È corridore completo, con buone doti da scalatore, Alfonso Grammegna. Lo chiamano "il Colombiano", forse per via del suo metro e sessantacinque per cinquantuno chili. Napoletano di Castellammare di Stabia - la città dei fratelli Abbagnale Giuseppe, Carmine e Agostino (amici di famiglia), due titoli olimpici e sette mondiali, ovvero la storia del canottaggio italiano - ha la passione per il ciclismo ereditata dal padre Giovanni, ex cicloamatore, che lavora alla Telecom di Napoli. Mamma Assunta è segretaria in una azienda di Sant'Antonio Abate e in casa Grammegna ci sono anche le due sorelle maggiori di Alfonso, Angelina che è medico all'Ospedale di Napoli, e Chiara che sempre a Napoli frequenta l'università, indirizzo medicina.
Con la maglia del Moiano di Benevento, Grammegna lo scorso anno si è laureato campione della Regione Campania degli Allievi, ha vinto anche a Baragiano nei pressi di Potenza, in Basilicata. È salito al Nord per correre a Piatto, nel Biellese (Trofeo Squillario, prova dell'Oscar TuttoBici) dove ha chiuso in quarta posizione nonostante abbia corso con l'influenza. Ha accumulato altri risultati a Tollo e Sezze (secondo), a Pienza, Albergo e Malva, tutte gare in Toscana (terzo).
Selezionato dalla Campania per la sfida tricolore di Chianciano, si è piazzato in quindicesima posizione. «Non è andata benissimo, ma va bene così. Ora sono pronto per la nuova stagione».
Alfonso studia elettrotecnica all'Itis "Galileo Galilei" di Arezzo dove attualmente risiede. Ha da poco compiuto 17 anni, e per il suo debutto tra gli Juniores ha scelto la squadra del Valdarno-Regia Congressi del manager Leonardo Gigli, e diretta da Francesco Sarri.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Nonostante sia molto dispersivo, ci sono possibilità di miglioramento».
A quale età hai cominciato a correre?
«Con la categoria G4 per il GSC Moiano di Benevento. Sul telaio della bici c'era scritto Giro d'Italia, colore bianca e rosa».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per come vinceva».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono troppo pensieroso».
Il tuo modello di corridore?
«Remco Evenepoel».
Cosa leggi preferibilmente?
«Di sport, ho letto alcuni libri su Pantani».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e la serietà».
Sei social?
«Molto, ci passo 4-5 ore al giorno».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Vorrei che i ragazzi fossero affidati a dei tecnici con maggiore esperienza, e che i genitori stessero al loro posto».
Piatto preferito?
«Pasta e ceci».
Hobby?
«La compagnia della mia ragazza, Nancy che studia al Liceo Scientifico».
La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, soprattutto i film di Sylvester Stallone».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Di questi tempi si tende a stare più al telefonino che con le persone. Prima era molto meglio».
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