Van Vleuen, la supercampionessa

di Francesca Monzone

Vincere un mondiale non è facile ma vincerlo come ha fatto Annemiek Van Vleu­ten è quasi impossibile. Nella sua corsa ha attraversato l’inferno: soffrire come mai avrebbe potuto immaginare e poi, ritrovarsi con la vittoria a portata di mano, è stato qualcosa alla quale neanche lei aveva pensato. Affrontare la sa­lita senza potersi alzare sui pedali è stato terribile per lei che, pochi giorni prima della gara in linea, si era fratturata il gomito cadendo nella staffetta mi­sta. Nella corsa in linea Annemiek Van Vleuten era partita con l’idea di servire le compagne di squadra e una vittoria, con quel gomito, non l’aveva nemmeno presa in considerazione.
La campionessa olandese, che ha iniziato a correre dopo i vent’anni, ad amici e parenti aveva detto di non al­zarsi nel cuore della notte europea per seguire la sua gara, perché non ci sa­rebbe stata nessuna speranza di arrivare al successo.
La vittoria invece è arrivata con un finale a sorpresa quando lei, più forte e più sicura di tutte le altre, ha raccolto ciò che le era rimasto e da dietro ha saltato tutte le avversarie per riprendersi quella ma­glia così speciale che aveva vinto nel 2019 nello Yorkshire.
Annemiek, che giocava a calcio e studiava scienze na­turali, ha sempre saputo quello che voleva, co­me nel momento in cui - a 24 anni - ha capito che avrebbe potuto lasciare il suo lavoro per poter vivere di ciclismo.
Annemiek Van Vleuten è un talento unico, in grado di trovare il suo equilibrio negli estremi, come nel suo modo di allenarsi, così diverso da tutte le al­tre donne e tanto vicino a quello degli uomini. In termini di ore, quello che Annemiek riesce a fare, è un’autentica follia, perché spesso neanche gli uomini del World Tour passano in sella ad una bici tante ore quanto lei. Nel 2020, per esempio, ha corso 33.000 chilometri, totalizzando milleduecentotrentasette ore sulla strada.
La sua è una vita molto particolare e per alcuni aspetti è quasi monacale. Arrivata a 40 anni vive ancora per la sua bici e, quando qualcuno le chiede perché si allena così duramente, lei quasi sorpresa risponde che si allena per migliorarsi e non per vincere una gara.
La sua vita non è tutta in Olanda, perché ama stare in altura e allenarsi in quota e per questo, quando non è in Spagna, è possibile trovarla in Colom­bia oppure in Italia, dove a Livigno ha una seconda casa.
Annemiek è una ragazza curiosa e mol­to intelligente e sono in tanti a testimoniare come in Colombia si sia interessata al modo di vive­re della gente del posto, cercando di fa­re tesoro di quanto vedeva.
Controtendenza, la Van Vleuten conosce un po’ di italiano e quando è a Li­vigno cerca di non parlare inglese, trovando così l’occasione per socializzare.
Guardando il suo palmares, i suoi nu­meri sono impressionanti e in questo 2022, alla soglia di 40 anni, è riuscita a conquistare tutto ciò che era possibile vincere. Il suo anno d’oro è iniziato a febbraio con la vittoria finale nella Va­lenciana. Subito dopo è arrivato il successo alla Omloop Het Nieuwsblad e poi il secondo posto a Strade Bian­che, Giro delle Fiandre e Freccia Val­lone. È stata poi la vittoria alla Liegi-Ba­stogne-Liegi a chiudere la stagione delle Classiche per lasciare spazio ai grandi giri, dove l’olandese della Movistar si è dimostrata la dominatrice indiscussa.
Al Giro Rosa ha conquistato due tap­pe, la classifica generale e anche la classifica a punti e per poco non ha portato a casa anche la maglia di miglior scalatrice.
Ma è scatenata Annemiek e non le ba­sta la maglia rosa del Giro d’Italia: va in Francia decisa a conquistare il primo Tour de France femminile. Nelle ultime due tappe va all’attacco da lontano, fa il vuoto e porta a casa da autentica padrona la maglia gialla.
Dopo aver conquistato l’Italia e la Francia, la potente olandese ha ancora un obiettivo: conquistare la Vuelta con la maglia della Movistar, la squadra che l’ha voluta ad ogni costo portare in Spagna.
E la Vuelta è sua grazie al successo nella seconda che le permette di mettere subito in chiaro le cose in classifica generale.
Fermarsi è un verbo che non compare nel vocabolario di Annemiek Van Vleu­ten e allora ecco un altro obiettivo profilarsi all’orizzonte, un obiettivo che ha i colori dell’arcobaleno. In Australia l’olandese tenta prima un assalto nella cronometro individuale, ma è costretta ad accontentarsi del settimo posto. Si schiera poi al via della staffetta mista: la sua Olanda è favoritissima ma viene bersagliata dalla sfortuna: Mollema fora e lascia soli in compagni, poi tocca alle donne e la prova di Annemiek dura 15 metri. Il cambio la tradisce, la ruota sbatte contro un marciapiede ed esplode e lei cade pesantemente a terra, picchia il gomito e si procura uan frattura composta.
Il primo pensiero è quello di non poter correre la prova in linea. Ma il giorno dopo Annemiek torna in sella, pochi chilometri e tanto dolore; l’indomani ancora qualche chilometro in più e si fa largo l’idea di poter essere di aiuto alle sue compagne, lavorando per procurare il successo alla sua Olanda. Una delle sue compagne di squadra si am­mala, il posto è libero e Annemiek decide con i tecnici di schierarsi al via con l’idea di non poter correre però per la vittoria.
Così si prepara e lei, che è attenta ad ogni particolare, decide di indossare nuovamente gli orecchini che le ha donato il padre poco prima di morire.
Sarà per lei una corsa scandita dalla sofferenza, ma l’olandese è più forte del dolore e resiste determinata a portare a termine la corsa. Si arriva così all’ultimo chilometro e lei è lì nel gruppo delle migliori, dopo essere rientrata con le altre al termine dell’ultima salita.
Da atleta esperta, l’olandese intuisce che la maglia iridata è alla sua portata e che la sofferenza sopportata in corsa, può avere un senso diverso. Parte scatenando tutta la sua potenza, sorprende le avversarie e vola a vestire la maglia iridata per la seconda vol­ta. A fine gara, con schiettezza, ribadisce ancora una volta che il 2023 sarà il suo ultimo anno da professionista. Ma un anno, che Annemiek potrà correre con l’arcobaleno sul petto, è lungo: sarà sicuramente speciale per lei e per la sua Movistar che, sotto traccia, sta già la­vorando per convincerla a continuare proponendole un rinnovo di contratto.

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