
Peter SAGAN. 7. Cosa vuoi dire a uno che non sbaglia nulla, ma ha il solo torto di dover sprintare con il velocista più forte del momento? C’è poco da dire e da fare, se non prendere atto e aggiornare la sua personalissima contabilità: 31 secondi posti per lo slovacco nei Grandi Giri, è da 457 giorni che non vince.
Michael MATTHEWS. 6. Fatica, fatica tanto. Prova a metterci il naso, ma prende l’ennesima facciata.
Ben SWIFT. 6. Si arrangia danzando in testa al gruppo, ma alla fine balla da solo.
POZZOVIVO. 7. Pilotato e protetto dal belga Victor Campenaerts, prova a non correre più pericoli dopo aver inseguito tutto il giorno. Dicono: ma ha preso troppi ventagli? A chi lo pensa, rispondo io per lui: voi avete preso troppo sole.
Alvaro José HODEG. 5. Il 24enne colombiano ha la sua occasione e non mi sembra molto in palla. Qualcosa non funziona negli automatismi tra lui e Davide Ballerini. Non è una volata facile, ma loro la rendono molto complicata.
Enrico BATTAGLIN. 6. Quando può si butta nella mischia e non lo fa nemmeno male. Questo non è chiaramente un arrivo adatto a lui, ma è già buono che provi a fare ciò che non è nelle sue corde.
Filippo FIORELLI. 6,5. Il ragazzo della Bardiani CSF Faizané mi piace perché ci prova, osa, si mette in discussione, rischiando anche qualche vaffa in gruppo. Porta a casa l’ennesimo piazzamento, ma solo così si può sperare di migliorarsi.
Elia VIVIANI. 5. È chiaro che non è Elia. Non posso dire che abbia perso una volata, perché non l’ha fatta.
Fernando GAVIRIA. 5. Non pervenuto, anche oggi.
Thomas DE GENDT. 7. Il barbuto corridore della Lotto-Soudal prende e va in fuga con gente che sa cosa significa pedalare con il vento in faccia. A fargli compagnia gente nota di questo Giro, Simon Pellaud dell’Androni Giocattoli - Sidermec, Josef Cerny della CCC e il solito Marco Frapporti della Vini Zabù –KTM. Insomma, i soliti noti nella solita posizione: quella degli attaccanti.
Jakob FUGLSANG. 5,5. Oggi straordinari in una giornata in cui si poteva anche recuperare un po’. Sempre indietro ad inseguire, a causa di questi ventagli. Il danese è anche sfortunato, cade con la maglia bianca Harm Vanhoucke e Jhonatan Restrepo. Tanto vento e tante botte: ne esce bene, è una ragione in più per temerlo.
Sean BENNETT. 4. A 45 km dal traguardo, proprio sotto l’arco della Named, sbanda e perde il controllo della bicicletta scatenando un incredibile effetto domino. Taglia in due il gruppo. Sean lo squartatore.
Vincenzo NIBALI. 7. Non si fa sorprendere dagli imprevisti. Annusa l’aria e non si fa prendere dall’ansia. A quasi 36 anni, grazie anche ad una spalla d’eccezione come Jacopo Mosca, non sappiamo se riuscirà a vincere il Giro, ma oggi dimostra cosa si deve fare per non perderlo. Lo Squalo è un’Aquila, grazie a Mosca.
Simon YATES. 5. Magari nella terza settimana si travestirà da super Yates, ma anche oggi il britannico ha fatto il minimo necessario per non uscirne con le ossa rotte. Regolarmente in fondo ad inseguire, speriamo di vederlo presto risalire qualche posizione: se non altro per lo spettacolo.
Harm VANHOUCKE. 17. Il 23enne belga della Lotto Soudal ha la maglia bianca sulle spalle (ma il titolare è Almeida, ora in rosa) e cade due volte, senza sopportare altri fastidi se non quello di passare il pomeriggio a rimontare. Premio jella.
Mauro VEGNI. 10. «Non posso che essere dispiaciuto, con l’annullamento della Parigi-Roubaix perdiamo una delle classiche più importanti del mondo, una icona del nostro sport al pari della Sanremo. E sono dispiaciuto per l'amico Prudhomme ed il suo team, so quanti sforzi sono necessari per organizzare un evento simile e capisco che l’essere costretto ad annullarlo per obblighi non sportivi dia un po’ fastidio». Parole da gran signore, per la Regina delle classiche.