Da ieri sera Enrico Lainati, 83 anni, brianzolo di Lissone, non è più con noi. E’ salito in cielo stroncato dalla leucemia e da lassù farà il tifo per tanti corridori ciclisti. Enrico Lainati di professione era assicuratore, però nelle sue interminabili giornate ha sempre dedicato grande spazio al ciclismo.
Per tanti anni Enrico è stato uno dei principali dirigenti italiani del dilettantismo e molti corridori approdati al professionismo gli devono dire grazie per le attenzioni che hanno ricevuto. Lainati, per tipologia di ruolo, va considerato uno dei primi team manager del ciclismo dilettantistico all’epoca dei “prima e seconda serie”. Infatti Adriano Polli, imprenditore e commerciante di mobili, gli affidò la gestione della Polli Lissone. Lainati portò alla Polli come direttore sportivo Pierino Baffi, il papà di Adriano (ora diesse alla Trek-Segafredo) e come suo vice Vito Fasoli. Per oltre un decennio, dai primi Anni ’70 ai primi ’80 alla Polli Lissone hanno corso diversi atleti poi approdati al professionismo come Osvaldo Bettoni, Amilcare Sgalbazzi, Ignazio Paleari e altri tra i quali Giovanni Tonoli che, senza approdare alla categoria superiore, si sono distinti con la maglia dell’Italia in cimenti internazionali. La maglia della Polli Lissone aveva il giallo come colore dominante. Quando Bettoni e Tonoli in coppia vincevano il Gran Premio d’Europa o il Trofeo Valco (il “Baracchi” dei dilettanti) a cronometro, Dante Brambilla li definiva “le locomotive gialle della Polli Lissone” sulle colonne del settimanale “Ciclismo d’Italia”.
E leggendolo, Lainati si commuoveva, più ancora di patron Adriano Polli. Lainati e Pierino Baffi hanno sempre garantito ai loro corridori il meglio della tecnologia. Infatti le “locomotive gialle” hanno corso prima sulle Colnago, poi con le Guerciotti. Bettoni e Tonoli erano due cilindri del quartetto azzurro della 100 chilometri cronosquadre ai Mondiali. Quella della Polli è stata un’era bellissima e irripetibile per il ciclismo dilettantistico. Nei primi Anni ’70 c’è stata l’esplosione delle tv private e Polli pubblicizzava i suoi mobili su Italia 1 (era del Gruppo Rusconi , Rete 4 (allora di Mondadori), Antenna 3. “Non so più quale canale guardare per non vedervi”, disse Carletto Passerini, patron dell’omonimo Gruppo Sportivo, ai rivali Enrico Lainati e “commenda” Polli.
La rivalità tra Polli, Passerini e Itla era cruenta. E per ironia del destino quando il commendator Polli decise di abbandonare da main sponsor il ciclismo (eccezion fatta per una breve sponsorizzazione alla squadra juniores di Luciano Menecola), Lainati passò proprio alla Passerini come manager.
Carletto Passerini assegnò a Enrico anche la presidenza del glorioso team giallo-blu. La storia di Passerini nel ciclismo è infinita e affonda le sue radici nella Excelsior Milano di fine Anni 40. Passerini ha avuto almeno 100 corridori (compresi Guidone Bontempi e Paolo Rosola) che, dopo una permanenza minima di una stagione da lui, sono diventati professionisti. Una quindicina di questi hanno corso nella Passerini quando il presidente era Enrico Lainati: da Eros Poli, Campione olimpico della 100 chilometri a squadre, a Patrizio Gambirasio, da Ettore Badolato a Giuseppe Manenti. E poi Manrico Ronchiato, Gibi Bardelloni, Gianluca Pierobon, Walter Brugna, Giuseppe Citterio, Oscar Pellicioli e ancora altri. Enrico, grazie per la passione che hai dedicato a loro e a tanti altri ragazzi. E’ giusto che lassù, come sono solito dire, ti giunga il nostro applauso.
Alla famiglia Lainati le più sincere condoglianze di tutta la redazione di tuttobiciweb e tuttobicitech