La Jumbo-Visma, dopo gli errori al Tour de France e il secondo posto con Primoz Roglic, non vuole più sbagliare. Così mentre si giocherà le classiche con Van Aert e Roglic al Nord, in Italia per cercare di vincere la corsa rosa ha deciso di puntare su Steven Kruijswijk.
L’olandese lo scorso anno ha conquistato il terzo posto della classifica generale della corsa gialla e al Giro d’Italia del 2016, sul Colle dell’Agnello, perse la maglia rosa, cadendo rovinosamente e rompendosi una costola. Kruijswijk quel Giro lo finì al quarto posto e adesso è in cerca del suo riscatto.
Il Giro non era parte dei tuoi programmi, come siete arrivati a questa scelta?
«Non era inizialmente nei miei programmi, ma dopo il Delfinato abbiamo capito che il Tour non era adatto a me e quindi ci siamo focalizzati su altri obiettivi, scegliendo di puntare sul Giro d’Italia. Ho ottimi ricordi di questa corsa e voglio far bene. Con la squadra ci siamo preparati al meglio e adesso eccoci, alla vigilia di questa corsa, dove sicuramente cercherò di raggiungere il massimo obiettivo».
Hai studiato il percorso?
«L’ho visto sulla carta ma non ho potuto fare delle ricognizioni. La terza settimana sarà sicuramente la più difficile, non ho mai visto una terza settimana di corsa così impegnativa».
Nel 2016 sei stato molto sfortunato, cadendo al Giro in una delle ultime tappe. Che ricordi hai di quella corsa?
«Mi sono lasciato alle spalle tutte le cose negative del 2016 e conservo solo gli aspetti positivi. Il Giro sicuramente mi ha insegnato molto, come ad esempio portare la maglia rosa e difenderla. Gli insegnamenti di una corsa sono sempre molto utili e puoi riutilizzarli».
Quanto pensi sia realistico salire sul podio finale a Milano?
«Questa è l’unica domanda alla quale anche io non riesco a rispondere. Dopo la prima settimana di corsa sarò probabilmente in grado di farlo. Posso dire che mi sono preparato molto bene per questa corsa. Adesso aspettiamo di correre queste tappe in Sicilia e poi vedremo».
Quanto è accaduto al Tour vi mette della pressioni?
«No, assolutamente. Abbiamo un team completamente diverso rispetto a quello che avevamo al Tour. Ci sono corridori molto giovani e meno esperti, ma sicuramente molto motivati e la nostra idea è quella di correre sicuramente più coperti, in particolar modo durante la prima settimana».
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