di Luca Galimberti
Marta Cavalli è pronta e carica, il suo 2024 agonistico sta per iniziare. A poche settimane dal suo debutto in gara la cremasca della Fdj Suez e del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, capace nel 2022 di vincere Amstel Gold Race, Flèche Wallonne e la prima edizione della Mont Ventoux Dénivelé, si è racconta a tuttoBICI parlando di tanti temi: dal bilancio della scorsa stagione alla preparazione invernale, passando per le novità nella sua équipe, i sogni azzurri e la sicurezza in bicicletta.
Marta, come hai passato il periodo di off- season?
«Mi sono riposata stando a casa. Nessun viaggio. Sono stata con la mia famiglia e ho approfittato per fare quelle cose che, con i tanti impegni della stagione agonistica, si rimandano sempre. Ma soprattutto ho resettato e lasciato il 2022 e il 2023 alle spalle».
Hai fatto il bilancio della tua scorsa stagione?
«Sì. È stato un anno da 6 in pagella. Forse sette, ma solo come voto di incoraggiamento. La scorsa stagione per me è stata quasi sempre in rincorsa: sono partita, mi sono dovuta fermare e poi ripartire. Ho vinto delle corse (una tappa e la generale del CIC-Tour Féminin International des Pyrénées, una tappa e la generale del Tour Cycliste Féminin International de l’Ardèche, ndr) ma non è andata come avrei voluto, non sono stata ai miei livelli anche se nel finale di stagione le cose sono migliorate e questo mi ha dato la giusta carica per affrontare il 2024».
Per questa nuova stagione come ti sei preparata?
«Prima di tutto ho ritrovato il piacere di andare in bicicletta senza avere un obiettivo imminente. Poi sono stata in ritiro con la squadra a dicembre e ora rifiniamo la preparazione con un altro ritiro collegiale in Spagna nella zona di Calpe».
Hai cambiato tipo di preparazione rispetto al passato?
«Sì leggermente, abbiamo imparato da quello che non è andato bene e modificato qualche cosa. La preparazione è sempre in evoluzione, oramai la tecnologia ci aiuta e siamo in grado di raccogliere molti dati importanti e anche io sono più matura, ho più esperienza per dare dei feedback al mio preparatore. L’obiettivo è migliorare, sempre. E dare il massimo per la squadra».
Una squadra che quest’anno ha accolto anche Alessia Vigilia, un’altra atleta italiana oltre a te e a Vittoria Guazzini.
«Quando ho iniziato la mia avventura in Fdj ero l’unica italiana, ora la “crew” azzurra è aumentata, è bello perché siamo un po’ una piccola famiglia e portiamo un po’ di italianità in squadra. L’arrivo di Alessia mi fa molto piacere, è giovane e tutti sanno che ha grandi qualità; la conosco bene e da tempo, anche fuori dall’ambito ciclistico. Lei c’è, anche solo per una pacca sulla spalla».
Altre novità in casa Fdj - Suez per il 2024?
«Ci sono stati nuovi arrivi tra le atlete e anche nello staff tecnico (tra loro anche Lieselot Decroix, nuova direttrice della Performance che arriva dalla Jumbo Visma, ndr): questo ha portato nuova forza e nuova motivazione; la squadra vuole crescere e per farlo punta molto sul gruppo, è per questo che stiamo affinando la conoscenza e trovando il giusto feeling con le nuove arrivate».
Passiamo a parlare di programmi, quando e dove ti vedremo in gara?
«La mia stagione partirà con la Vuelta Valenciana dal 15 al 18 febbraio per poi approdare in Italia dove affronterò le Strade Bianche e il Trofeo Alfredo Binda a Cittiglio; successivamente mi concentrerò sulle Ardenne. Dopodiché valuteremo come pianificare la seconda parte di stagione».
È una annata con molti impegni importanti anche per la Nazionale.
«Vestire la maglia azzurra è sempre un onore e mi auguro di tornare presto a farlo. Come credo ogni atleta, nel mio cuore ho la speranza di poter rappresentare l’Italia anche ai Giochi di Parigi e godermi le emozioni olimpiche come ho fatto a Tokyo. Sarà il ct Sangalli a scegliere, io dovrò essere brava a farmi trovare pronta per meritarmi le convocazioni».
A inizio chiacchierata hai detto di aver ritrovato la carica giusta, che messaggio vuoi mandare ai tifosi?
«Nel 2022 e nel 2023 ho imparato ad accettare mentalmente ciò che succede. La mia determinazione è sempre la stessa, sempre alta. Riparto sapendo quali sono i miei livelli, pronta a far bene e con la consapevolezza di poter tornare là davanti a giocare le mie carte».
Chiudiamo con un tema importante come la sicurezza.
«È davvero un argomento importantissimo. Uscendo in bicicletta bisogna stare molto attenti, oramai servono sei occhi. È essenziale rendersi molto visibili e pedalare su strade poco trafficate. Per ciò che riguarda le competizioni, l’UCI sta facendo tante cose e l’auspicio è che si riescano a standardizzare i livelli di sicurezza per tutte le gare, in modo da poterci permettere di pedalare sempre con più tranquillità e fare il nostro lavoro al meglio».