di Nicolò Vallone
Non è esattamente l’araba fenice, che dalle proprie ceneri risorgeva e tornava quella di prima. In questo caso è opportuno parlare di... toscana fenice, che riparte da alcune manciate di quella cenere per rinascere in forma differente. Così la struttura della Vini Zabù non è tornata in gruppo con un ProTeam e non ha più in Luca Scinto, Angelo Citracca e Valentino Sciotti i suoi personaggi chiave.
La stilla della defunta creatura che ha innescato la nascita di una nuova risponde semmai al nome di Francesco Frassi, direttore sportivo della Vini Zabù con un passato alla Amore&Vita. Sul finire del 2021, tra una chiacchiera informale e un’idea che prende forma quasi per caso, un Frassi in cerca di lavoro per la stagione successiva s’imbatte nella scintilla e nella sponda fondamentale per trasformare un paio di boutade tra amici in un progetto ben definito.
Anzi, due sponde/scintille. Quella del commercialista ciclofilo Franco Pacini, figura cardine della vicenda, che ottiene il patrocinio del Comune di Montecatini. E quella di un’istituzione vivente delle ammiraglie come Serge Parsani, bendisposto a rimettersi in corsa dopo tre anni sabbatici. Intreccio interessante: Frassi nel 2019 approdò nell’allora Neri Sottoli in sostituzione proprio di Parsani che, dopo la trafila sulle ammiraglie Farnese-Vini Fantini-Yellow Fluo-Southeast-Wilier Triestina (e prima ancora Bianchi, MG, Mapei, QuickStep, Katusha, tanto per rammentare di chi stiamo parlando), decise di lasciare da parte manubri e sellini per godersi il ruolo di nonno. Un periodo divenuto un triennio, fino al ritorno di fiamma dei mesi scorsi. Rigorosamente con un ruolo più dirigenziale e meno stressante rispetto alla sua vita ciclistica precedente.
Montecatini sede, Parsani manager, Frassi diesse. La neonata compagine deve trovare sponsor e nome. Le due cose arrivano insieme: a “movere (e battezzare) le ruote e i suoi raggi” (perdonateci l’eco dantesca, del resto la regione è quella) ci penserà la stessa azienda tedesca che fornisce le bici alla Vini Zabù...
...Sì, cari lettori e lettrici, questa è la storia del team Corratec, che nel logo si propone orgogliosamente come “Toscana Factory” e che si presenta con un colore davvero originale: una sorta di bordeaux che remixa e fa brillare di luce moderna le tonalità di Eroica e terra di Siena. Un legame col territorio che prende la tradizione e l’accompagna nel futuro. La Corratec parte dalla categoria Continental (i tempi tecnici non hanno consentito l’iscrizione al livello superiore della scala) ma con un connubio di maestranze esperte ed elementi giovani ambisce quanto prima al salto di categoria. Con quale staff? Frassi coinvolge nell’avventura diversi uomini che hanno lavorato con lui in tutte o alcune delle sue esperienze pregresse. A partire da David Grasci Puccini, tassista e autista di bus che si presta volentieri al ciclismo. Passando per i meccanici, che rappresentano perfettamente la commistione generazionale di cui sopra: “il professore” Moreno Bardini, che fa questo mestiere dal ‘76, e il poco più che trentenne Sandro De Gennaro. Fino ai massaggiatori, per cui vale simile discorso pur con una forbice d’età meno pronunciata: Daniele Brogi, nell’ambiente da oltre un quarto di secolo (recentemente pure in Androni) e l’unica new entry assoluta Claudio Buscaglione, osteopata che per passione voleva applicare e adattare la sua competenza al mondo del pedale.
Venendo infine all’organico, sono quindici atleti con età che spazia dai 18 ai 26. Direttamente dalla Vini Zabù un fedelissimo come il serbo Veljko Stojnic e l’ormai ex stagista Giulio Masotto. La punta di diamante proviene anche’egli dai professionisti: il tricampione di Serbia (e grande amico di Stojnic) Dusan Rajovic, che sposa la causa Corratec dopo essere rimasto appiedato in seguito alla cessata attività della Delko. Gli altri Elite, dal più al meno “anziano”, sono Stefano Gandin, Marco Murgano, Davide Baldaccini e lo svizzero Jan Stöckli. Infine c’è il manipolo degli Under 23: Preslav Balabanov (Bulgaria), Oscar Daniel Tellez (Colombia), Simone Olivero, Matteo Amella, Luca Marziale, Giuseppe Daidone, Jose Pitti (Panama) e Lorenzo Iacchi. Quest’ultimo è un prodotto della Franco Ballerini, società giovanile toscana diretta da Andrea Bardelli (caro amico del compianto c.t.) che ha costituito un prezioso vivaio per Scinto e Citracca e continua a sfornare talenti con un occhio di riguardo verso l’est: fu Bardelli, ad esempio, a portare Stojnic in Italia.
Adesso, una precisazione doverosa. La Vini Zabù appartiene a ieri, ci confida a chiare lettere Frassi: la Corratec non vuol essere una prosecuzione del vecchio corso, bensì una realtà a sé stante, con la propria identità, la propria anima e il proprio percorso tutto da scrivere.
E le prime “scritture” di questo 2022 inaugurale sono ottime. La squadra di patron Parsani mette subito in cascina due vittorie di tappa, entrambe curiosamente in seconde frazioni: a gennaio nel Venezuela occidentale alla Vuelta al Tachira, e a febbraio nella Turchia meridionale al Tour of Antalya. Opera del medesimo corridore: proprio lui, il ventiquattrenne Rajovic. Due piccoli capolavori in volata. Per spiccare il volo sulle ali di Pegaso, emblema della Toscana e, per osmosi, del team Corratec.