Tra le 189 vittime del disastro aereo in Indonesia, anche un italiano, 26 anni, toscano di Massa, Andrea Manfredi ex corridore professionista e imprenditore di successo una volta sceso di bici, con il ciclocomputer Sportek. Era un ragazzo di un’educazione esemplare e di un’intelligenza rara, appassionato, deciso, pieno di vita. Una vita spezzata durante un volo in Indonesia dove si trovava per lavoro. Tanti i ricordi di Andrea nel ciclismo toscano. Era un amico, una persona esemplare, sempre disponibile ed educato.
Lo abbiamo visto gareggiare da giovanissimo fino alla massima categoria. Lo ricordiamo esordiente nel gruppo sportivo Edilizia Dell’Amico, società massese, quindi l’anno dopo autore di ben 11 vittorie con i colori della Cicli Parra di Vecchiano. Due anni come allievo nella Vecchiano Berti con 10 vittorie al suo attivo, quindi il salto negli juniores nell’Ambra Cavallini Vangi Calenzano, dove ottenne tre vittorie per poi esplodere nella stagione successiva (era il 2010) con il titolo toscano, azzurro in Lussemburgo ed al mondiale di Offida, autore di una stagione esaltante con otto vittorie e 16 piazzamenti nei primi cinque. Il passaggio nei dilettanti nel 2011 avvenne con la società fiorentina Hopplà Truck Italia Valdarno. Non ci furono vittorie per Manfredi in quella stagione, mentre l’anno dopo ottenne un successo di tappa nel Giro della Valle d’Aosta oltre al terzo posto nella classifica finale. Quindi le tre stagioni da professionista per poi intraprendere l’attività che svolgeva con grande impegno e passione come era nel suo carattere. Una morte che ha suscitato profondo cordoglio in tutto il mondo del ciclismo, dove era conosciuto e stimato da tutti.