Con il prologo di Vigeu di mercoledi prossimo avrà inizio l'81.a edizione della Vuelta a Portugal,un Giro che ha visto in passato spesso protagonista Amore & Vita Prodir. Dopo il prologo, dieci tappe fino all'epilogo dell'11 agosto con la cronometro da Villa Nova de Gaia a Porto. E' questo uno dei principali obiettivi stagionali per la squadra di Ivano e Cristian Fanini che, dopo la fuga tricolore di Tizza con il neo campione italiano Formolo non andata a buon fine, va alla ricerca di una o più vittorie di tappa con il trio Tizza-Ficara-Celano.
La novità è rappresentata dalla seconda ammiraglia che sarà guidata da Alessio Di Basco. L'altra ammiraglia sarà condotta dall'ex campione ucraino Volodymyr Starcyk. Di Basco fa parte della schiera dei più forti velocisti nella storia delle squadre Fanini, un atleta non facile da gestire ma di una spiccata personalità che richiamava l'attenzione degli sportivi ad ogni gara. Le 23 vittorie che vanta da professionista sono una conseguenza della sua esuberanza, della grinta e della dedizione. Un atleta dinamico, molto attivo e difficile che correndo sfogava la sua incontenibile energia e coltivava crescendo le amicizie in bicicletta, perchè il contatto con gli amici gli dava più forza, non è mai stato un tipo solitario.
L'ex velocista dalla prossima settimana torna ad essere "il gitano", soprannome che gli fu affibbiato proprio in terra portoghese dopo essersi aggiudicato due tappe nell'edizione del 95. Da allora sono passati 24 anni ma gli sportivi si ricordano di lui, soprattutto i cinquantenni, che ne ammiravano oltre alle sue qualità tecniche, la personalità affascinante, quando allora ventinovenne metteva in fila nelle volate i più forti velocisti facendo sventolare la sua lunga treccia di capelli che con tolleranza e pazienza gli sistemava il compagno di camera Gianluca Pierobon.
"Torno con soddisfazione in Portogallo sia pure in veste di secondo D.S. - dice l'ex velocista pisano - dove conservo tante amicizie ed ero pieno di tifosi. Dove averci corso diverse stagioni imparai anche il portoghese non bene come lo spagnolo ma riuscivo ad esprimermi. Ringrazio Ivano Fanini di questa opportunità ed anche di questa promozione, visto che faccio parte dello staff tecnico di Amore & Vita Prodir. Il mio look in corsa era un po' rivoluzionario in quei tempi. Anche i miei atteggiamenti erano diversi, davo ad ogni cosa un tocco di ironia e passione,scherzando vincevo la noia e la fatica per durezza del tracciato".
Di Basco non passava inosservato soprattutto alla massa femminile, piaceva alle donne, che però contribuirono a limitarne il suo corretto stile di atleta. Ogni tanto il suo nome era associato alle belle donne, a splendide automobili che finivano per diventare il suo primo piatto nel menù.
"Non ero io -sottolinea il "gitano" - che cercavo le relazioni,ma erano le donne che mi corteggiavano. Alla fine però riuscivo ad allenarmi in maniera scrupolosa, senza leggere le tabelle dei D.S. che secondo me servono di più negli schemi in gara, nei giochi di squadra ,ma ogni atleta nella preparazione dovrebbe gestire in proprio l'accumulo di acidi lattici durante l'attività. Favorivo da solo le mie caratteristiche aerobiche e alla partenza delle corse mi presentavo in condizioni ottimali. Non ho rimpianti. Ho condotto la vita di atleta come volevo, ho vinto le mie corse in dieci anni di professionismo confrontandomi con i più forti velocisti, con specialisti come Freuler, Bontempi, Cipollini negli anni che vanno dall'87 al 97."
La sua vittoria più bella?
"La tappa che vinsi al Giro d'Italia del 1988 da Pienza a Marina di Massa con la maglia Fanini-Seven Up. Allo sprint superai il velocista del momento Guidi Bontempi che aveva già vinto due tappe, lo svizzero Urs Freuler ed il belga Eric Vanderaerden. Un ordine di arrivo da campionato del mondo, vista la qualità degli avversari. Ho corso un decennio guadagnando molto ed investendo bene. A quei tempi il ciclismo era molto più pagato di adesso ed in maglia Fanini ho colto le affermazioni più belle e non lo nego ho firmato contratti molto allettanti. Per farvi capire: Ivano ci teneva molto che vincessi la tappa di Marina di Massa, fra gli sportivi di casa, promettendomi una Mercedes in caso di vittoria. Quel giorno fu uno dei più belli della mia vita. Ivano mantenne la promessa e mi regalò una Mercedes 190 turbo 2500 nuova di zecca, ancora da targare.I n quella edizione rosa mi aggiudicai anche la ventesima tappa da Arta Terme a Lido di Jesolo. Sul traguardo fui classificato in un primo momento al secondo posto dietro Paolo Rosola. Poi mentre salivo in albergo mi fu data la notizia che avevo vinto. Rosola fu squalificato dalle immagini televisive per aver sfruttato nel lanciare la volata l'americana con un suo compagno di squadra.
ALLA SAECO LA SUA ULTIMA STAGIONE NEL 1997
Dopo aver vinto diverse tappe fra Giro d'Italia, Vuelta di Spagna (nel 94 la 15.a frazione da Santo Domingo de la Calzada-Santander), Giro della Svizzera (nel 92 Dudendorf-Dudendorf), le ultime indossando i colori di Amore & Vita, ma con il Team di Ivano Fanini ha colto le affermazioni più belle in carriera. Nel 96-97 fu ingaggiato dalla Saeco del Presidente Sergio Zappella, una stagione però tribolata per Di Basco.
"La Saeco quell'anno acquisì Levira come primo sponsor sulle maglie, che contava molto sulle mie potenzialità. All'inizio non mi trovai bene con il D.S.Franco Gini, tanto che arrivai al punto di farlo esonerare dal presidente Zappella, al quale mi legava una reciproca stima. Al posto di Gini arrivò Claudio Corti il quale, per paura che gli capitasse la stessa sorte di Gini, mi estromise dall'organico della squadra per la stagione successiva."
URS FREULER IL VELOCISTA PIU' ELEGANTE
Alessio Di Basco è stato velocista nell'era dove gli interpreti di questo ruolo abbondavano. Ma secondo lei chi è stato il più forte di tutti?
"Lo svizzero Urs Freuler - risponde -, giudico lui il migliore nel pacchetto intero della volata. Nelle accelerazioni a velocità sostenuta le volate non sono esenti da rischi e nelle conciliazioni delle varie fasi del gruppone non è difficile assistere alle cadute. Freuler è stato il velocista più elegante, sempre composto in sella, mai una scorrettezza o una gomitata di troppo. Ecco, lui è stato veramente il migliore."
IL MIGLIOR PRESIDENTE
Di Basco ha corso per le squadre di Fanini, per la Gis, la Mapei, la Saeco. Ma con quale presidente si è trovato meglio?
"Con l'uomo del Monte - risponde -. Così soprannominai Ivano Fanini, un motivatore unico in Italia, non per caso la sua è la società ciclistica più longeva del mondo. Poi Fanini è uno che mantiene la parola, vi ho fatto l'esempio del Mercedes, ma ce ne sono tanti altri, dai premi promessi e sempre consegnati ad obiettivo raggiunto. Mi piange il cuore vedere oggi come è ridotto il ciclismo con tanti atleti costretti a correre gratis pur di mettersi in evidenza. Ai miei tempi in una squadra di professionisti era fissato un minimo di stipendio per i così detti gregari, di 32 milioni delle vecchie lire. Oggi sono pochi fra i migliori che superano questa cifra.
IL TITOLO ITALIANO SFUMATO PER POCO A MARCO TIZZA
Come giudica la prova di Compiano degli atleti di Amore & Vita Prodir? Marco Tizza era nell'ultima fuga assieme al vincitore Davide Formolo . Poi nella discesa verso il traguardo ha perso contatto.Poteva fare di più?
"Abbiamo perso una grande occasione. La squadra nel finale ha corso male tatticamente, altrimenti Tizza si sarebbe piazzato molto meglio ed avrebbe lottato per il titolo fino agli ultimi metri. I giochi di squadra sono importanti e non lo mando a dire, se non si rispettano le direttive tecniche i colpevoli io li mando subito a casa. Vincere un titolo vuol dire avere più sponsor e soldi per gestire l'intera stagione".
ALESSIO DI BASCO IMPRENDITORE
Oggi Di Basco fa parte del quadro tecnico di Amore & Vita Prodir ed è tecnico Federale con l'incarico di insegnare il comportamento stradale in bicicletta nelle scuole. Ha promosso lezioni in Toscana, Veneto e Lazio. Ma è anche imprenditore distribuendo in Italia e all'estero i suoi prodotti di integratori "I Supplements Italia". Come hobby si dedica all'allevamento di cavalli da trotto nella sua tenuta di Migliarino Pisano.
da la Gazzetta di Lucca a firma di Valter Nieri
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