La Federazione Ciclistica Italiana esprime la sua più profonda indignazione riguardo i gravissimi fatti di doping emersi nell'inchiesta della Polizia di Lucca: dirigenti, tecnici e perfino genitori di una Società sportiva si sarebbero resi responsabili di indurre al doping gli atleti, procurando loro le sostanze dopanti.
Rispetto a questi comportamenti criminali, se confermati dalle indagini in corso, la Federazione avrà il massimo della durezza possibile nel proprio ambito di intervento e come sempre la totale collaborazione con gli organi inquirenti.
La FCI in questi anni ha assunto decisioni drastiche per la prevenzione e la repressione del doping, ha escluso dal ciclismo amatoriale i sanzionati per doping anche se conclusa la loro squalifica, offrendo inoltre la più estesa e qualificata collaborazione alle strutture antidoping del CONI, alla Nado Italia, ai NAS, al Ministero della Salute.
I nostri Dirigenti ed i nostri tecnici lavorano all'educazione sportiva, alla formazione tecnica dei giovani atleti con grandi e puliti risultati agonistici, non c'è posto per chi usa queste posizioni per delinquere.
La FCI è pronta , come già ha fatto in passato, dove ne ricorrano le possibilità, a costituirsi parte civile contro chi infanga il nome e l'immagine del ciclismo italiano.