Il 25 ottobre ha compiuto
appena 27 anni, quindi è ancora giovanissimo, ma Mattia Cattaneo ha già quattro anni di professionismo alle spalle.
Tra i dilettanti il bergamasco di Alzano Lombardo ha saputo ottenere grandi
vittorie sia in linea che a tappe, spicca il Girobio del 2011, superando atleti del calibro di Fabio Aru, tanto per fare un nome.
Mattia,
che ora vive a Bergamo città da single dopo una lunga relazione durata sei
anni, viene da un ottimo 2017 con la casacca dell'Androni Giocattoli-Sidermec Bottecchia nel quale ha colto il
primo successo tra i pro' aggiudicandosi in Francia la terza tappa del Tour La Provence (da Aix-en-Provence a Marsiglia).
Nella prossima stagione Cattaneo è
chiamato non solo alla riconferma, ma ad alzare l'asticella per quel che
riguardi gli obiettivi da centrare. Messi alle spalle i problemi, soprattutto
fisici, che gli hanno tarpato le ali da quando è passato professionista, con il
team del “principe” Gianni Savio il
bergamasco si è letteralmente rigenerato e rilanciato.
Che bilancio tiri, cosa c'è dietro la tua “rinascita”
e quali sono le priorità per il 2018?
“Sicuramente la prossima è
una stagione importante per me in quanto devo confermare i buoni risultati
ottenuti quest'anno e se possibile fare meglio. Cosa è cambiato? Direi
soprattutto la mia testa perché sono riuscito a ritrovare quella grinta che
avevo prima e quella voglia di fare il corridore al 100% che avevo un po'
smarrito nei primi anni tra i pro'. Ho trovato un super ambiente nell'Androni,
e speriamo il prossimo anno di fare il meglio possibile soprattutto al Giro
d'Italia”.
Sei passato professionista con un palmares di
altissimo spessore, a parte la sfortuna che un po' ti ha preso di mira sotto
forma di problemi fisici che ti hanno condizionato molto, ti è gravato il peso
delle molte aspettative?
“Io credo che più che le
grandi attese sia stato un errore mio quello di non fare le cose come andavano
fatte. E' vero che ho avuto tanta sfortuna, ma ci ho messo anche del mio nei
momenti in cui potevo raccogliere qualcosa di più e non l'ho fatto. La sfortuna
non mi ha aiutato mentalmente ad essere al massimo, però ho anch'io commesso più
di uno sbaglio. Ma non mi piace guardare indietro, preferisco guardare avanti e
pensare al 2018 dove spero di crescere ancora; penso di poter fare qualcosa di
veramente bello se la testa resta questa, e deve rimanere così”.
Al Giro d'Italia che Mattia Cattaneo dobbiamo
aspettarci?
“Adesso non lo so dire. Di
sicuro cercherò di arrivare alla corsa rosa al 200% e poi strada facendo
vedremo il da farsi. Fare classifica in un grande giro è cosa molto impegnativa
sia mentalmente che fisicamente, io non ho mai neanche lontanamente pensato di
poterla fare negli anni passati e quindi sarebbe la prima volta che ci provo.
Non voglio trovare scuse: nella mia testa mi piacerebbe farlo, però sono
obiettivo e so che non è facile, per quello che dico che dobbiamo vedere strada
facendo se sarà un qualcosa alla mia portata. Farò di tutto per arrivare al
massimo della condizione al Giro e poi al momento vedremo se puntare alle tappe
o a qualcosa di più”.
Riavvolgendo il nastro del 2017 qual è il risultato
o la corsa più bella che hai fatto e qual è la gara che – a freddo – pensi che
avresti potuto vincere?
“La cosa più bella credo che
non sia una corsa ma il fatto di essere stato competitivo da febbraio fino
all'Emilia, dopo ero veramente stanco e nell'ultimo mese facevo molta fatica
non rendendo come all'inizio. Rammarico? Direi la Coppi e Bartali a inizio
stagione dove andavo veramente forte e nella prima tappa impegnativa (la tappa
con arrivo a Sogliano al Rubicone dove Mattia ha accusato 2'04” di ritardo dal
vincitore Skujins, ndr) ho fatto una grande azione molto dispendiosa che alla
lunga mi è costata tanto perdendo un paio di minuti che mi sono poi pesati in
classifica”.
Valerio Zeccato
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.