Il 30° Giro Rosa, in agenda dal 5 al 14 luglio, vivrà un’intera giornata sulle strade vicentine. Sarà la riedizione, opportunamente ritoccata, della tappa con arrivo a Breganze che l’anno scorso è finita nel palmarès stellare di Marianne Vos.
La tappa in questione è la Cornedo-San Giorgio di Perlena di giovedì 11 luglio. Il comitato che s’è rimboccato le maniche per riportare Vicenza sulla ribalta della più ambita corsa a tappe femminile è trainato dal sindaco di Fara Vicentino Maria Teresa Sperotto, dal vice-sindaco Timoteo Mauri e da Domenico Ragusa, grande appassionato di ciclismo e papà di Katia, che correrà il Giro con il Team Bepink di Walter Zini.
L’edizione del 2019 sarà molto impegnativa. Al cospetto delle tappe di alta montagna la frazione vicentina non si presenta fra le più arcigne, tuttavia il terreno adatto ai colpi di mano non mancherà.
I chilometri in programma saranno 127. Salvo modifiche dell’ultima ora, la settima e quartultima tappa del giro Rosa prenderà avvio con un ampio giro nella valle dell’Agno. Dopo avere scollinato a Priabona, il gruppo prenderà la direzione di Thiene, quindi di Sarcedo, Zugliano e Lugo, in preparazione di un ampia e articolata incursione sulle colline fra l’Astico e il Brenta.
Le gobbe di via Torricelle faranno da collegamento tra Fara Vicentino e Breganze, dove avrà inizio la prima ascesa a San Giorgio. Tramite via Laverda ci si abbasserà nuovamente di quota per fare rotta verso Marostica. Verrà ripetuto il doppio giro sul circuito della Rosina, lo stesso che l’anno scorso è stato affrontato a tutto gas e che ha provocato vistose crepe nel gruppo.
In questa fase si passerà due volte di fronte a casa di Tatiana Guderzo. La marosticense, terza all’ultimo mondiale, conosce il percorso metro per metro e cercherà di giocare astutamente quest’asso nella manica.
Lasciato il castello scaligero alle spalle, l’altimetria continua ad incresparsi. Pianezze, poi Molvena ed ecco un’inedita spruzzata di pepe escogitata dagli organizzatori. All’uscita di un ampio tornante in discesa si entra nelle Fiandre. Le ragazze si arrampicheranno lungo una strettoia di 300 metri al 16-17 per cento, con il fondo in pietra. Poco prima ci sarà la lotta: chi imbocca il muro in posizione arretrata rischia di non recuperare più. E’ la rampa su cui qualche tempo fa, in un rendez vouz fra iridati, Alessandro Ballan ha accompagnato il grande Philippe Gilbert per farlo sentire a casa.
Dopo quest’interminabile apnea si ritorna in picchiata sulla vecchia Gasparona: Mason, Breganze e poi la seconda e ultima ascesa a San Giorgio, questa volta per raggiungere il traguardo.
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