Alla sua grande passione per il ciclismo, una soldatessa americana deve adesso un ruolo scomodissimo, specialmente di questi tempi: essere una delle principali vittime di fake news legate al coronavirus. Maatje Benassi ha 49 anni, un marito ufficiale in Aeronautica, due figli e un incarico nell’ospedale militare di Fort Belvoir, in Virginia, dove vive. Riservista dell’esercito, ha l’hobby della bicicletta da corsa. Come ciclista, nello scorso dicembre partecipa con la squadra americana ai Giochi mondiali militari in Cina, una sorte di Olimpiade che si svolge proprio a Wuhan, la città dove si ritiene sia esploso il primo focolaio del virus. Non è fortunata, Maatje: cade fratturandosi una costola e riportando una lieve commozione cerebrale. Finisce ugualmente la gara, va all’ospedale per le prime cure poi, ancora acciaccata, rientra negli Stati Uniti. Da lì in avanti, non ha altri problemi fisici, né accusa sintomi di Covid 19 e tantomeno risulta positiva.
Sembra una vicenda conclusa. E invece: a fine marzo spunta un sedicente ‘giornalista investigativo’ di Washington, George Webb, 59 anni. Ha un paio di canali su YouTube e Twitter sui quali diffonde le sue originali spiegazioni sulle trame della politica, nazionale e internazionale: è lo stesso che tre anni fa, insieme ad altri tre complottisti, aveva creato allarme rivelando l’arrivo di materiale contaminato per realizzare una bomba ‘sporca’ nel Sud Carolina, notizia rivelatasi falsa. Stavolta sostiene che il primo untore del Covid 19 sia una soldatessa americana e fa il nome di Maatje Benassi, accusandola di aver infettato la città di Wuhan. Messaggio che non solo arriva alle 100mila persone che condividono i filmati di Webb, ma rimbalza pure sui social cinesi, senza che il governo di Pechino intervenga: che a scatenare la pandemia siano stati i militari Usa è una convinzione del regime comunista orientale.
«Ogni mattina mi sveglio da un brutto sogno solo per entrare in un incubo peggiore», ha raccontato disperata alla Cnn la donna, che pur avendo dichiarato di non esser mai stata positiva, da settimane vive nella paura per le minacce di morte e i messaggi di odio ricevuti da ogni angolo del mondo.
Alla tv americana ha parlato anche il più noto dei deejay italiani, Benny Benassi, lui pure tirato in ballo dalla fantomatica teoria di Webb sulla diffusione del virus: in un collegamento telefonico l’artista, indicato dal sedicente reporter come dj olandese e come primo contagiato dal Covid 19 nei Paesi Bassi, ha confermato di non essersi mai ammalato di coronavirus, ha spiegato di aver dovuto annullare la sua tournée americana per via delle restrizioni sugli spostamenti e i distanziamenti sociali e ha pure smentito l’esistenza di un qualsiasi intreccio (‘Benassi plot’, secondo i complottisti), non conoscendo né la soldatessa americana né i componenti della sua famiglia. ‘Il mio è un cognome molto diffuso in Italia’, ha aggiunto il noto deejay e produttore reggiano.
Nonostante tutte le smentite, i video contro Maatje Benassi non sono stati tolti dalla rete: ogni tentativo per eliminarli è andato a vuoto. «Mi dicono che non si può far niente perché Webb è protetto dalla libertà di espressione. Un’azione legale? Per noi ha costi impossibili, nessuno mi difende», ha aggiunto la donna in lacrime sulla Cnn. Scoprendo di esser vittima di un altro contagio: quello delle fake news. Al punto da commentare quasi rassegnata: «Su Google resterò per sempre, falsamente, la paziente zero».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.