Sappiamo bene che il programma ADAMS e i controlli a sorpresa sono uno dei cardini del ciclismo moderno, per questo le storie di malfunzionamento fanno decisamente scalpore. L’ultima la racconta Nacer Bouhanni ed è fresca di stamattina: «I controllori ADAMS sono venuti questa mattina a casa mia, fuori dall’orario previsto (il mio va dalle 6 alle 7 del mattino) e durante il controllo hanno fatto il nome di mio fratello Rayane e non il mio e non mi hanno nemmeno chiesto un documento! Quando ho chiesto chiarimento, ho scoperto che i controllori non parlavano francese, era praticamente impossibile comunicare con loro: ho scoperto alla fine che mio fratello era già stato controllato prima di me, ho perso un’ora e mezza e mi resta la sensazione evidente che il rispetto per gli atleti non abbia alcun valore!».
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