IL MIO DEBITO CON FELICE

TUTTOBICI | 29/09/2019 | 07:53
di Gian Paolo Ormezzano

Quest'oggi, proprio nel giorno del Mondiale dei prof, Felice Gimondi avrebbe compiuto 77 anni. Il grande campione bergamasco ci ha lasciato lo scorso 16 agosto e vogliamo rendergli un nuovo omaggio proponendovi l'articolo che gli ha dedicato Gian Paolo Ormezzano sul numero di settembre di tuttoBICI.


È morto Felice Gimondi, sono in enorme debito con lui. Ero fuori Italia quando ho saputo, non sono andato al funerale, d’altronde ormai vado di rado a questi saluti sempre più frequenti ad amici del mio tempo. Male alle gambe ed al cuore. Ora cerco di saldare o ridurre il debito con il mio solo mezzo, la scrittura: magari gaglioffa, ma sincera. Offro in lettura un mio Gimondi speciale, il cui massimo è alla fine, diciamo che ammollo una lettura in progress. Che i lettori, Dio e Felice mi perdonino.


Primo mio Gimondi anno 1964, Tour dell’Avvenire per dilettanti, domenica mattina a Parigi, si va allo storico velodromo detto Parco dei Principi per ve­dere l’arrivo e la vittoria finale del ra­gaz­zo italiano, io sono agli esordi nel giornalismo grosso, con Mario Fossati, il grande collega, il più bravo di tutti, un guru. Lui scende dal marciapiede per attraversare la strada, vedo un bus che irrompe, afferro meccanicamente Mario, lo tiro indietro, il bolide lo sfiora. Appena in tempo. Mi guarda e dice: “Ti devo la vita, come si fa adesso?”. Ridiamo, ma da allora e sempre Mario mi ha voluto un bene speciale, al Tour concretizzato ad esempio negli in­viti a cena: “Arriva Gianni Brera, vuoi stare con noi?”. Tanto lavoro insieme, tanta stima reciproca, sin troppa la sua per me. Non sono andato al suo funerale. Da quel giorno a Parigi però per me Gimondi è stato unito in un certo modo a Fossati.

L’anno dopo Felice professionista al Giro d’Italia, all’inizio una tappa che si conclude sulla Riviera Ligure, Sergio Zavoli chiama quel  giovanotto, professionista esordiente nella squadra Sal­va­rani, per farsi raccontare una fase della corsa in cui è stato staccato persino il grande Anquetil, il ragazzotto racconta e dice fra l’altro: “Da quel momento nel gruppo c’è stato un grande casino”. Parolaccia, allora: Sergio lo rimprovera in diretta e lo mette in una lun­ga quarantena senza televisione.

Stesso anno. Terzo al Giro vinto dal suo capitano Adorni, Gimondi, scelto in extremis per il Tour, si trova a rimpiazzare nelle velleità di classifica proprio Adorni che ha patito un mal di pancia . Felice ha preso la maglia gialla, l’ha difesa, sta per vincere la grande corsa che chiamavamo alla francese “grande boucle” senza sapere  perché (boucle, femminile, in italiano boccolo, ricciolo, grosso modo il disegno del tracciato nella carta geografica di Fran­cia). Dal giornale mi comandano una sua maxibiografia in tante puntate. È l’antivigilia della conclusione a Parigi, vado al suo albergo, gli dico che sono in crisi di sue storie, si offre stragentile per raccontarsi, facciamo persino tardino, quasi si scusa con me se deve licenziarmi, lui ha da dormire bene per vincere il Tour. Gli dico che adesso devo guidare l’auto del giornale per tanti chilometri, l’ho presa all’autista che mi aspetta dormendo in un albergo lontano. Mi offre un giaciglio: “Nella stanza di uno di noi (Falaschi, se ricordo)  ci sono due letti, chi doveva dormire con lui si è ritirato da tempo. Accetto, dormo lì,  il corridore ha un po’ di bronchite, tossisce nel sonno riesco per­sino a pensare che mi disturba, sono blasfemo ma in silenzio.

Sempre più gimondiano, gimondoso io, anche quando arriva a togliergli un bel po’ di scena Eddy Merckx che pu­re è mio amico conosciuto in Belgio quando era poco più che nessuno. Mol­ta confidenza con Felice, che intanto con la bella dolce Tiziana mette su famiglia, ha due figlie, Norma e Federica, e un giorno mi dice: “Senti, come tanti a Ber­gamo le mie due bambine sono an­che juventine, te le mando a Torino e tu le porti a conoscere Ca­brini”. Erano tutte innamorate del bell’Antonio, tutte di tutte le età. Io lavoricchiando per un documentario della Rai avevo portato le mie due figliolette addirittura a recitare, in filmato, una sorta di agguato, loro due dietro un albero e Cabrini (di­spo­ni­bilissimo pur sapendomi tifosissimo del Toro) che passava di lì e che veniva intercettato. In un certo sen­so Felice mi consentì, con la sua richiesta esaudita, di sentirmi meno colpevole di elasticità giornalistica. Gli dissi persino che le mie Olivia e Maria recitavano una poesiola: “Gimondi - con gli occhi rotondi - la bici quadrata - la testa scassata” E lui sorrise, si capisce: “Le sourire di Gimondi” era il titolo di un articolo quando l’Equipe aveva scoperto il campione dolce e forte (poi Pao­lo Conte avrebbe cantato per Bar­tali “gli occhi allegri d’italiano in gita”).

E sono al massimo, mio Felice: giocando al gioco di fare il giornalista intervistatore neoclassico gli chiesi una volta cosa avrebbe fatto se gli fosse stato of­ferto un atto assoluto di potenza, però senza cavarsela col troppo facile, ti­po”eliminare la povertà nel mondo”, no. Una cosa tutta sua, personalissima. Mi disse subito: “Poter tornare indietro e chiedere scusa, uno per uno, a tut­ti i miei tifosi, e specie se italiani all’estero, che agli arrivi ho trattato male, per esempio scacciandoli sgarbato quando mi davano colpetti di amicizia sulle spalle”. In ormai 66 (nu­mero satanico, aiuto) anni di giornalismo so­prattutto sportivo mai ho sentito una frase così nobile, pronta, bella.

Felice mi legge, lo so, e allora gli dico anche che, se per un recente bel libro di Beppe Conti ho elencato i dieci più grandi, secondo me, nella storia del ciclismo e ho scordato lui, mettendoci però Van Looy e Maspes, è stata per mia pura demenza senile, una dimenticanza così grande da non avere spiegazioni di nessun genere. Potrei, ecco, cavarmela dicendo che lui per me è stato addirittura sopra (ergo fuori) in ogni classifica, ma sarebbe troppo co­mo­do, un po’ ipocrita, non esatto. An­che se per quel che riguarda la classifica delle frasi raccolte da me presso grandi campioni nobili lui è il primo, il  massimo, e chi se ne frega di altre elencazioni, di altre statistiche?

da tuttoBICI di settembre

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La recedente modifica del codice della strada ha segnato un passaggio epico per chi pedala in Italia: il metro e mezzo per il sorpasso sicuro è finalmente legge. Si tratta di un traguardo importante perchè per la prima volta la misura...


Il fiorentino Saverio Metti, attuale presidente del Comitato Regionale Toscana di ciclismo, ha sciolto i dubbi e si presenterà quale candidato alla vice presidenza della Federazione Ciclistica Italiana, la cui assemblea elettiva delle società è fissata per domenica 19 gennaio...


Jonas Vingegaard al Giro? La porta resta aperta ma il campione danese ha ben chiaro che la poriorità per lui e per la Visma | Lease a Bike resta il Tour de France. In una iuntervista concessa all'emittente danese Tv2,...


Sergio Meris ha vinto un'appassionante corsa all'ultimo punto e meritato la vittoria nell'Oscar tuttoBICI Gran Premio Jayco AlUla riservato agli Élite. Il 23enne bergamasco della MBH Bank Colpack Ballan CSB ha preceduto Nicolò Garibbo della Technipes InEmiliaRomagna, vincitore lo scorso...


Il 31 dicembre 2024 è il termine ultimo per tutte le associazioni sportive che dovranno, entro tale data, nominare un Responsabile Safeguarding con il compito di vigilare e prevenire abusi, violenze e discriminazioni.La disciplina, voluta dal CONI, è finalizzata a...


La Unibet Tietema Rocket, squadra Professional francese con radici olandesi, ha ingaggiato Giovanni Carboni. Il 29enne italiano di San Costanzo (Pesaro-Urbino), rilanciato quest'anno dalla formazione giapponese JCL Team UKYO di Alberto Volpi, è stato presentato dal nuovo team come una...


I guai finanziari sembrano davvero non finire mai per Bradley Wiggins. L’ex re del Tour è alle prese con debiti che continuano a crescere. La sua società - la Wiggins Rights Limited, che gestisce i marchi "Bradley Wiggins", "Wiggins" e...


Uno dei riferimenti del Team Polti Kometa in gara, un uomo-simbolo che corre da più di dieci anni nelle varie formazioni e categorie della Fundación Contador, continuerà per almeno un altro anno ancora a indossare l’abbigliamento griffato Gsport della sua...


Si è spento serenamente nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, nella sua abitazione di Genova Nervi. Giulio Ricciardi, 91 anni. A Genova c'è un antico modo di dire: "E' più conosciuto dell'er ba betonica" per indicare una persona molto...


Joshua Tarling, il ventenne cronometrista britannico della Ineos Grenadiers, è ottimista per il 2025 nonostante il momento difficile vissuto della sua formazione quest'anno e i profondi cambiamenti a livello tecnico-organizzativo. «Penso che siano cambiate molte cose e che stiano arrivando...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024