Senza grande esperienza ciclistica è arrivato a un passo dalla conquista maglia tricolore nella prova a cronometro degli Juniores, dove si è classificato in seconda posizione. Cresciuto sugli sci, poi prestato al calcio (giocava terzino sinistro), Lorenzo Milesi è in sella da poco più di una stagione. Ha iniziato da allievo di secondo anno, nel Pedale Brembillese che lo ha testato sulla pista ciclabile riservata ai ragazzini, e alla sua terza gara, la Gazzaniga-Onore nella Bergamasca, si è fratturato la clavicola.
«Due anni fa giocavo a pallone, nella squadra del San Pellegrino Terme, ma a causa di un infortunio ai legamenti nella caviglia ho lasciato il calcio. Pedalare già mi piaceva, salgo in sella a giugno del 2018: prime corse, la paura di stare in gruppo è tanta, devo capire come funziona, alla terza gara finisco a terra e mi rompo la clavicola. Torno a settembre, proprio nella gara di casa a San Pellegrino, che chiudo in gruppo. Cresce in me la passione, il nono posto nella gara di Sedrina (7 ottobre, medaglia d'Oro Carpenteria Gotti, ndr) mi fa capire che posso migliorare e sono sulla buona strada».
Il 2019 di Milesi è storia recente: fa scalpore il suo secondo posto nel Campionato Italiano a cronometro a Capezzano Pianore, nel Lucchese, in cui il giovane bergamasco si piazza al secondo posto a soli 25" di ritardo dal campione europeo Andrea Piccolo, ma davanti ad Antonio Tiberi (terzo a 30") che a fine settembre diventerà il nuovo campione del mondo in questa specialità nello Yorkshire, in Inghilterra. Niente male per un ragazzo che si affaccia ora al ciclismo e ha ancora tutto da dimostrare.
Milesi scopre così di avere grandi doti di passista e nelle sfide contro il tempo è sempre protagonista: terzo a Romanengo (Cr), quarto al Campionato Lombardo di Ospitaletto nel Bresciano, e a Montespertoli (Fi), ottavo nelle cronoscalate di Sarezzo e Altino, nono nella San Vigilio-Brione quest'ultima gara in linea. Orobico di San Pellegrino Terme, il paese dell'ex professionista Ivan Gotti (due Giri d'Italia, 1997-1999), diciotto anni compiuti a marzo, Milesi vive con il padre Mauro, titolare di una pasticceria a San Giovanni Bianco, e la madre Laura (origini siciliane) docente di materie infermieristiche all'Università di Bergamo. Studia meccatronica all'Istituto di Istruzione Superiore "David Maria Turoldo" di Zogno. Alla Ciclistica Trevigliese di patron Taddeo respira l'atmosfera giusta. E' diretto dall'ex prof albanese Redi Halilai che gli ha trasmesso serenità e gli ha consentito di preparsi nel migliore dei modi. I risultati si sono visti in gara: Lorenzo è stato bravo a mettere in pratica, oltre alle sue capacità, le istruzioni ricevute del tecnico.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«I risultati degli ultimi anni sono la dimostrazione che sta crescendo».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 16 anni nel Pedale Brembillese, con una bici BMC nero-opaca».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx, perchè non era mai sazio di vittorie».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Sicuramente lo sci, che già praticavo da piccolo».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono testardo, ed è sempre mia l'ultima parola».
Il tuo modello di corridore?
«Primoz Roglic perchè va forte dappertutto».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il fisico, il viso e la semplicità».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più libertà al rifornimento in corsa, e meno burocrazia nelle piccolezze».
Piatto preferito?
«Pizza e lasagne».
La tua attrice o attore preferiti?
«Nessuno in particolare».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«I compagni di squadra Samuele Rota e Davide Piganzoli».
Sei religioso?
«Sì»
Paese preferito?
«L'Australia per i suoi splendidi paesaggi».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che non mollo mai e cerco sempre di dare il meglio».
Hobby?
«La buona cucina».
La gara che vorresti vincere?
«Il Campionato Italiano a cronometro».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«No».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Vincere e dimostrare il mio valore».
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