Guderzo un mondiale duro per donne di carattere e esperienza. Qual è stato il segreto della tua impresa? "Mi hanno sempre insegnato che il ciclismo è sognare e impegnarsi fino alla fine. Questa mattina ho indossato per la 16sima volta la maglia azzurra e sono partita con tanta speranza. Ancora una volta ho pedalato per raggiungere un sogno, insieme alle mie compagne".
Che sapore ha questa medaglia?
"Dopo nove anni dal titolo che conquistai a Mendrisio, questo bronzo potrei dire che è uguale a quell'oro, non me l'aspettavo davvero. Ci speravo ma di arrivare sul podio sinceramente no. E' una medaglia che pesa come l'oro. Credo che la nostra Nazionale abbia corso un bel mondiale, tutte abbiamo dato il massimo".
Un riscatto dopo un anno difficile.
"Proprio così. Problemi fisici, è morto il nonno, ho cambiato squadra sono passata dalla Hitec alla Bepink, tutte situazioni che non mi hanno permesso di essere al meglio. Però Dino (Salvoldi) sa quanto ci tengo alla maglia azzurra e ho avuto la sua fiducia".
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