GATTI&MISFATTI | 15/05/2018 | 17:35
di Cristiano Gatti -
Non serve l’idea malevola di uno Yates che mette il guttalax nella pastasciutta di Chaves per diventare capitano unico. Chaves fa tutto da solo. Prima salita di giornata e la simpatia del Giro firma subito un plateale suicidio. Allergia, racconteranno i biografi ufficiali. Così siamo qui a dire semplicemente che Chaves è fuori classifica e che da ora in poi sarà il miglior gregario per Yates. Fine della storia domestica di casa Mitchelton, fine agli intrighi fratricidi prima ancora che comincino, e Giro d’Italia molto più lineare.
Strada facendo, al grido pugilistico fuori i secondi, selezione della specie è fatta. A questo punto, il duello vero, la rivalità ufficiale, è Yates-Dumoulin. Con Froome e Aru attesi comunque a una prepotente riscossa, capace se non proprio di capovolgere il Giro, comunque di scuoterlo brutalmente.
Tema nel tema della nuova rivalità è il peso specifico di Zoncolan e cronometro a Rovereto: guadagnerà più Yates su Dumoulin sfruttando le fetenti pendenze friulane, oppure sarà Dumoulin a limitare i danni lassù e a infliggere una sberla molto più sonora al rivale sul suo cronoterreno, nel quale è non a caso campione del mondo?
Le risposte al quiz sono il sale del Giro, perché a questo punto sono tutte legittime e rispettabili. Parlare prima è difficile, impone di sbilanciarsi, cioè di esporsi anche a simpatiche figuracce. Ma non bisogna sottrarsi. A parlare dopo sono capaci tutti.
Personalmente vedo avvantaggiato Dumoulin, il corridore più completo di questo Giro, capace magari di pagare qualcosa sulle pendenze micidiali per via del suo fisico granatiere, ma comunque molto forte anche in salita. Dunque, nel referendum preventivo, voto senza indugi l’olandese.
Questa preferenza non mi impedisce comunque di notare che Yates è spaventosamente forte. Direi facilmente forte. Gli arrivi dell’Etna e di Campo Imperatore già parlano da soli. Ma vedere come si va a cucinare Pinot sul traguardo volante della tappa di Gualdo sinceramente mi lascia sgomento. Procede in totale assenza di gravità. Non mostra fatica, scherza con la bicicletta, saltella come un grillo.
Se queste sono le premesse, il Giro 2018 si avvia a diventare un gran bel match. Sul piatto della bilancia pesano anche le squadre, logico, e da questo punto di vista Yates è indiscutibilmente più attrezzato. Non lo dico io: me lo dice Bramati, uno che ne sa, uno che stimo molto, uno che dopo Cassani dovrebbe fare il Ct azzurro.
E comunque: finalmente il Giro comincia. Chiude i preliminari. Diventa una cosa seria. E’ quello che tutti volevamo. Che l’Italia si merita. Se poi Froome e Aru si scrollano di dosso un po’ di angosce, diventa un buffet pieno di squisitezze. Lo so, c’è anche Pozzovivo, ma non lo nomino per scaramanzia. Al momento è quel che resta dell’Italia: maneggiare con cura.
Copyright © TBW