Julian ALAPHILIPPE. 10 e lode. Voluta con il cuore, cercata con la mente, ottenuta con le gambe, buone, forti, magari non super, ma “Lulu” ha qualcosa di più: sempre. Ho un debole per questo ragazzo dal talento cristallino, nato per pedalare, forse l’atleta più spettacolare del momento, ma che dico, degli ultimi anni. Vuole la tappa del Tour (è la 5°, la sua 24a vittoria in carriera), ma anche la maglia gialla, lui che l’anno scorso l’ha onorata come pochi, facendoci sognare come nessuno. È francese, ma ne parlo con l’ammirazione che si ha verso chi fa parte di una grande famiglia, e questa sera con il groppo in gola mi inchino al cospetto di D’Artagnan, che piange lacrime vere, lacrime amare, lacrime d’amore per un padre pianto e rimpianto al quale va la sua vittoria e il nostro ricordo.
Marc HIRSCHI. 9. Ha soli 22 anni questo ragazzo svizzero, ma corre con grande personalità, e si gioca le proprie carte con assoluta lucidità. Solo un grande Alaphilippe lo priva di una grande vittoria, ma l’appuntamento è solo spostato di qualche giorno. Questo ragazzo c’è eccome: è lì da vedere.
Adam YATES. 5,5. Sarebbe da 9, perché esce dal gruppo come una palla di cannone e si precipita sui due davanti come un indemoniato. Va forte il ragazzo e si porta a casa anche abbuoni preziosi, poi pensa a giocarsi la tappa, quando sul piatto ha altri secondi preziosi che possono andare ad arricchire la sua giornata. Rallenta, fa melina, perde tempo quando dei tre è l’unico che ha interesse ad arrivare prima possibile al traguardo, per raccogliere qualcosa di più, ma non lo capisce.
Bauke MOLLEMA. 8. Il dieselone della Trek Segafredo è lì, nelle posizioni di avanguardia. Bene.
Tadej POGACAR. 8. Il 21enne sloveno della UAE Emirates corre come un navigato corridore cacciatore di Grandi Giri: si fa vedere poco, ma lo vedi là in cima all’ordine di arrivo. Non male.
Alberto BETTIOL. 6,5. È chiaro che il toscano della EF cercava qualcosa di più, ma alla fine la sua corsa è più che positiva.
Davide FORMOLO. 7. Per il suo 7° posto in classifica, a 17” da “Lulu”. Corre al fianco di Pogacar, scortandolo in lungo e in largo per tutto il giorno e già che c’è resta lì.
Domenico POZZOVIVO. 8. Malconcio e fasciato come pochi, conclude la tappa in 40a posizione a 1’16” dal primo, molto prima di altri…
Fabio ARU. 5. Tanta fatica, e nel finale con quelle accelerazioni perde i migliori, arriva ad oltre 2 minuti.
Daniel MARTIN. 4. Anche lui acciaccato come pochi, ma prende la bellezza di 17 minuti.
Caleb EWAN. 173. Nel senso che arriva ultimo, ma nel tempo massimo, a 29’08”.
Daniel MARTINEZ. 4. Anche senza pioggia e asfalto viscido, il colombiano finisce per terra: da solo. Poco più avanti figura da pollo anche per Tom Dumoulin. Si dà la colpa ai freni a disco, ai profili alti, al carbonio troppo rigido e alle gomme troppo gonfie. La verità è che, alcuni, proprio non sanno andare in bicicletta e non stanno in piedi, punto.
Lennard KAMNA. 4. In salita, sul Col d’Eze, sbanda e rischia di tirarne giù qualcuno. Fortunatamente lo scansano tutti e di danni non ne fa, ma cadere in salita in piena bagarre al centro del gruppo è da veri artisti. Chissà cosa pensa? Chissà cosa avranno pensato i suoi colleghi? Io qualcosa ho pensato…
Luka MEZGEC. 94.2. Al km 70, lungo la discesa de la Colmiane, il corridore della Mitchelton Scott fa segnare una velocità pazzesca: 94,2 km/h.
Marco MARCATO. 8. Sono tanti i corridori seri e scrupolosi: lui è senz’altro uno di questi. Professionista esemplare, uomo squadra al servizio della squadra. Ascolta prima di parlare, per questo lo ascoltano.
Matteo TRENTIN. 7. Prende e va in fuga con altri sette compagni di avventura. Si aggiudica anche il primo traguardo volante di giornata a Lac du Broc davanti a Peter Sagan. Poi fora e viene riassorbito dal gruppo. Come si dice sfiga in francese: malchance? Ecco.
Peter SAGAN. 8. Insegue la maglia verde numero otto. Ne ha già sette, record dei record, nessuno come lui. Ha fretta, si annoia, per questo prende e va subito, anche oggi, con il compagno della Bora Hansgrohe Lukas Pöstleberger, Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale), Kasper Asgreen (Deceuninck Quick Step), Toms Skujins (Trek Segafredo), Anthony Perez (Cofidis), Michael Gogl (NTT). Getta le basi per l’ottava verde, e per far questo lo slovacco va per le strade del Tour allegro e spensierato come se fosse sull’OTTOvolante.
LOTTO. 2. È strano per la Lotto non avere i numeri, ma se vanno avanti di questo passo li finiscono davvero tutti. Prima del via due del personale vengono spediti a casa per questioni di Covid. Ieri Degenkolb arriva fuori tempo massimo, questa mattina non è ripartito l’ex campione del mondo Philippe Gilbert per una frattura alla rotula sinistra (non partito anche Rafael Valls, lo spagnolo della Bahrain-McLaren, per frattura del femore destro). Insomma, speriamo che per i Lotto la ruota giri. Per ora siamo a -2: corridori.