Ivano Fanini, patron della squadra ciclistica Amore e Vita Prodir, con base in provincia di Lucca, da anni in prima linea nella lotta al doping, commenta così l'inchiesta scaturita dalla morte del corridore lituano Linas Rumsas e che ha condotto sei persone agli arresti domiciliari e altre 17 all'iscrizione sul registro degli indagati.
"Purtroppo nello sport in generale e nel ciclismo in particolare - osserva Fanini - abbiamo perso il conto dei morti per uso di farmaci proibiti. Ma nel ciclismo con la Federazione italiana e l'Uci, e grazie anche alle forze dell'ordine, in questi ultimi anni abbiamo fatto passi da giganti. I controlli sono più severi e il fenomeno doping è calato. Il futuro è dei corridori puliti, ma come sempre c'è chi bara e prima o poi viene beccato. Negli ultimi anni abbiamo visto coinvolti anche quasi tutti i corridori più significativi. Ma noi in Italia abbiamo il campione più pulito, Vincenzo Nibali, un esempio per il mondo. E voglio sottolineare che nel 2017 il ciclismo ha portato al Coni il record di 34 medaglie da mondiali ed europei. Medaglie pulite perché chi le ha vinte è stato sottoposto a molti controlli".