Richard Carapaz arriva al Giro dopo il bel successo colto nella Vuelta a Asturias con un ruolino di marcia che parla di cinque corse a tappe disputate in questa stagione: San Juan (6º), Colombia (9º), Tirreno-Adriatico (20º) , Catalunya (26º) e Asturias (1º), dove ha ripetuto il successo colto lo scorso anno.
Dall’Ecuador a Pamplona, ha ripetuto lo stesso cammino del 2018 prima del Giro...
«Sono davvero felice. Dopo il Catalunya mi sono allenato in Ecuador, a casa, tranquillo, con la mia familgia. Ero a 3.000 metri di quota, a Julia Andrade, nella provincia del Carchi. E ora arrivo al Giro, che è il mio grande obiettivo stagionale».
Quale il bilancio della prima parte della sua stagione?
«Penso di aver fatto un buon percorso, aiutando la squadra quando serviva e assumendo le mie responsabilità quando era necessario. Ho sempre avuto presente il Giro, ho lavorato per arrivare al top in questo mese di maggio. Ma il livello del WorldTour continua a crescere e la sfida sarà durissima».
Cos’ha significato per lei il Giro 2018?
«Molto, è stato davvero incredibile. Ho vinto una tappa, ho concluso al quarto posto, è stato un passaggio decisivo per farmi dire “posso lottare per un grande giro”».
Quali le sue sensazioni della vigilia?
«Ho studiato le tappe e l’ultima settimana è davvero durissima. Al momento però sto bene, la preparazione è andata perfettamente: so che il Giro è una corsa unica, nella quale ogni giorno può esserci una sorpresa ma sono pronto. Nel 2018 abbiamo avuto un Simon Yates dominatore fino all’impresa di Froome, Dumoulin è stato il più costante e ha chiuso secondo, ogni giorno può accadere qualcosa».
Quali i suoi obiettivi?
«Punto al podio finale. So che ci sono tanti rivali, ma mi esalta battermi contro grandi corridori. Il livello sarà ancora più alto, bene così...».
L’assenza di Alejandro Valverde si farà sentire nel Movistar Team.
«È una assenza impostante, senza dubbio, ma la squadra è comunque molto forte: Landa si è preparato bene e ha dimostrato di stare bene».
Dopo il Giro, quali saranno i suoi appuntamenti?
«L’idea è di ripetere il calendario 2018 con il Giro di Polonia, le classiche spagnole, la Vuelta e il Mondiale. Il Tour? C’è tempo in futuro, per una corsa così grande».
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