PROFESSIONISTI | 23/05/2018 | 18:32
Un Tom Dumoulin che riconosce la forza della maglia rosa Simon Yates, ma che non depone ancora le armi quello che ha parlato ai microfoni del Processo dopo la fine della diciassettesima tappa del Giro d'Italia 2018 a Iseo.
È stata un'occasione per fare il punto della crono di ieri e delle durissime tappe che aspettano i girini.
Sei deluso dalla crono di ieri?
«Sì, un pochino si, perché speravo fare meglio ma nel ciclismo non si può vincere ogni gara anche se lo vorrei tanto. Ieri ho avuto una buona giornata, ma non super».
Cosa ti aspettavi ieri?
«Non so. Sono andato più veloce possibile, speravo di vincere e volevo guadagnare il più possibile su Yates, ma non è successo».
Dove puoi riaprirlo il Giro?
«Il Giro finirà soltanto a Roma, non prima».
Sembra sia passato tanto tempo, te lo ricordi ancora Gerusalemme in maglia rosa?
«Certo così come mi ricordo la mia famiglia e la mia ragazza, è stato molto speciale, una giornata bellissima. È stato davvero speciale vincere a Gerusalemme».
Ti senti un po’ come Indurain?
«Sono un po’ più leggero di Miguel, io sono 70kg! Naturalmente stiamo parlando di un grande, forse sono simile a lui per come mi comporto in gara, devo cercare di correre come lui».
Sei più o meno forte del 2017
«Difficile paragonarmi ad allora, il Giro era diverso e anche le situaizioni. Simon è troppo forte per me in questo momento».
Cosa è successo quando hai chiesto cambi in salita a Sappada?
«Sono andato su alla mia velocità, perché stavo perdendo troppo da Yates. E forse è andata meglio così. È stata davvero una durissima tappa, soprattutto sull’ultima salita, perché ero completamente morto, ma tutti eravamo nella stessa situazione».
Hai rimpianti di non aver collaborato con gli altri per riprendere Yates? Saresti in rosa
«Eh si, sono d’accordo, ma posso capire perché non ci siamo riusciti ad accordare in quel momento. Ormai Froome è di nuovo vicinissimo al podio, ma la gara è gara, funziona così. A posteriori si pensa diversamente, ma è andata così».
Un alleanza con Froome?
«Vediamo come andrà in gara».
Ti aspettano 10500 metri di dislivello in due giorni
«Lo so bene, per quello che oggi speravo fosse una frazione rilassante, ma al Giro non succede mai»
Pratonevoso è una buona occasione per te?
«Sì, può essere una buona tappa per me, perché è un po’ come Oropa, tutta piatta poi un’unica salita. Posso andare bene ma dipende dalla gara e dalle gambe e ora le sento abbastanza buone. Spero di poter tirare fuori qualcosa di buono».
E la tappa dello Jafferau?
«Sarà una tappa terribile, spero non per me».
Hai 56” di ritardo da Yates, dove potrai guadagnare
«In qualsiasi giornata è possibile, ma lui è troppo forte in questo momento. Io devo avere le gambe due volte migliori rispetto a lui. Aspetterò il momento e sarebbe bello arrivasse, altrimenti onore a lui».
Andrai al Tour?
«Credo di si, ma non so ancora, adesso sono qui e mi concentro sul Giro».
Da Iseo, Diego Barbera
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