Strava è un verbo svedese: significa sforzarsi, faticare, ma anche mirare, ambire. Nato nel 2009, Strava è un servizio, un sistema, un’applicazione per monitorare e registrare l’attività fisica e sportiva, dal ciclismo alla corsa, dal nuoto al cammino. Itinerario, tempo, dunque velocità, anche la frequenza cardiaca. Usato da amatori e professionisti, tapascioni e campioni, il planetario Strava è diventato anche un autore: in “Ciclo atlante d’Europa” (Touring Club Italiano, 304 pagine, 24,90 euro) Claude Droussent ha scelto 350 itinerari consigliati proprio da Strava. Per ciascuno si dedica mezza o una pagina, con punto di partenza, livello di preparazione, link del tracciato, segmenti chiave, mappa, spiegazione e descrizione, note tecniche (distanza, dislivello, difficoltà e attrattiva), informazioni essenziali per raggiungere la partenza e indirizzi utili.
L’Europa di Strava contempla Isole Britanniche, Francia, Spagna e Portogallo, Svizzera, Austria e Slovenia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, Paesi scandinavi e baltici, Carpazi e Balcani. In Italia si illustrano 52 percorsi, quasi tutti progettati come anelli in cui partenza e arrivo coincidono. Ci sono le salite sublimate dal Giro d’Italia (Gavia, Mortirolo, Zoncolan, ma anche Blockhaus, Fauniera e Colle delle Finestre) e i tracciati delle più popolari granfondo (l’Eroica con le strade bianche di Siena e la Maratona dles Dolomites con il Sellaronda da Corvara in Badia). Ci sono passerelle nelle bellezze nazionali (la Costiera amalfitana e le Cinque Terre) e omaggi a protagonisti del grande ciclismo (intorno a Messina per Vincenzo Nibali, intorno a Cesenatico per Marco Pantani).
Meno conosciuti e prevedibili i suggerimenti in Sardegna (le miniere del Sulcis, la costa ma anche l’interno di Porto Torres, l’entroterra fra Ozieri-Chilivani e Bono) e in Sicilia (base di partenza: Palermo e Siracusa). Roma ha due itinerari (i Castelli e il Circeo), Milano pure (la Brianza e i Navigli), ma a poca distanza da Roma si segnalano i circuiti nella Tuscia (laghi di Bracciano e Vico) e quelli nella Lombardia (intorno e sopra i laghi di Como, Varese, Iseo e Maggiore).
L’itinerario più breve è quello che parte da Dobbiaco e arriva al rifugio Auronzo alla base delle Tre Cime di Lavaredo (52 chilometri), il più lungo quello che ripercorre la Classicissima di primavera dal via da Milano al traguardo di Sanremo (302 chilometri). Il più... alcolico sa di Prosecco (da Vittorio Veneto, e c’è anche il magnifico Passo San Boldo), il più... straniero si spinge in Istria (da/a Trieste in Slovenia) o si inerpica sulla strada dei russi (da Tarvisio in Slovenia affrontando il Passo Vrsic). Comunque, come sospirava Alfredo Binda, ci vogliono i garretti, le gambe. O l’energia di una bici elettrica.
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