Arnaud DEMARE. 11. Il voto è altino solo perché undici sono le vittorie in stagione, in questa stagione formato Knorr – concentrata –, il dado è tratto per il 29enne transalpino della Groupama, che non si fa sfuggire la prima ghiotta occasione di bissare il successo di Modena dello scorso anno. E’ una vittoria sontuosa per la squadra che batte bandiera francese. Voluta, costruita e pretesa. Lui, la freccia transalpina, non si è fatta pregare e soprattutto non si è fatto fregare.
Peter SAGAN. 6. Non va! Per poco, per pochissimo, millimetri, micrometri o nanometri. Un amen, e anche qualche… amen. Ma sbaglia, anticipando il colpo di reni, per pochissimo, questioni di attimi, che sono micrometri, nanometri, un amen…
Davide BALLERINI. 8. Guida Almeida, poi si butta in volata, e per poco non fa il colpaccio. Grande corridore, grande condizione: ci farà divertire.
Andrea VENDRAME. 7. Il ragazzo della Ag2r non teme il confronto, non teme il palcoscenico, lui si butta per un piazzamento d’onore, ad un passo dal podio. Prende le misure: per poi salirci.
Elia VIVIANI. 5. Mi dà sempre l’idea di avere la gamba ma di non trovare il varco, l’attimo. Sembra timoroso, preoccupato, resta rintanato in mezzo al gruppo di testa, poi è chiaro che per uscire lo sforzo è doppio e si fa dura.
Stefano OLDANI. 6,5. È bravo il 22enne della Lotto Soudal. È bravo a buttarsi nella mischia: sente il richiamo della volata e la fa con lo spirito della meglio gioventù. Senza pensare a quello che sarà: lui c’è!
Davide CIMOLAI. 5,5. La sua Israel fa un grandissimo lavoro, poi il rimescolamento di carte lo fa uscire come un gattino esce dalla centrifuga.
Michael MATTHEWS. 5. Ha classe, esperienza e temperamento per questo tipo di arrivi, ma forse non ha la gamba.
Filippo FIORELLI. 7. È arrivato al ciclismo in tarda età, a vent’anni, e questo forse è un bene per tutti, soprattutto per lui e per la sua Bardiani CSF Faizané. Ha tutto da imparare e far vedere. Oggi nel finale lotta come un gladiatore per tenere le posizioni per non sfigurare davanti al suo pubblico (è siciliano) e porta a casa un piazzamento importante, molto più del 9° che porta in albergo.
Jonathan CAICEDO. 7. Jonathan Paperino Caicedo prova con uno sprint a sfilare di dosso ad Almeida la maglia rosa. Ci prova con una volata intermedia in località Barcellona Pozzo di Gotto. Si butta Paperino, ma SuperPippo Almeida gli fa fare una figurina.
Joao ALMEIDA. 8. Si butta nella volata per il traguardo volante e lo vince, grazie anche all’ottimo lavoro di Davide Ballerini, che lo pilota e poi gli lascia il traguardo, prendendosi il secondo posto. Via punti, via abbuoni per la maglia rosa. Via Caicedo per un po’.
Simon YATES. 6. Come i gradi centigradi su all’Etna. Forse ha pagato il cambio di temperatura brusco: dai 36 di sabato al gelo di ieri. L’escursione termica c’è stata ed è stata anche evidente. È chiaro che lo è stato per tutti, ma è altrettanto chiaro che ognuno reagisce a suo modo, e non sappiamo se il corridore della Mitchelton Scott stia covando qualcosa o ha solo vissuto una giornata da dimenticare. Io sono portato a pensare che non correre il mondiale di Imola, una corsa di 6 ore e mezza di un certo livello, sia stato un grave errore. È partito per il Giro ingolfato e una tappa così dura dopo soli tre giorni la si può anche pagare. Un mondiale come quello di Imola a un corridore come Simon Yates sarebbe risultato non solo molto adatto, ma perlomeno utile alla causa rosa. Per la scelta: 2.
Geraint THOMAS. 10 e lode. Ieri ha finito la tappa, con una gamba sola, perché per dirla alla Beppe Martinelli, il Giro si finisce a prescindere. Lui l’ha finita pieno di lividi e una frattura al bacino: altro che storie! Poi l’insegnamento di questa storia fatta di borracce saltate o lanciate è anche data da una considerazione che ho fatto vedendo e rivedendo più volte il filmato di quella caduta. La cosa che colpisce è la velocità che sta tenendo la macchina rossa dell’organizzazione e di conseguenza i corridori. In quel momento la vettura della direzione di corsa è una sorta di “safety car”, che dovrebbe procedere lentamente verso il km zero in sicurezza, permettendo così anche agli appassionati di vedere e riconoscere i Nibali o i Ciccone, i Thomas o i Fuglsang. Invece no, giù a tutta, in un tratto di discesa a cinquanta all’ora. Un dosso, le borracce che saltano fuori e poi ci si lecca le ferite. Thomas resta a terra dolorante, così lo vedono bene tutti. Poi da oggi non lo vedi più.
Simon PELLAUD. 7. Tre tappe tre giorni in fuga per i ragazzi della Androni Giocattoli. Oggi l’ultimo ad arrendersi è proprio lo svizzero di Gianni Savio. Con lui c’erano per un lungo tratto di giornata anche Kamil Gradek (CCC Team) e Marco Frapporti (Vini Zabù Brado - KTM). A tutti, in ogni caso, un gran bel voto.
Luca SCINTO. 500. Come i franchi svizzeri che dovrà pagare di multa all’Uci, circa 450 euro, per intenderci. L’infrazione c’è, perché c’è un regolamento, e fino a prova contraria va rispettato. Lui si è scusato, la giuria l’ha multato: insomma, ognuno ha fatto il suo. Adesso, però, faccia qualcosa l’Unione Ciclistica Internazionale che ne ha facoltà, ruolo e competenza. Cambi questo ridicolo regolamento del rifornimento dopo i 30 chilometri che non ha senso di esistere, tantomeno quella dei meno dieci nelle corse con arrivo in salita. Per le tappe con arrivo in volata nessuno va’ a prendere borracce a dieci chilometri all’arrivo quando si sta andando a tutta, per le tappe che finiscono in salita spiegatemi quale è il problema. Parlatene con i responsabili delle squadre, con chi questo lavoro lo fa tutti i giorni e provate ad ascoltarli. Oppure, capovolgiamo la questione: provate a spiegarlo ai direttori sportivi, con parole appropriate e con un senso compiuto, se ci riuscite senza l’aiuto da casa, siete bravi.
TRANSENNE-AQUILONE. 2. In questo Giro-Covid, dove le bolle dovrebbero salvaguardare i corridori, i pericoli vengono da sopra e da sotto, ma anche di fianco. Occhi aperti, il nemico non ascolta ma ci vede benissimo: proprio come la malasorte. «È un fatto grave, le transenne non erano legate», dice Angelo Citracca, manager dei due ragazzi. Gli organizzatori assicurano che le transenne invece erano bloccatissime; quindi la colpa è solo dell’elicottero della Rai. Ma pesano anche le transenne-aquilone: qui si gioca a tamburello.