Un ragazzo è all’ospedale di Peschiera con fratture multiple (femore, omero...), un altro è in osservazione all’ospedale di Borgo Trento, a Verona, per una serie di botte: sono due atleti della categoria allievi dell’Ausonia, investiti da un’auto nei pressi di Caprino mentre erano in allenamento con altri sei compagni di squadra. I due si sono toccati e invaso l’altra corsia e l’impatto è stato inevitabile. “Si è trattato di una pura fatalità”, dice Nicola Chesini, ex prof, presidente dell’Ausonia. Concorda il commissario tecnico dell’Italbici, Davide Cassani, rimasto sconcertato dall’ennesima vicenda che vede coinvolti giovani corridori. “E’ difficile trovare parole. Quello della sicurezza sulle strade è un vero problema. Non posso che ribadire, con insistenza, quanto continuo a dire ai direttori sportivi: in bici ci vuole, molta, molta, molta attenzione. Non si gioca con la bici, le distrazioni non sono ammesse”.
Al di là di quanto accaduto domenica, Cassani vede “crescente disattenzione alla guida di un auto, causato dall’improprio utilizzo dei telefonini” e individua “nei genitori i primi a dover insegnare ai figli, soprattutto con l’esempio, il giusto modo di comportarsi sulla strada”.
Il presidente federale Renato Di Rocco è, pure, rimasto colpito dall’ennesimo episodio di quello che può considerarsi un vero e proprio “bollettino da guerra”. Ribadisce che la Federciclismo è da sempre impegnata sulla sicurezza. Un esempio è la normativa che dovrebbe essere punto di riferimento per gli Enti locali per la realizzazione di ciclodromi (ne sono nati 140 in Italia) in grado di garantire allenamenti sicuri a tutti. Anche Di Rocco avverte: “E’ necessario e importante essere educati quando si è in bici. Lo pretendiamo dagli automobilisti, dobbiamo esserlo anche noi. Non bisogna strafare quandom si è in gruppo o essere indifferente nei confronti degli automobilisti. E’ un fatto di cultura e noi per primi dobbiamo dimostrare di essere prima bravi cittadini, poi operatori del ciclismo”.
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