Felice Gimondi è un concentrato, una sintesi di tutto ciò che è stato “pedale” italiano del “900. In lui c’era la capacità di volare sulla polvere e sul fango tipica dei pionieri. C’era l’astuzia e la grinta agonistica di Girardengo, la signorilità di Binda, la forza muscolare ben ammaestrata di Guerra.
La sua forza prorompente a cronometro era quella del Campionissimo… Come Bartali era uso a non mollare mai… Al pari di Fiorenzo Magni, una volta appesa la bicicletta al chiodo, ha saputo interpretare magnificamente il ruolo di illuminato dirigente, di avveduto imprenditore, di affettuoso padre, e di ottimo marito della signora Tiziana, sua miss per tutta la vita.
A poche settimane dalla scomparsa, nascosto tra le pieghe dell’editoria di nicchia, è uscito un libro che non è un istant book ma un “diario di bordo” sintetico ma esaustivo di ciò che è stata la sua carriera di imprese e vittorie da storia del ciclismo, ma anche di altre di cui ci siamo dimenticati. Il racconto dell’amico Bruno Cavalieri, noto cantastorie del pedale, si snoda tra cronache, impressioni e citazioni giornalistiche, vantando anche testimonianze del campione stesso che racconta del “giallo doping” di Savona piuttosto che della presunta combine di Leicester 1971 con il giovane Monserè.
Non manca la soddisfazione di Felice per le imprese “tardive” della Milano Sanremo, dell’ultimo Giro del 1976 e della Parigi Bruxelles rivinta a dieci anni di distanza. Un volume che si legge bene, facilmente, con tanta emozione ricordando un grande corridore, ma direi di più… un Quasi-Campionissimo….
Bruno Cavalieri - Felice Gimondi, grinta rigore e classe.
Edizioni Il Fiorino Modena 2019 - tel. 059 282732 - 10 euro
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