La Notte degli Oscar tuttoBICI

di Paolo Broggi

Il primo ad arrivare è stato proprio lui, il numero uno: Filippo Ganna fa il suo ingresso al­l’Ho­tel Principe di Savoia quando il sole di una Milano insolitamente brillante a no­vembre scompare all’orizzonte, quasi che prima di salutare abbia vo­luto attendere l’arrivo della stella più attesa alla Not­te degli Oscar tuttoBI­CI. Top Ganna arriva in anticipo, complice una trasferta romana, si concede all’intervista del nostro di­rettore e si guarda intorno stupito mentre la festa prende forma attorno a lui.
Uno dopo l’altro arrivano i premiati per la prima volta - che hanno negli occhi l’incredulità di quel che stanno per vivere - mentre chi ha già vinto in passato ha lo sguardo più navigato, anche se l’età è giovanissima.
Arrivano i campioni di ieri e di oggi, arrivano i dirigenti che girano il mon­do ma che mai si perderebbero questo appuntamento, arrivano gli imprenditori che si gustano una not­te magica, arrivano i giornalisti, le telecamere, gli ospiti. Una stretta di mano ed è come ritrovarsi in famiglia per le feste natalizie, un sorriso per tutti, con la gioia nel cuore.
La Notte degli Oscar tuttoBICI è an­data in sce­na venerdì 24 novembre a Mi­lano: protagonisti come sempre tanti ra­gazzi che per una sera sfilano ac­canto ai campioni più af­fermati, ma­gari dopo aver chiesto loro di po­sare per una foto che avrà un po­sto speciale nel loro cuore.
Una storia che si ripete dal 1995, quando l’Oscar nacque per la categoria juniores con il successo di Va­lentino China, in quell’anno campione del mondo della categoria: da al­lora la Not­te degli Oscar è cresciuta, si è trasformata, si è arricchita ma ha sempre conservato il suo filo conduttore, quello di premiare i mi­gliori atleti della stagione. Ragazze e ragazzi affiancati da sempre, le une accanto agli altri, in quella parità di genere che tuttoBICI e la sua Notte degli Oscar non hanno mai messo in di­scussione ma semplicemente portato avanti con la naturalezza che dovrebbe essere propria in ogni settore della vita.

IL GRANDE SPAVENTO. La prima sorpresa per i presenti arriva dal palco sul quale, accanto a Lu­ca Gre­gorio, c’è Riccardo Magrini. Ed è davvero bello poterlo abbracciare dopo il grande spavento del 5 no­vembre scorso, quando è stato ricoverato d’urgenza a causa di due ischemie: dieci giorni di ospedale, un breve riposo ed ecco che la sua pri­ma uscita pubblica Riccardo la regala proprio a tuttoBICI, ricomponendo con Luca la coppia collaudata che racconta il ciclismo su Eurosport. A loro è affidata la conduzione della serata e la simpatia fa subito la sua apparizione sul palco degli Oscar.
Il primo ad essere chiamato in causa è stato il direttore di tut­toBICI, tut­tobiciweb e tut­tobicitech Pier Au­gu­sto Sta­gi: «Grazie a tutti per aver accettato il nostro invito e per essere presenti a questa serata che è un po’ come una festa di famiglia. E noi abbiamo la fortuna di avere tante famiglie al no­stro fianco: la famiglia Androni guidata dall’inossidabile Mario, la famiglia della Nove Colli regina delle Gran­fon­do, la famiglia di Mapei e Mapei Sport che ci sostiene sin dal primo giorno, la famiglia di Visit Malta che ha scelto tuttoBICI per ampliare i suoi orizzonti, le famiglie di UAE Emirates e Jayco AlUla che sono protagoniste sulle strade del mondo, la famiglia di ACM Asfalti con quello straordinario moto perpetuo che è Nicola Miceli, la famiglia Molteni con il fiore all’occhiello della Fondazione che opera a favore  di chi conosce le pagine più tristi legate alla bicicletta, la famiglia De Rosa alla quale stasera tributeremo un riconoscimento e la famiglia di Mediolanum che abbiamo con noi per la prima volta proprio quest’oggi che ricorre il secondo anninversario della scomparsa di un uomo speciale come Ennio Doris. In­fine, e poi mi taccio, la famiglia di tut­toBICI, tuttobiciweb e tuttobicitech, una famiglia che continua a crescere nella forza e nei numeri e che sono felice di guidare e di avere in gran parte qui con noi questa sera».
E dopo il saluto del direttore, quello del presidente federale Cordiano Da­gnoni: «Quello con l’Oscar tuttoBICI è diventato ormai un appuntamento fisso del finale di stagione, un premio unico perché ha la capacità accomunare nella stessa serata i talenti più giovani e i grandi campioni. Essere qui stasera non è un dovere, ma una grande emozione anche per noi - con me c’è anche il segretario generale Marcello Tolu - che siamo chiamati a guidare il movimento del ciclismo italiano».

I PIÙ GIOVANI. Il titolo di “baby della serata” è andato a Riccardo Longo, tredicenne cremonese del Team Serio, che ha conquistato l’Oscar come miglior Esor­diente del I° anno mentre tra i ragazzi del secondo anno è stato premiato Samuele Brustia, torinese del Team Madonna di Campagna. Ad accoglierli sul palco è stato il dottor Paolo Suriano, Responsabile Sviluppo Territoriale Italia di Banca Medio­la­num: «Il legame che unisce Medio­lanum al ciclismo è sempre stato molto forte. Non è un caso che il primo libro scritto dal presidente Ennio Doris si intitoli C’è anche domani, un titolo che arriva proprio dal ciclismo. Era il 30 maggio del 1953 quando il piccolo Ennio andò con il papà a vedere la tappa del Giro d’Italia ed il suo idolo Fausto Coppi quel giorno fu staccato da Hugo Koblet sul Pordoi compromettendo agli occhi di tut­ti le sue possibilità di vincere la corsa rosa. Quella sera il piccolo Ennio era in lacrime e papà Alberto lo rincuorò con una frase - “ghe s’è anca doman” - che fu premonitrice: due giorni dopo Coppi firmò la straordinaria impresa dello Stelvio, ribaltò la classifica e vinse quel Giro d’Italia. Ebbene, quella frase il presidente Doris l’ha fatta sua ed è diventata il suo motto, la sua ispirazione. Questo per spiegare perché Mediolanum è così legata al ciclismo e perché continuare a sostenerlo ancora a lungo in futuro».  
A chiudere la pagina dedicata agli Esordienti è stata Anna Bo­nassi, bresciana della Asd Maz­zano, che - forte delle sue 18 vittorie stagionali - è stata premiata da Chiara Androni di An­dro­ni Gio­cattoli che ha portato il saluto di papà Mario, imprenditore tanto innamorato del ciclismo quanto restìo ad apparire.

IN COPPIA. Sa­len­do di ca­tegoria, ecco arrivare sul palco Linda Sanarini, allieva padovana della Scuola Ciclismo Vo’, già protagonista nel 2021 quando vinse nella categoria Esordienti. A consegnarle il Gran Pre­mio Mapei Sport è stato Andrea Mo­relli, metodologo dell’allenamento del Centro Sport­ivo Mapei: «Questi pre­mi targati Ma­­­pei sono stati fortemente voluti ne­gli anni da Adriana Spazzoli e Gior­gio Squinzi perché Ma­pei sceglie di premiare il talento, la costanza e la passione di giovani sportive che si impegnano con profitto, dedizione e sacrificio nello sport come nella scuola. E con loro mi piace ricordare anche Aldo Sas­si che è stato il mio maestro, mi ha portato nel mondo del ciclismo e ha fortemente voluto il Centro Sportivo Mapei».
Seduto in sala accanto a Linda Sanarini c’era Alessio Magagnotti, anche lui 16 anni, fidanzato di Linda in quella che è una vera e propria coppia da Oscar: Alessio, trentino, portacolori della Cc Forti e Veloci, ha vinto tra gli Allievi e anche per lui si è trattato di un ritorno, perché nel 2021 aveva vinto tra gli Esordienti di II° anno.
A premiarlo Andrea Agostini, presidente del Gruppo Cicloturistico Fausto Coppi di Cesenatico, società che organizza la Nove Colli: «Veniamo da anni difficili, dopo il Covid abbiamo dovuto affrontare l’alluvione: fortuna­ta­­men­te a settembre siamo riusciti a svolgere la nostra manifestazione e con gli utili abbiamo deciso di “adottare” un colle che ha bisogno di tanto lavoro per tornare al suo aspetto normale. Il nostro legame con il ciclismo è davvero pro­fondo ed è anche per questo che da anni abbiamo deciso di affiancare tut­toBICI e il suo premio rivolto ai giovani ciclisti».

Il BELLO DELLA DIRETTA. Ci può forse essere una serata senza im­previsto? Naturalmente no, ma ribaltare la scaletta è questione di un attimo. Ed ecco allora l’intervento di Marco Ri­va, presidente del Coni Regionale Lom­bardo: «Intanto mi scuso per il ritardo ma ho partecipato ad un incontro con l’Arcivescovo Delpini che si è protratto più a lungo del previsto. Mi fa molto piacere essere qui per una manifestazione che premia soprattutto i giovani. Stiamo entrando nell’anno olimpico e ci attendono appuntamenti importanti che devono essere all’insegna del motto olimpico “Insieme”. Perché solo lavorando insieme si può continuare a far crescere lo sport e a rendere migliore il mondo».

LA STELLA DELLE STELLE. È a questo punto che Filippo Ganna chiede di poter essere premiato per poter tornare a casa in compagnia di papà Mar­co, visto che l’attacco influenzale che lo ha colpito... continua il suo lavoro. «Ho appena ripreso a pedalare, forse ho preso freddo, ma ci tenevo tanto ad esserci in una serata come questa. Rin­grazio tuttoBICI per quello che fa e spero di vivere un’altra grande stagione per confermarmi numero uno del ciclismo italiano, tornare all’Oscar anche il prossimo anno per restare più tempo con voi e con tutti i ragazzi che vinceranno il premio».
Un’ovazione accompagna il campione piemontese che ritira il premio dalle mani di Mario Molteni, presidente del­la Fondazione Ambogio Molteni.
«Noi abbiamo fortemente voluto la Fon­dazione - spiega patron Mario - per aiutare gente del ciclismo, a qualsiasi livello, che sta attraversando momenti difficili. Ed è anche attraverso momenti come questo che riusciamo a portare avanti il nostro messaggio».
LA VOCE DI CASA RAI. Un altro momento tradizionale della Notte degli Oscar è la consegna del Premio Lucia e Pietro Rodella ad un esponente dei media che racconta con passione il ciclismo.
Quest’anno ad essere premiato è stato Francesco Pancani, voce principe del ciclismo sui canali Rai: «Ricordo bene quando, dopo un Lombardia, Auro Bulbarelli mi propose di diventare il telecronista del ciclismo. Venivo dalla pallavolo e mi sono messo a studiare come non avevo fatto mai nemmeno all’università per non farmi trovare impreparato... Questo per me è un de­butto alla Notte degli Oscar, non l’avevo mai seguita né come premiato né per lavoro, e sono decisamente colpito dall’atmosfera di questa serata che è davvero speciale. E sono particolarmente orgoglioso di ricevere questo premio dalla famiglia Rodella: vi assicuro che quando arriviamo ad una corsa che non produce la Rai e ci dicono che c’è il Team Rodella a curare le immagini, noi ci mettiamo tranquilli perché sappiamo di essere in buone mani. E sono felice che a premiarmi sia Giovanni, figlio di Fabio, perché rappresenta la quarta generazione di una famiglia che ha davvero a cuore il ciclismo e fa il suo lavoro con una passione incredibile».
LA NEW ENTRY. La seconda grande novità della Notte degli Oscar in termini di partnership è Visit Malta. Il ministero del Turismo maltese ha investito sulla promozione del territorio e ha scelto anche il ciclismo: «Malta ha un territorio eccezionale, ricco di bellezze naturalistiche, storiche e culturali. Il ciclismo è uno sport universale e Malta offre percorsi bellissimi per chi ama pedalare: ecco il perché della no­stra scelta, oltre al fatto che pochi sport offrono la visibilità che assicura il ciclismo» ha spiegato Ester Tamasi, direttrice di Visit Malta Italia, prima di consegnare al bergamasco Simone Gual­di, portacolori della Sc Cene Val­seriana, l’Oscar come miglior Ju­nio­res della stagione.

FEDERICA L’HABITUE’. Ci sono atlete che crescono con l’Oscar: una di queste è Federica Venturelli che ha vinto il nostro premio prima da Esor­diente, poi da Allieva e quest’anno è stata la miglior Juniores della stagione. «Il prossimo anno mi aspetta un salto di categoria importante, correrò nella UAE ADQ Development ma in questo momento non voglio rinunciare a niente: continuerò a correre e a divertirmi puntando a crescere in tutte le specialità». E a far grande il ciclismo italiano, aggiungiamo noi.
A premiarla è stata Anna Calcaterra, event e sponsorship manager di Mapei che ha portato alla platea il saluto della famiglia Squinzi.

LO SCALATORE LIGURE. Il migliore Élite della stagione è un ra­gazzo dal fisico minuto che arriva dalla Liguria: Nicolò Garibbo, classe 1999 e una laurea in Scienze Motore, ha vissuto la sua stagione più bella con la maglia della Sporting Club Gra­gna­no mentre il prossimo anno difenderà i colori della Technipes #InEmilia­Ro­ma­gna. A premiarlo Brent Copeland, ge­neral manager della Jayco AlUla: «Noi siamo molto attenti al movimento giovanile italiano, cerchiamo di investire proprio sui talenti del futuro, di farli crescere e di aiutarli a farsi strada nel mondo del professionismo. E tutto­BICI ci offre una vetrina sempre spalancata su questo mondo».
LA SCELTA FRANCESE. Il miglior Under 23 della stagione è il bresciano Gio­sué Epis che lascia la Zalf Euromobil Fior per approdare il prossimo anno al Team Devo della Arkea B&B Hotels: «Voglio misurarmi con un calendario internazionale di alto livello per capire se ho qualcosa da mostrare e se il ciclismo può diventare davvero il mio lavoro».
E accanto a lui il suo procuratore Raimondo Scimone rivela: «Vedrete spesso Giosué correre con la formazione di WorldTour in molte prove, come quelle del Nord, che si adattano molto bene alle sue caratteristiche».
Un occhio di riguardo per Epis lo avrà anche Mauro Gianetti, CEO e team principal della UAE Emirates, che lo ha premiato: «Due anni fa abbiamo consegnato l’Oscar a Filippo Baroncini che il prossimo anno correrà con noi, magari succederà lo stesso anche con Giosué. Non dimentichiamo che lui all’inizio della stagione ha dichiarato di voler vincere questo premio e ci è riuscito: questo gli fa onore».
Il manager svizzero ha parlato poi del 2023 del suo team: «Ormai è sempre più evidente come il ciclismo sia uno sport di squadra nel quale vince un singolo e per noi essere la formazione nu­mero uno al mondo è un risultato prestigioso. Ad Abu Dhabi ci hanno fatto una grandissima festa per un risultato che non avevamo mai ottenuto e che premia anni di lavoro».
L’UOMO DI DOMANI. Un elegantissimo Andrea Bagioli ha ricevuto l’Oscar come miglior giovane professionista della stagione: «Spero di ripartire da dove ho finito, con risultati di alto livello e la motivazione che mi dà la nuova avventura che vivrò con la Lidl Trek. I nuovi dirigenti hanno tan­ta fiducia in me, mi trattano come un leader e questo è molto importante per me».
A premiarlo uno scatenatissimo Nicola Miceli: «Prima di salire sul palco ho dato qualche consiglio ad Andrea, gli ho detto di risparmiare energie e gli ho suggerito di puntare al Giro d’Italia dopo la stagione delle classiche: secondo me può entrare nella top ten della corsa rosa e sarebbe un risultato davvero importante. Quel che conta è che non si alleni troppo, come invece è successo a me quando correvo. E comunque forza Andrea, un ragazzo che co­me me arriva da Canturino e che quindi seguo con affetto particolare. Chiu­do facendo i complimenti a tuttoBICI: mi è sempre piaciuta la loro scelta di dar spazio ai giovani, una scelta vincente».

LARGO ALLE DONNE. L’unica pre­miata assente nella serata degli Oscar è stata Silvia Persico, miglior donna della stagione, impegnata in Spagna con le sue compagne di squadra dell’UAE Team ADQ. A rappresentarla è stato il suo procuratore John­ny Carera: «Vi porto il saluto di Silvia che è già al lavoro per la nuova stagione nella quale insegue grandi obiettivi a partire dalle classiche per arrivare ai grandi giri e ai Giochi Olim­pici. È sotto gli occhi di tutti come il movimento femminile sia in grande cre­scita e abbia vissuto un’evoluzione incrdibile negli ultimi anni. E credo che grazie a queste grandi campionesse faremo ancora molta strada».
A consegnare l’Oscar tuttoBICI una donna, una imprenditrice e una dirigente che per prima ha creduto nel ciclismo femminile, nelle sue battaglie e nella sua crescita: Alessia Piccolo, amministratore delegato di Alé Cy­cling. «Non abbiamo sbagliato investendo in questo mondo e aprendo una strada che ha portato negli anni ad una vera e propria rivoluzione culturale nel mondo del ciclismo. C’è ancora tanto lavoro da fare, come è normale che sia, ma io sono convinta che il ciclismo femminile continuerà a crescere e ad entusiasmare un numero sempre crescente di tifosi».

L’ESPERIENZA DI FABIO. Il team numero al mondo ha espresso anche il miglior direttore sportivo italiano della stagione, votato prima da una giuria di tecnici e poi dai lettori di tuttobiciweb che non hanno avuto dubbi nello scegliere Fabio Baldato.
«È un premio che voglio condividere con tutti i tecnici della UAE Team Emi­rates e con tutto lo staff perché, come ha detto prima Mauro Gianetti, il ciclismo è davvero uno sport di squadra. Ed è un premio che per me arriva nell’anno in cui ho vinto il Fiandre, che è la corsa che più ho nel cuore. Com’è dirigere Pogacar? Facile perché lui è un talento straordinario, difficile perché se sbagli... sbagli. Il vero lavoro è fargli capire che deve aspettare il mo­mento giusto, come ha fatto questanno al Lombardia, che ha vinto pur non essendo il più forte quel giorno».
Sul palco per premiare Baldato sono saliti Fabrizio Iseni e Andrea Macchi, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione Iseni y Nervi. La loro passione per il ciclismo li porta ad affiancare con entusiasmo tuttoBICI e ad essere protagonisti di uno degli Oscar più prestigiosi.

IL PREMIO SPECIALE. Dopo il saluto di Gianni Bugno, chiamato sul palco in rappresentanza di tutti i campioni presenti in sala, la festa degli Oscar tuttoBICI  si è conclusa con un momento davvero emozionante, un premio speciale assegnato alla Cicli De Rosa.
«L’ultimo atto di questa sera - ha spiegato il direttore Stagi - è un gesto im­portante a livello globale per il mon­do della bici. Premiamo una famiglia riservata, proprio come era Ugo, che come poche altre ha saputo plasmare la ma­teria, il titanio in particolare. Una ec­cellenza che a volte non sappiamo esaltare, se pensiamo che in Giappone la De Rosa è più apprezzata che in Italia. Un anno fa avevo detto a Cri­stia­no De Rosa che mi sarebbe piaciuto premiare papà Ugo, lui se n’è andato prima, ma questa sera noi di tuttoBICI lo vogliamo ricordare con questo premio che consegniamo alla sua famiglia, a Cri­stiano, a Danilo e al giovane Ni­cho­las che rappresenta il futuro che avanza».
Palpabile l’emozione in platea mentre sullo schermo scorrevano le immagini di Ugo De Rosa e suo figlio Cristiano prendeva la parola: «Il 7 aprile del 1953 è nata ufficialmente la Cicli De Rosa, il 7 aprile di quest’anno abbiamo celebrato i 70 anni. Papà Ugo ci ha lasciato pochi giorni prima, era il 26 marzo, ma noi abbiamo voluto onorare l’evento anche per lui, seppure con il cuore gonfio di commozione. E questa sera proviamo la stessa emozione io, mio fratello Danilo e mio figlio Nicholas in rappresentanza di tutta la fa­miglia. Essere premiati in questa circostanza, credeteci, per noi è motivo di grande orgoglio».
Un ultimo applauso, un grande appaluso e poi via con le strette di mano, gli abbracci, l’appuntamento sulle strade per le corse e tra un anno ancora qui, per una nuova edizione della Notte degli Oscar tut­toBICI, per vivere un’altra notte speciale, per celebrare altri ragazzi che vogliono diventare grandi, per applaudire chi scriverà nel 2024 nuove piccole grandi pagine di storia di uno sport, il ciclismo, che non smetterà mai di farci sognare.

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