Non ci sarà bisogno di aspettare maggio e la partenza del prossimo Giro d’Italia, che verrà annunciata lunedì in Fiera, per avere un grande evento di ciclismo a Bologna: come avviene da molto tempo in qua, a soddisfare gli appassionati provvederà un altro grande Giro, quello dell’Emilia. Classica ultracentenaria, che grazie ad una sapiente organizzazione coniuga tradizione e modernità: per quanto le facce da ormai un trentennio siano sempre le stesse del Gs Emilia, più che un rito consolidato questa corsa è l’eterno ritorno del sempre meglio.
Si dice di tante gare, ma qui a parlare sono i nomi: a livello di partecipanti, la qualità è la più alta che il momento possa offrire. Sul foglio degli iscritti per l’edizione del 6 ottobre al momento compaiono Uran, i gemelli Yates, Bardet, Pinot, Fuglsang, Roglic e i nostri Aru, Pozzovivo e Moscon, ben distribuiti nelle tredici formazioni di primissima fascia che hanno chiesto di esser presenti. Tutta gente di cui si parla anche e soprattutto in vista dell’imminente Mondiale: se poi la maglia iridata dovesse tornare in Italia con un miracolo di Nibali, ci sta che a tenerla a battesimo sia proprio l’arrivo sul colle di San Luca.
E’ il bello dell’Emilia, ancora in formato doppio con una prova femminile di elevatissimo rango: non si corre per dovere, ma per piacere. Se i campioni vogliono esserci è perché l’albo d’oro vale una carriera: scorrendolo, si fa prima a trovare chi manca rispetto a chi c’è. Si chiama prestigio: averlo onorato con edizioni impeccabili per valore del percorso e livello di ospitalità è il capolavoro di Adriano Amici, pronto a ripetere anche nella sede dello sponsor storico Granarolo che ‘l’Emilia non è mio, ma del territorio: è un patrimonio come il Nettuno di piazza Maggiore’. Sarà anche così, ma anche lui ci ha messo del suo.
Di suo, questa classica mantiene l’imbattibile spartito: partenza dalla Fiera e quattro giri di tortura finale su San Luca, laddove a maggio si arrampicherà anche il Giro rosa. In tutto 207 chilometri, un bel modo per incrociare storie, volti e persone come racconta uno che cura anche le anime sportive, don Massimo Vacchetti: per l’Emilia e in generale per la bici, il migliore degli spot.
da Il Resto del Carlino
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