di Pier Augusto Stagi
È un gioco di squadra e di squadre. C’è chi ne ha una, loro ne hanno tre. C’è chi punta su una sola formazione di World Tour e chi come il maglificio Alé di Bonferraro di Sorgà (Verona) - una realtà nata nel 2014 e che oggi conta oltre 150 dipendenti e un fatturato sopra i venticinque milioni di euro - di squadre ne ha tre.
«Non vogliamo chiaramente fare i di più - dice Alessia Piccolo, amministratore delegato e direttore generale del maglificio che gravita nella galassia di Federico Zecchetto (del Gruppo fanno parte anche la Dmt scarpe e la Cipollini cicli, ndr), ma con i nostri team ormai abbiamo un rapporto consolidato e di fiducia: loro si fidano di noi e da parte nostra c’è il piacere ormai di lavorare al fianco di formazioni riconosciute e affidabili come la transalpina Groupama FDJ, che è con noi da sette anni, e il Team Bahrain Victorious che quest’anno sarà con noi per la terza stagione. Con BikeExchange, che dal 2023 si chiamerà Jayco AlUla, iniziamo invece la seconda annata, ma anche con il team di Brent Copeland non posso che dirmi felice di collaborare. Sono tutti team che non badano solo alla sponsorizzazione, ma allo sviluppo dei prodotti, che poi è quello che a noi interessa. Chi meglio dei corridori professionisti sa darti consigli e suggerimenti? Chi meglio di un team che per tutto l’anno gira in lungo e in largo il mondo può contribuire alla ricerca di nuove soluzioni? Bene, noi oltre alla visibilità - che è necessaria - abbiamo instaurato rapporti di grandissima complicità con i ragazzi di queste formazioni per poter guardare al futuro, in una costante ricerca del miglioramento. Anche per noi di Alé è una corsa quotidiana».
Oltre a questi tre team di prima fascia, ce n’è uno che è un punto di riferimento per il ciclismo italiano, una famiglia che ha sposato la famiglia Zecchetto dal lontano 1990, anno della Italbonifica Navigare.
«È così - racconta sempre Alessia Piccolo -. Con la famiglia Reverberi (Bruno e Roberto, ndr) c’è un rapporto di grande amicizia e anche con loro ormai abbiamo instaurato una collaborazione estremamente importante e proficua. I loro ragazzi si prestano tantissimo allo sviluppo dei materiali, per noi testano nuovi prodotti che in alcuni momenti dell’anno sono anche dei semplici prototipi. Quando era con Reverberi, abbiamo sempre avuto un rapporto speciale con Sonny Colbrelli, uno dei più attenti, esigenti e carini tester che potessimo avere. Scrupoloso e gentile, con lui abbiamo lavorato tantissimo e benissimo, sia quando era con Bruno e Roberto, così come quando è passato al Team Bahrain di Milan Erzen».
A proposito di corridori capaci di trasmettere efficaci “feedback”, balza agli onori delle cronache uno che è spesso... nelle cronache. Lo scorso anno protagonista assoluto con un colpo da maestro alla Milano-Sanremo: parliamo del ventottenne sloveno Matej Mohoric.
«Matej è davvero eccezionale, con tutto il rispetto per gli altri atleti, che fanno la loro parte e sono preziosissimi - spiega Piccolo -, lo sloveno ha qualcosa di più. Ha una grande sensibilità e la capacità davvero di vedere oltre. Come posso definirlo? Gentile e meticoloso, preciso come pochi. Lui in tutto quello che fa ci mette l’anima e una passione sconfinata: per noi e per tutto il team questo è chiaramente un valore aggiunto».
Ma non è il solo…
«Oltre a Sonny e Matej aggiungerei anche Pello Bilbao. Se Mohoric è meticoloso, Pello è maniacale. Puntiglioso come pochi. Per l’abbigliamento antipioggia raggiunge vette di puntigliosità inimmaginabili. Ma nella lista non posso non inserire il trentottenne australiano Heinrich Haussler: già per la sua corporatura ci mette a dura prova. Un suo calzoncino è più lungo di dieci/dodici centimetri rispetto agli altri, ma i centimetri sono davvero nelle sue corde. Lui misura tutto, al millimetro».
È chiaro che tutti i team sono un laboratorio ricerca e sviluppo viaggiante, “en plein air”. Tra i più attenti, l’espertissimo Tibhaut Pinot.
«Gentile e umile come pochi, ma attento come nessuno. Ascoltarlo è un dovere, perché ti conduce sempre in territori importanti, dove si può solo dare spazio alla creatività. Uno dei suoi desideri: le bretelle dei calzoncini un pochino più lunghe della media. Ma se Pinot è un punto di riferimento, lo stesso posso dire del suo talentuoso compagno di squadra David Gaudu: è stato il primo a volere il taschino per la radiolina non sulla schiena ma sulla bretella anteriore. Sia però ben chiaro: tutti i corridori usano ciò che è sul mercato, che è a disposizione di tutti gli appassionati, anche se poi qualche piccolo accorgimento va fatto. Uno dei nostri segreti? Saper ascoltare».
Tra i tester d’eccezione, come detto, c’è anche la Jayco AlUla di Brent Copeland. Con loro Alé ha mantenuto anche un rapporto importante nel mondo femminile, dove per anni la Alé è stato punto di riferimento. Oggi è partner tecnico del team australiano del tycoon Gerry Ryan, che tra le altre cose ha una delle formazioni più forti al mondo.
«E tra i nostri migliori tester c’è proprio la venticinqueenne Teniel Campbell, atleta di Trinidad e Tobago: essendo altissima, ci mette sempre a dura prova. Le maniche sono di norma più lunghe di almeno 14 centimetri e la gamba del calzoncino di 7 centimetri. Uno dei punti di riferimento del team? Simon Yates: lui è, come tanti corridori, l’uomo del fondello. Come dice lui: per avere un buon calzoncino tutto parte da lì».
Tra le squadre che il maglificio Alé segue ci sono anche la nazionale francese e quella slovena, oltre alla fornitura europea per le maglie della UEC. Tra i team seguiti, uno dei più apprezzati in campo giovanile, perché ormai scuola assoluta, èquello guidato da Roberto Bressan: il Cycling Team Friuli che è entrato dallo scorso anno in orbita Bahrain.
«Ma un buonissimo lavoro lo stiamo facendo anche con il formazione di Davide Cassani, quella dell’Emilia Romagna», aggiunge Alessia Piccolo.
Il più accomodante?
«Jonathan Milan: quello che gli dai va bene».
Il team più rilassante?
«Il Green Project CSF Bardiani Faizané di Bruno e Roberto Reverberi: è vero, sono un team di seconda divisione - chiosa la Piccolo -, ma loro a novembre hanno già tutti gli sponsor a posto e si può procedere con la produzione. Insomma, sono molto bravi».
Quindi, avanti così: Alé!