CASO PANTANI. LA VERITA' NON VOLUTA?

LETTERA APERTA | 09/01/2020 | 07:40
di Fiorenzo Alessi

Caro Direttore,
ho sempre sostenuto, peraltro in ottima e folta compagnia, che il ricordo di Marco Pantani dovrebbe rimanere negli spazi, sconfinati per ammirazione e nostalgia, di quella disciplina sportiva della quale è stato un impareggiabile interprete. Un Campione senza eguali del Ciclismo, capace di imprese che hanno suscitato l'appassionato entusiasmo delle folle. Una sorta di messia ciclistico dalle cui formidabili leve e dal grande cuore ci si aspettava, sempre e comunque, il miracolo agonistico. Se ciò che scrivo vi sembra mera o esagerata retorica, francamente me ne frego: se uno sport e chi lo pratica ai massimi livelli non è capace di suscitare emozioni forti e ricordi che nè il tempo nè la morte possono scalfire, allora - con tutto il rispetto - dedicatevi al gioco degli scacchi.


Di tutt'altro tenore, non foss'altro anche per la professione che esercito, è la valutazione che, in altrettanto buona e competente compagnia, ho costantemente dato degli accadimenti che hanno determinato l'ultima ed eterna fuga dell'uomo Marco Pantani. Nell'affrontare questo contrastato argomento, motivo di una contesa ormai senza un senso e purtoppo una dignitosa fine, mi sono anche posto una domanda: se quel maledetto - e, per certi versi, infame - controllo "a tutela della salute" di Madonna di Campiglio non avesse riscontrato il superamento delle soglie di ematocrito a quel tempo vigenti e il Pirata avesse vinto quel Giro d'Italia che stava stradominando, di cosa staremmo ora e ancora a dibattere? Di un ragazzo osannato forse come nessun altro e come nessun altro poi lasciato solo quando la vita reale, com'è per tutti, presenta i conti? Di un Campione dello Sport e, finchè è durata, della sua imbarazzante e inquietante corte dei miracoli?  Di come gli stupefacenti, e la loro dimensione artificialmente parallela, possano bruciare oltre che il cervello anche le amicizie apparentemente più solide e fidate, e financo gli affetti più radicati e più cari?


Accettando il rischio che queste domande siano tacciate e liquidate come mera e meschina accademia, debbo ammettere, realisticamente e con un senso di angosciante impotenza, che non sono riuscito a darmi delle convincenti risposte. 

Anzi, sgomitando si è fatta spazio un'altra domanda: quell'uomo che ha scelto proprio la mia Rimini per... togliersi da ruota tutto quanto lo stava devastando, era ancora quell'entusiasmante Pirata delle montagne del Ciclismo? Il meraviglioso Campione reso epico dal gesto rusticano della bandana gettata al vento? Ancora nessuna risposta e tanto meno una qualche fondata verità.

Il paradosso, grottesco e al contempo infinitamente tragico, è che proprio da un soggetto che si è sentenziato aver concorso alla morte di Marco Pantani venga utilizzata la parola «verità», rimestando così nel torbido e scaricando qualsivoglia responsabilità su di un intero Ufficio Giudiziario dello Stato: frasi come "..La Procura non voleva la verità.." e "..la verità non la volevano..." in un Paese serio non possono lasciare indifferenti, nè devono essere trascurate.

A maggior ragione dopo un interminabile "percorso giudiziario" che ha condotto a pronuncie costantemente conformi sulle cause del decesso del Pirata. Prima ancora dell'uomo e del Campione, e di chi gli ha voluto bene, lo esige la GIUSTIZIA

Cordialmente.

Copyright © TBW
COMMENTI
Troppe incongruenze
9 gennaio 2020 12:08 palo
Mi permetta Egregio Avvocato ma lei intende negare la possibilità che uno spacciatore possa dire la verità oppure che "un intero Ufficio Giudiziario dello Stato" possa commettere errori e che una parte delle Autorità che conducono le indagini possa essere coinvolta, per motivi a noi ignoti, in depistaggi e fatti illeciti? Me lo conceda, ma sono le stesse vicende giudiziarie italiane a darle torto. D'altra parte sono d'accordo con lei circa la necessità che quelle parole non vengano trascurate (ma non credo che succederà, vista la circostanza in cui sono state pronunciate) anzi, considerate anche tutte le icongruenze evidenziate sul caso dalla nota inchiesta delle "Iene", dovrebbe essere aperta una ulteriore indagine, necessariamente condotta con la dovuta imparzialità.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il trentaseiesimo memorial intitolato a Vincenzo Mantovani laurea vincitore Lorenzo Anniballi. Il portacolori della Solme Olmo si è aggiudicato la corsa svoltasi oggi pomeriggio sulle strade mantovane di Castel d’Ario, precedendo Antonio Bonaldo (Sc Padovani) in seconda posizione. Mentre l'atleta di casa...


Guillaume Martin conquista la vittoria al Tour du Jura e bissa il successo ottenuto ieri nella Classic Grand Besançon. Il 31enne della Groupama – FDJ si è presentato a braccia levate  sul traguardo posto in cima a Mont Poupet dopo aver raggiunto...


Dall'alto del suo cristallino talento Jarno Widar trionfa nella Liegi Bastogne Liegi under 23. Il belga della Lotto Development è il magnifico vincitore della classica delle Ardenne giovanile che si è conclusa a Blegny dopo 174 chilometri. Widar conquista la...


Una condotta di gara perfetta quella dello scatenato e imbattibile Team Hopplà, protagonista fino a poche centinaia di metri dall’arrivo Matteo Regnanti, poi una volta tornato compatto il gruppo, ecco il suo compagno di squadra, la “freccia” Marco Manenti davanti...


Chi va piano va sano e va lontano, ma nel ciclismo, come in tutto lo sport, è la velocità il fine primo e ultimo. Nel ciclismo di oggi si va velocissimo: ragazzi impazienti di affermarsi che si mettono in modalità...


Formula vincente non si cambia. Il Tour of the Alps - ormai da diversi anni - si fa riconoscere per caratteristiche chiare e idee ben precise. Tappe corte, trasferimenti brevi, altimetrie mai banali, nessuna passerella, nessuna volata, nessuna cronometro, attacchi...


Una bella conferma e una “sorpresa” nella gara juniores che ha aperto di buon mattino la due giorni di “Pasqualando” sul pianeggiante circuito della zona industriale di Ponte a Egola per la regìa organizzativa della Ciclistica San Miniato e di...


Dal IX Osservatorio Heliocare condotto da Cantabria Labs Difa Cooper è emerso in modo evidente quanta strada ci sia ancora da percorrere per una consapevolezza adeguata sui rischi causati dal sole. La prevenzione è fondamentale: un terzo della popolazione mondiale...


Jai Hindley è nato guardando l’oceano, a Perth, in Australia, ma è sulle montagne che ha trovato sé stesso. Per uno scalatore che si è rivelato e consacrato sulle cime del Giro d’Italia, con il secondo posto del 2020 e...


Crollò a soli 500 metri dall’arrivo. Quel giorno, l’8 giugno 1956, Giro d’Italia, tappa del Bondone, aveva sopportato 241 chilometri e altri 500 metri con quattro montagne, aveva resistito a pioggia, nebbia, freddo e infine neve, aveva indossato la maglia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024