Il Tour de Langkawi è una corsa molto italiana. Tanti nostri connazionali hanno conseguito successi di classifica o di tappa in Malesia, dagli Scinto-Bettini ai Guardini-Pelucchi. Nessuno, però, lo ha fatto correndo per un team locale. È quello che invece potrebbe riuscire a fare il trentenne Danilo Celano da Vasto. Approdato quest’anno alla Sapura dalla Amore&Vita insieme a un altro italiano, il siciliano Pierpaolo Ficara, Celano ha conquistato oggi la maglia gialla nella quarta tappa, la più dura, quella che inizia ad allungare la classifica generale. All’arrivo in salita di Genting Highlands, davanti a lui c’era Kevin Rivera della Androni Sidermec, ma nella classifica generale il primato è tutto suo, con 30 secondi di vantaggio sul precedente detentore, il kazako Fedorov. Quanto a Ficara, il siciliamo tagliava il traguardo con un onorevolissimo 4° posto.
«Sono molto contento e ringrazio tutta la squadra – afferma il nuono leader del Langkawi –. Senza di loro non avrei potuto fare quello che ho fatto. E complimenti a Zariff per aver preso punti per la maglia rossa. Speriamo di tenere la maglia gialla fino alla fine, penso sia un obiettivo alla portata e sicuramente la squadra mi supporterà». Fiducia in se stesso, fiducia nel team. Chiavi fondamentali per il successo. «Questa salita la conoscevo – prosegue –. Mi sono preparato questo inverno, sapevo che era molto lunga e bisognava gestirsi fino alla fine. Quando Ovechkin è partito ho chiesto a Ficara e Raileanu, che erano davanti, di fare un buon passo, e poi negli ultimi 5 km ho approfittato per andare all’attacco. È una bella soddisfazione per il team, quella di aver conquistato un obiettivo importante nella corsa locale». E – aggiungiamo noi – una bella soddisfazione aver ripreso un corridore come Ovechlin, il russo della Terengganu che questa corsa l’ha vinta due anni fa.
Dalle parole di Celano trasudano l’affetto e la stima nei confronti del gruppo in cui si sta trovando a lavorare, come si evince anche da queste parole: «Quando sono venuto alla Sapura, sapevo che avrei trovato un team ben organizzato, ma non pensavo fino a questo punto: curano ogni dettaglio, sono molto felice di aver provato questa nuova esperienza». Ma cosa l’ha spinto a venire fin qui? «L’idea di venire a scoprire il ciclismo in Asia dopo tanti anni in Italia e in Europa».
Sì, perché dopo la vittoria, da buon scalatore, nel Giro dell’Appennino nel 2017, Celano ha vissuto una parentesi nella categoria Professional con la Caja Rural, prima di tornare all’ovile Amore&Vita. E alla domanda “Una buona prestazione qui potrebbe essere una vetrina per categorie superiori?” Celano risponde: «Qua mi trovo bene, quindi penso a far bene in questa stagione. E prima ancora a portare a casa la maglia gialla al termine dell’ultima tappa». Come si dice, nemo propheta in patria. Danilo ha davanti a sé quattro tappe per diventarlo in Malesia.
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