Stamattina è morto Andrea Barro. Ottantasei anni, era veneto di Scomigo di Conegliano, la stessa frazione dove era nato Teofilo Sanson, il figlio della postina, che poi si impose come industriale dei gelati e sponsor del ciclismo. Barro fu professionista per due anni, il 1953 e il 1954, con la Torpado, e conquistò due vittorie in dieci giorni, prima la Coppa Agostoni (davanti a Pierino Baffi e a Tranquillo Scudellaro), poi la Milano-Modena. Faceva parte delle Glorie del ciclismo triveneto, con cui partecipava a feste e riunioni, ed era consigliere (dopo esserne stato anche corridore) della Società ciclistica Ottavio Bottecchia di Pordenone (e aveva vinto il Trofeo Bottecchia, per dilettanti, nel 1951 e 1952). Di lui si narra nel libro “Cosa comanda sior capitano?” di Ido Da Ros (De Bastiani editore), storie di gregari trevisani.
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