di Giulia De Maio
Era l’ultima crono lunga prima dell’appuntamento olimpico di Parigi e non ha fallito. Filippo Ganna a Grosseto ha messo la firma per la quinta volta sul titolo italiano a cronometro dei professionisti dopo quelli conquistati nel 2019, ’20, ’22 e ’23. Il 27enne piemontese di Ineos Grenadiers, sui 35,1 km pianeggianti validi per la sfida di Toscana Tricolore 2024 ha chiuso in 39 minuti e 17” alla media di 53,590 km/h precedendo Edoardo Affini e Filippo Baroncini.
Un successo non scontato e che dà fiducia a Super Pippo in vista di un’estate di fuoco in cui andrà a caccia di due ori olimpici: nella prova contro il tempo in programma il 27 luglio e nell’inseguimento a squadre di cui è campione in carica con Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan che si giocherà dal 5 al 7 agosto.
«La forma ovviamente non è ancora quella olimpica e forse ho sofferto un po’ troppo, ma ci sta. Siamo sulla strada giusta. Sono partito volontariamente più forte per vedere a che punto ero, nella seconda parte ho pagato un po’ l’overpacing iniziale, ma come detto la condizione non è al top. Era la prima gara dopo il Giro d’Italia, dove i valori erano migliori, e dopo un periodo di altura trascorso a Livigno: non è stato semplicissimo abituarsi alle alte temperature. Sapevo che il ritmo della prima fase era troppo “ottimistico” ma tutto sommato ce l’ho fatta a tenere e a portarmi a casa la maglia tricolore a cui sono particolarmente legato» ha commentato a caldo Ganna, sempre più vicino al record detenuto da Marco Pinotti, che in carriera ha saputo conquistare 6 titoli nazionali a cronometro. I numeri che rivela il computerino soddisfano e incoraggiano.
«L’assetto è a buon punto - conferma Pippo, che con i suoi colleghi non vuole essere da meno rispetto agli azzurri dell’atletica guidati dal portabandiera dell’Italia Gianmarco Tamberi e aspira a diventare il numero 1 della crono mondiale come Jannik Sinner nel tennis. - Con i materiali ci siamo, la bici “figlia” della Bolide F HR 3D sviluppata per il record dell’ora un po’ è già stata spoilerata e presto potremo mostrarvela in tutta la sua bellezza. Questa è stata l’ultima crono lunga in gara pre Giochi, ma ne simulerò altre a casa. In quest’ultimo mese svolgeremo esercizi sempre più specifici».
I ct Marco Velo (cronometro) e Marco Villa (pista) lo ascoltano compiaciuti insieme al preparatore e direttore sportivo nel team inglese Dario David Cioni, che come agli ultimi mondiali ai Giochi sarà con la Gran Bretagna di Joshua Tarling, uno dei rivali più pericolosi per l’Oscar tuttoBICI in carica.
«Non ci penso, con Dario ho un bel rapporto e ne abbiamo già discusso. Quando saremo in Francia mi seguirà comunque un ottimo staff e cercheremo di dare il meglio. Per quanto riguarda i rivali oltre a Joshua e Remco Evenepoel, mi aspetto tra i pretendenti al titolo Wout van Aert, Stefan Küng e non solo. Ogni gara è diversa e molto dipenderà dall’avvicinamento di ognuno. Io so che, per quanto mi riguarda, tutti i pezzi del puzzle dovranno incastrarsi. Non sarà facile perché ci saranno tante pressioni, ma noi cerchiamo di rimanere calmi. Se tutto andrà bene si festeggerà, altrimenti non penso di meritare la galera...» ha raccontato a Ciro Scognamiglio de La Gazzetta dello Sport. A confermare che le gambe girano forte pochi giorni più tardi è arrivato il 4° posto nella sfida tricolore in linea vinta da Alberto Bettiol. In una prova rivelatasi dura e nervosa, tanto che solo in 17 sono arrivati a tagliare il traguardo su 140 partenti, il fuoriclasse di Verbania ha dimostrato di essere tra i migliori dei nostri anche nelle gare più lunghe. Non che ce ne fosse bisogno ma, come lui stesso ha detto chiaramente durante il Giro d’Italia. anche i migliori hanno bisogno di andare a segno per rafforzare le proprie consapevolezze. Raramente abbiamo visto un Filippo Ganna più emozionato del 18 maggio, quando ha vinto la crono di Desenzano del Garda, e dire che stiamo parlando di un gigante capace di vincere già un oro olimpico e nove mondiali tra strada e pista. Il 25° dei suoi 26 successi ottenuti con la bici da cronometro (su 32 totali), con i mondiali 2020 e 2021 di specialità, ce lo ha rivelato in tutta la sua genuinità. Il groppo in gola, il pugno al cielo e poi pure gli occhi lucidi, l’inchino appena accennato con le mani giunte - dal podio vista lago - al pubblico che lo ha osannato come l’idolo che è dopo 32 km che gli sono sembrati lunghi come una Milano-Sanremo. Davanti agli affetti più cari - papà Marco, mamma Daniela, la sorella Carlotta, la fidanzata Rachele, la cagnolona Mia - ha buttato tutte le emozioni sui pedali e scritto una piccola grande impresa. Alla Ganna.
«Dietro al successo di oggi c’è tanto lavoro. Tanto. Soprattutto perché al giorno d’oggi la differenza si fa nell’un per cento in ogni minima cosa. Già nella cronometro di Perugia, nella parte piana, mantenevo i miei standard di velocità poi Pogacar ha fatto un numero dei suoi facendomi penare. Tadej è un fuoriclasse, ha una marcia in più, uno che non a caso scomoda i paragoni con Merckx. Mi ha fatto paura fino agli ultimi chilometri. Il successo mi mancava, non nascondo che ne stavo soffrendo. Tadej devo ringraziarlo, comunque, perché mi ha spinto, giorno per giorno, a migliorare per raggiungere questo obiettivo. A dare di più. Quando le gambe soffrono, le energie le devi trovare nella testa, il volere a tutti i costi emergere e stargli davanti mi ha dato qualche cosa in più. Chi dice “c’è la crono e oggi Ganna vince” la fa troppo facile… Magari fosse così semplice, firmerei subito e andrei a dormire molto più rilassato. Invece non è scontato. E quando vinci hai morale-extra» sono le parole che ha pronunciato dopo il successo di tappa nella corsa rosa dominata dallo sloveno.
A differenza del cannibale della UAE Emirates Filippo non sarà in gara al Tour de France, ma tiferà i compagni - capitanati da Geraint Thomas, Egan Bernal, Carlos Rodriguez e Tom Pidcock impegnati tra Italia e Francia - mentre sarà al Giro d’Austria (il cronoprologo del 2 luglio, di 3 km, lo affronterà con la bici da strada, ndr). Lui che è appassionato di barbecue sa che non si può mettere troppa carne al fuoco e questa stagione è già parecchio impegnativa. Anche se la Grande Boucle parte dall’Italia e mai era successo prima d’ora, vanno fatte delle scelte in base agli obiettivi individuati. Ora il chiodo fisso è il doppio impegno olimpico. Incoraggianti gli ultimi riscontri ottenuti in galleria del vento al Politecnico di Milano così come i test al velodromo di Montichiari, dove Pippo e compagni in questo mese finalizzeranno la preparazione in vista dei Giochi Olimpici per difendere il titolo di Tokyo 2021.
Luca Oggiano, ingegnere aerodinamico e mente di NablaFlow, che cura l’aerodinamica della Nazionale, ci ha garantito che Ganna è tra i più metodici e sensibili in questo senso.
«Sviluppare i materiali e cercare la posizione più efficace fa parte del lungo percorso di avvicinamento a obiettivi grandi come quelli che ci aspettano tra poche settimane. Devo ringraziare la squadra e la Nazionale, tutto lo staff che lavora duro per farci andare il più veloce possibile. Professionisti come Luca, Diego Bragato, Mattia Michelusi e i tecnici del Politecnico Milano 1863 GVPM Umberto Spinelli, Claudio Somaschini, Stefano Giappino e Luca Ronchi sono quelli che veramente fanno andare il cervello oltre per aiutare le nostre gambe a non dover sopportare così tanta fatica. La voglia di migliorare ogni volta è necessaria e a nessuno di noi manca, anche il più piccolo accorgimento può marcare la differenza tra la vittoria e la sconfitta» aggiunge Pippo, che ammente che la tensione sta salendo con l’avvicinarsi del periodo olimpico.
«Il giorno X delle gare si avvicina, ma stiamo lavorando bene. Siamo focalizzati sulle prestazioni che abbiamo in mente e speriamo sempre di riuscire ad ottenere il meglio» conclude Filippo Ganna, il nostro campione d’Italia che sa meglio di chiunque altro quanto l’oro luccica sulla maglia tricolore o azzurra che sia.