Quelle colline dove Fausto Coppi cercò di staccare tutti, poi dominò la volata del gruppo, ma era valida solo per il secondo posto (era il Giro del Piemonte del 1949). Quei mangiaebevi dove Serse Coppi disputò la sua ultima gara prima di cadere e morire (era il Giro del Piemonte del 1951). Quelle salite dedicate a Gino Bartali e a Marco Pantani, e quelle a Hugo Koblet e a Jacques Anquetil (idea dell’Unione montana Alta Langa). Quelle pedalate indispensabili allo chef Enrico Crippa per ispirarsi e al produttore di Barolo Luca Sandrone per ricaricarsi.
Stavolta ha giocato in casa, Beppe Conti, che è di Torino, ma che fra Langhe e Roero ha collezionato molto della sua vita a pedali. Prima da corridore (qui non ha resistito alla tentazione di apparire ai tempi della sua appartenenza al Gruppo sportivo Barbero: pagina 115), poi da cronista (a “Tuttosport”), infine da opinionista (alla Rai). E recuperando nel suo archivio di servizi e ricordi, selezionando nel suo patrimonio di conoscenze e frequentazioni, ha costruito “Langhe e Roero in bicicletta” (Graphot, 160 pagine, 18 euro), i percorsi di campioni e illustri personaggi in quel territorio che sa di uva e nocciole, di castelli e cantine, di partigiani e ciclisti.
Un po’ guida, un po’ antologia, un po’ almanacco, il libro di Conti rilegge le mappe attraverso le corse e i corridori. Così Canale è la chiave per ricordare la delusione di Italo Zilioli che aspettava invano di essere premiato da Fausto Coppi (era un circuito notturno nel 1959), così Frabosa Soprana è lo spunto per rievocare la prima maglia rosa di Franco Balmamion (era il Giro d’Italia del 1962), così Alba è l’occasione per ritornare sul mal di cuore di Eddy Merckx (era il maggio del 1968). Così Costepomo è il punto di arrivo della salita in cui Diego Rosa misura il suo stato di forma. E così Roddino e Serralunga sono passaggi obbligati per i giri di Ivan Gotti.
Conti rovescia anche l’operazione, e trasformando personaggi in guide ci accompagna a scoprire strade e paesaggi. Così Guido Rossi, direttore del Centro di produzione Rai di Torino, ci introduce a Dogliani e a Monforte. Così Giancarlo Camolese, ex allenatore del Torino (calcio), ci spinge fino a Murazzano e a Cerreto Langhe. Così Cristina Doimo, ingegnere della Ferrero, ci accompagna al Castello di Grinzane o nel borgo Torresina, dove c’è la secolare Osteria Mollo con le sue memorabilia di pallone elastico.
E alla fine i Conti tornano.
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