Oggi è il 6 maggio: esattamente 41 anni fa Beppe Saronni ha vinto un’edizione bellissima del Gran Premio di Zurigo, classica prestigiosa. Vinse Beppe battendo in volata il compagno di fuga Francesco Moser e la sfida del 6 maggio 1979 nella lunga e difficile gara nella Svizzera di lingua tedesca fece esplodere la rivalità cruenta tra i due. Era l’epoca in cui il Gran Premio di Zurigo si correva nella prima settimana di maggio. Il cimento elvetico era valido per Coppa del Mondo intermarche e Superprestige Pernod.
Al Meisterschaft von Zurich 1979 i chilometri da compiere erano 265,500, con tante salite. «Il Gran Premio di Zurigo – assicura Saronni, che nel ‘79 correva nella Scic – nel chilometraggio allora era inferiore solo alla Milano-Sanremo e ad altre pochissime classiche. Nel complesso lo “Zurigo” era più difficile della “Sanremo” soprattutto per le salite. L’ardore dei partecipanti era notevole; c’erano in particolare gli svizzeri che quando correvano in casa si scatenavano e poi campioni di altre nazioni assetati di vittoria come De Vlaeminck, Demeyer, Lubberding e tutti gli altri».
Nel finale dello Zurigo ‘79 si formò alla testa della corsa un gruppo comprendente tutti i favoriti. «A circa 20 chilometri dall’arrivo – continua Beppe – io e Moser siamo rimasti soli al comando; tra noi c’è stata subito intesa, abbiamo fatto l’andatura a turni regolari. Francesco sulle ultime due salitelle ha invano tentato di staccarmi: normale, si sentiva battuto allo sprint. Io ho replicato efficacemente. Abbiamo mantenuto 25-30 secondi sugli immediati inseguitori e solo nel finale il nostro margine è leggermente calato».
Il rettilineo d’arrivo era su asfalto, adiacente allo storico velodromo nel quartiere Oerlikon. «Vinsi allo sprint e fu una soddisfazione enorme: in quell’epoca Moser era il corridore che chiunque sognava di battere. E poi il Grand Prix Zurigo era prova generale in vista del Giro d’Italia che Moser voleva vincere ad ogni costo, era al massimo della condizione. E invece il Giro d’Italia poi lo vinsi io. Ricordarmi il trionfo di Zurigo significa procurarmi una gioia immensa».
Allo “Zurich” Saronni s’impose dopo 6 ore, 32 minuti, 59” di gara, e con 15” di ritardo Marc Demeyr conquistò allo sprint la terza posizione davanti a Roger De Vlaeminck, quinto si piazzò Marc Renier. «Un altro motivo per ritenere importante quel trionfo a Zurigo – aggiunge Saronni – è legato al palmares stagionale, poiché in primavera non avevo ottenuto risultati eccezionali. A Zurigo io e Francesco abbiamo dato spettacolo per la gioia dei tanti italiani presenti, molti dei quali in Svizzera per lavorare. A Zurigo 1979, lo ribadisco, è esplosa la vera rivalità tra me e Francesco, nelle due stagioni precedenti c’erano state tra noi semplici schermaglie».
Svizzera, dolce Svizzera per Saronni: due giorni dopo il cimento zurighese è iniziato il Giro di Romandia. Si è svolto dall’otto al 13 maggio e Saronni oltre a trionfare in classifica finale si è aggiudicato le tappe di Le Chaux de Fond e Torgon. Il 17 maggio ’79 iniziò il Giro d’Italia che per Saronni fu trionfale. Il corridore della Scic vinse il suo primo Giro d’Italia. Nella corsa rosa Beppe si aggiudicò la Potenza – Vieste e le cronometro Rimini – San Marino e Cesano Maderno – Milano. Aggiunse in quel Giro la vittoria nella classifica a punti, quella della maglia ciclamino. In classifica a tempo primo Saronni e secondo Moser a 2’09”.
Per Saronni si trattò di un mese da despota praticamente imbattibile: il 6 maggio trionfò a Zurigo, poi in due tappe e classifica finale al Giro di Romandia e al Giro d’Italia, che finì il 6 giugno aggiunse le tre tappe e la maglia rosa finale. Davvero un mese alla Merckx per Saronni che aveva 21 anni e mezzo, contro i 27 e 11 mesi di Moser. Quello tra Francesco e Beppe è stato l’ultimo grande dualismo del ciclismo italiano.
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