L'AFFONDO DI BRUYNEEL. «LEMOND MENTE, MADIOT, LAVENU E BERNAUDEAU DOVREBBERO TACERE...»

DOPING | 09/06/2020 | 14:22
di Paolo Broggi

Il documentario “Lance” ha riacceso l’attenzione sui fatti di un’epoca discussa del ciclismo moderno e con essa anche riportato a galla diverse polemiche.
Tra i tanti a scendere in campo, Johan Bruyneel, direttore sportivo del corridore texano. In una intervista concessa al periodico fiammingo Humo, il tecnico belga ha lanciato strali contro alcuni dei suoi grandi accusatori ed il primo a finire nel mirino è stato Greg LeMond, tre volte vincitore del Tour (nel 1986, 1989 e nel 1990).


«Negli anni Novanta tutti avevano accesso agli stessi medicinali, al doping ematico e all’EPO. Greg LeMond dice sempre di essere l’unico vincitore pulito del Tour, ma è una grande stupidata. Lui ha sempre corso per formazioni francesi che in quegli anni erano le regine del cortisone. E non è possibile pensare che non abbia preso niente. Ha battuto Bernard Hinault e Laurent Fignon, corridori che hanno ammesso di aver assunto sostanze in quel periodo, ma non è possibile sconfiggere quei campioni senza prendere le stesse cose. Greg LeMond ha vinto perché era il migliore della sua generazione, proprio come hanno fatto Bernard Hinault, Jacques Anquetil, Eddy Merckx e Miguel Indurain. E come ha fatto Lance Armstrong. Noi abbiamo vinto quei Tour grazie al talento, alla strategia e alla preparazione meticolosa».


Nel mirino di Bruyneel anche i dirigenti delle formazioni francesi: «Il grande male del ciclismo è l’ipocrisia. Prendete Marc Madiot, Vincent Lavenu e Jean-René Bernaudeau, ovvero le eminenze grigie del ciclismo francese. Loro continuano a giudicare il mio passato, mentre a loro è stato perdonato quel che hanno fatto. Quando li sento parlare, penso sempre “fate quello che volete, ma restate in silenzio sul doping”».

Infine una battuta anche su Bjarne Riis: «Merita una seconda chance, ha sbagliato tanti anni fa, non rifarà gli stessi errori. Io sono nella sua stessa situazione ma qualcuno ha deciso che per me non valgano le stesse regole...».

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COMMENTI
IPOCRITI
9 giugno 2020 17:35 jaguar
" BRUYNEEL DICHIARA Noi abbiamo vinto quei Tour grazie al talento, alla strategia e alla preparazione meticolosa». …………..MA DAVVERO? ma se avevate talento che bisogno c'era di doparsi?
Anche io ho talento, non parliamo della strategia e della preparazione meticolosa…..ma mi sa che il Tour non lo vincerò…….con un motorino al posto giusto e so dove a certi atleti glielo metterei!!!! forse si!!!!!! Ne avete fatte di mascalzonate ma almeno state zitti.
Anche io ho tal

Doping
9 giugno 2020 17:52 Anbronte
Bruyneel ha perfettamente ragione, chi ha vissuto dentro il ciclismo in quegli anni sa.

....
9 giugno 2020 19:17 berto
Ha ragione!!!! Punto

Bruyneel
9 giugno 2020 22:16 siluro1946
Impossibile dargli torto, chi lo fa' o è in malafede o viene da un altro pianeta. Armstrong ha vinto perché era il più forte e il più intelligente, ciclisticamente parlando. Non si deve guardare e giudicare fatti avvenuti decenni addietro con gli occhi di oggi.

ha
9 giugno 2020 22:31 Line
ragione chiedete ai nostri vecchi manager, e vediamo che rispondono , sempre che abbiano il coraggio di rispondere .. scheletri scheletri ....mi chiedo se dormono bene alla notte

Non si può giustificare il doping
10 giugno 2020 05:10 Irom1927
Tutto quello che è doping è illegale antisportivo e quindi qualsiasi ragione o scusa o concetto è errato... lealtà onestà allenamento sacrificio sono e il solo antidoping il resto sono chiacchiere da lavandaie...

Ragione
10 giugno 2020 22:54 lele
Finalmente qualcuno che accosta la matematica al ciclismo.
La proprietà transitiva funzionerà sempre!

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Zandegù del 1940, Basso del 1945. Zandegù padovano di Rubano, Basso vicentino di Rettorgole frazione di Caldogno. Zandegù figlio di un fornaio, Basso figlio di un contadino. Zandegù unico figlio maschio secondogenito con sette sorelle, Basso primo di tre fratelli....


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