
Mathew Hayman, il re della Parigi-Roubaix 2016, si prepara a chiudere la sua carriera (l'ultima gara sarà il Tour Down Under 2019 sulle strade di casa) e lo fa con una lettera aperta:
È giunto il momento per me di prendere una decisione molto difficile, con la quale ho lottato per mesi, principalmente per la paura di come potrà essere la mia vita senza essere un atleta professionista.
Ho dimenticato da tempo cosa vuol dire non avere un programma di gara. Il ciclismo è stato importantissimo per me ma sempre più spesso l'altra costante onnipresente della mia vita, la mia famiglia, chiede di diventare la mia priorità.
Sono stato fortunato ad aver corso per alcune delle squadre più importanti, sia per il budget che per la forza del gruppo. Ho pedalato con alcuni dei più talentuosi campioni e sono stato circondato da personale che ha una passione per questo sport.
Ci sono troppe persone che meritano i miei ringraziamenti, a loro sono eternamente grato per l’aiuto che ho ricevuto in varie fasi della mia carriera. Citarli non solo richiederebbe troppo tempo, ma significherebbe anche rischiare di ometterne qualcuno. Loro sanno chi sono e li ringrazio.
Ma c'è una persona che deve essere menzionata. Quest'uomo e la sua generosità hanno cambiato lo sport del ciclismo in Australia.
Gerry Ryan e la sua famiglia hanno reso normale il fatto che ci sia una squadra che gli australiani possono applaudire sul palcoscenico mondiale. Ma più di questo, penso che la sua generosità nei confronti dello sport abbia fatto sì che oggi si possano realizzare i sogni di ragazzi e ragazze che sognano di affrontare le più grandi gare del mondo.
Quando sono diventato professionista sognavo di correre per un team australiano ma non avrei mai immaginato che sarebbe accaduto durante la mia carriera. O sono rimasto in questo mondo troppo a lungo, o Gerry è in grado di sognare più di tutti noi. Ti ringrazio a nome della comunità ciclistica australiana.
Ho vinto alcune gare, ho fatto parte di squadre che hanno vinto molto di più, ma sono sicuro che sarò ricordato per una gara in particolare e non potevo pensare ad una gara migliore cui associare il mio nome.
Mi sono innamorato della Roubaix all'inizio della mia carriera e a volte ho sentito che quella gara diventava per me un tormento. Diciassette volte ho corso da Compiègne a Roubaix e ogni volta è stata una giornata fantastica, ma nel 2016 ho sollevato quel sasso (sorprendentemente pesante) sopra la mia testa. È stato il momento più bello della mia carriera sportiva.
Per essere un atleta di alto livello devi essere egoista, guidato, affamato (letteralmente e in senso figurato) e passare la maggior parte della tua vita a riposarti. Non vedo l'ora di restituire qualcosa ai miei più grandi fan, quei figli che non mi vedranno correre ma ai quali non potrebbe importare di meno dei miei risultati: Harper, Noah ed Elodie.
Kym, mia moglie, è sempre stata dietro le quinte, la longevità della mia carriera va attribuita al suo sostegno a me e alla nostra famiglia. Se mi ha insegnato qualcosa in tutti i nostri anni insieme, è che è meglio andarsene partire prima che la festa diventi un mortorio. Ed è quello che ho deciso di fare.