Potrebbe essere la ciclovia più lunga del pianeta Terra (e anche il sentiero più lungo). Potrebbe essere la ciclovia più ricca di arte e storia, dunque la più ricca di bellezze e tesori (e anche il sentiero più ricco). Potrebbe essere la ciclovia più lacustre e più marittima, la più gastronomica e più enologica, la più alpina e più appenninica (e anche il sentiero più più più).
Potrebbe essere, e un po’ lo è. L’Italia è un velodromo naturale (e anche un’arena naturale), il più affascinante perché il più vario itinerario immaginabile, progettabile, personalizzabile. Si potrebbe uscire dalla porta di casa, dal vagone di un treno, dal posto di frontiera e poi esplorare, scoprire, godere. Aprire gli occhi, spalancare il cuore, darsela a gambe. Ma tra cementificazione e incuria, tra miopia politica e speculazioni economiche, si sta cancellando questa vocazione esistenzial-turistica.
Ediciclo fa una doppietta e pubblica “Pedala Italia” e “Cammina Italia”. La guida ciclistica (144 pagine, 14 euro) propone 20 viaggi in bici per tutti, dai tre giorni alle due settimane, dal Piemonte alla Sicilia (ma saltando Valle d’Aosta e Molise), dalla ciclovia del Po a quella delle Marmore, dalla Via Salaria alla Via Silente, dal giro delle Marche all’orientale sarda, con la consueta dose di istruzioni e consigli, cifre e mappe, l’introduzione e la consulenza di Albano Marcarini nella scelta degli itinerari, l’indicazione di altre possibilità chilometriche, nonché un playlist per chi va “on the road”.
L’altra guida (144 pagine, 14 euro) presenta 20 viaggi a piedi, uno per ciascuna regione, dai quattro ai sette giorni di cammino, dalla Via Francigena nel Senese al tratto finale da Viterbo a Roma, dalla Via degli Dei in Emilia al Sentiero degli Inglesi in Calabria, dal Cammino ibleo in Sicilia a quello minerario di Santa Barbara in Sardegna. Luigi Nacci, autore dell’itinerario friulano, ha firmato anche l’introduzione, e Luca Gianotti, che si è occupato di Abruzzo e Puglia, ha curato il volume e dettato le regole. Anche qui mappe, dati e descrizioni, nonché un paio di sfizi (non sempre da mangiare o da bere) e i libri da mettere nello zaino (ne vale la pena, che in questi casi è il peso).
Modestamente, e istintivamente, in bici farei la Ciclovia dei Borboni, da Bari a Napoli, 341,1 km in sette tappe, “lunga e tortuosa traversata altimetricamente molto tormentata”, da febbraio a ottobre. E, a piedi, il Cammino Materano, da Cassano delle Murge a Matera, 125 km in cinque tappe, “un territorio aspro e sassoso in gran parte incontaminato”. E prima o poi - almeno prima che queste guide da viandanti si trasformino in testi per archeologi – giuro che li farò.
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