di Carlo Malvestio
Guardando la lista di tutti i vincitori di tappa del Giro Next Gen, l’unica bandierina tricolore che sventola è quella di Alessandro Romele che si è aggiudicato la sesta tappa della corsa U23 tra le più importanti del mondo. Sul traguardo di Povegliano, il bergamasco classe 2003 ha anticipato allo sprint Davide De Pretto (Zalf Euromobil Fior) e il compagno di squadra Sergio Meris, al termine di una lunga fuga tutta italiana cominciata subito dopo la discesa del Valico della Fricca, a poco meno di 130 km dall’arrivo.
«Mi sentivo bene fin dalla partenza - ricorda Romele -. Sapevo che dovevo tener duro in salita e che dopo sarebbe potuta nascere una fuga. Ero felice di essere in compagnia di corridori forti come De Pretto e il mio compagno di squadra Meris. Nel finale son cominciati gli scatti ma sapevo di avere qualche chance da giocarmi in volata ed è andata bene così».
Purtroppo per lui, la soddisfazione finora più grande della sua carriera è arrivata in una delle giornate più tristi per il ciclismo, quella della morte di Gino Mäder, resa pubblica proprio mentre la tappa era in pieno svolgimento. E Romele lo sa bene.
«Mi hanno detto della scomparsa di Gino mentre stavo festeggiando, una notizia sconvolgente, che ha fatto davvero male - ha detto il portacolori della Colpack Ballan -. La vittoria la dedico a lui, lo ricorderemo per sempre. Molte volte non ci si rende conto che ogni giorno siamo in sella a rischiare la vita ci siamo noi, tra allenamenti, macchine nel posto sbagliato o discese pericolose. È vero, questi pericoli fanno parte del nostro sport, ma bisogna venirsi incontro e cercare di ridurre il più possibile qualsiasi tipo di rischio».
Ciò non toglie che per Romele sia una vittoria importante, che si aggiunge a quella pesante de Il Liberazione di fine aprile e alla Coppa Zappi.
«Dico la stessa cosa che ho detto dopo il Liberazione, è una vittoria che può essere solo un punto di partenza per me e per la mia carriera - dice ancora Alessandro, che ammira Van der Poel, ha studiato Gimondi ed è cresciuto con gli allenamenti di Marco Serpellini -. Certo, imporsi in un contesto così prestigioso, con quasi tutti gli U23 migliori del mondo, ti dà una convinzione nei tuoi mezzi ancora maggiore. Quindi spero sia un ulteriore slancio verso il mio obiettivo, quello di passare professionista. Già il prossimo anno? Non lo so, ma sento di aver fatto un netto passo avanti rispetto all’anno scorso. Vediamo come andrà avanti la stagione e se avrò dimostrato abbastanza da diventare professionista, che è il mio grande obiettivo».